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La volpe e le camelie
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La volpe e le camelie - Ignazio Silone - copertina
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volpe e le camelie

Descrizione


Ticino, primi anni Trenta. Daniele, discendente di esuli politici, lavora il podere ereditato dal padre. In questo ambiente di contadini e di fuoriusciti si aggira però un delatore in cerca di informazioni sui sovversivi sparsi per la zona. La trama si accende di tensione narrativa con la comparsa del misterioso Cefalù, un giovane ferito del quale Silvia, la figlia di Daniele, si innamora. Romanzo della maturità (1959), per i temi - lo sfondo contadino, il senso morale, il motivo della ribellione contro tutto ciò che tende a schiacciare l'uomo - "La volpe e le camelie" si lega alla precedente produzione di Silone, ma spicca per il profondo senso di intimità e la sottile penetrazione psicologica.
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Dettagli

2020
Tascabile
30 marzo 2020
156 p.
9788804720768

Valutazioni e recensioni

ormos
Recensioni: 5/5

Romanzo breve di grande intensità, La volpe e le camelie è ambientato nel ticinese, zona di frontiera tra Svizzera e Italia. La storia ruota attorno alla figura controversa di Daniele, un tempo giovane ribelle ed oggi padre di famiglia, i cui fervori politici vengono improvvisamente ravvivati da strani movimenti nel paese. Quasi tutti i personaggi (la moglie di Daniele, Filomena, le figlie Silvia e Luisa, la sarta Nunziatina) vivono in una bolla di ingenuità, quasi di estraneità alle vicende politiche dell’epoca – siamo negli anni trenta – e nemmeno riescono a cogliere il clima di sospetti che invece si sta insinuando, anche negli ambienti a loro più vicini. Daniele invece si trova coinvolto in situazioni di crescente tensione che finiranno per travolgere la sua stessa famiglia e ne determineranno il distacco. Un tragico episodio sarà l’occasione per stringersi attorno al focolare domestico, riconciliati. Straordinario.

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Renzo Montagnoli
Recensioni: 4/5

La volpe e le camelie è l’unico romanzo di Ignazio Silone non ambientato nella Marsica, bensì in Canton Ticino, anche se è accomunato agli altri dal tema della cospirazione politica e dalla presenza di taluni protagonisti che tanto richiamano, per caratteristiche e mentalità, i contadini della Conca del Fucino. È certo il frutto, almeno in parte, di un’esperienza personale, quando l’autore, inviso al regime fascista, fu costretto a riparare in Svizzera e si sa per certo che l’idea di quest’opera maturò nel corso dell’esilio, tanto che in territorio elvetico Silone scrisse una prima bozza, sulla quale negli anni successivi ritornò più volte, ampliandola, dandole corpo, fino ad addivenire alla stesura definitiva verso la fine degli anni ‘50, e infatti la prima edizione, curata da Mondadori, è del 1960. Il romanzo narra della vicenda di Daniele, antifascista del Canton Ticino e della figlia Silvia innamorata di Cefalù, un giovane che si scoprirà spia del regime fascista. Ma il contatto con un uomo integerrimo e amante della libertà, come è Daniele, e la scintilla dell’amore apriranno gli occhi a Cefalù, che preferirà porre fine tragicamente alla sua vita piuttosto che arrivare a quella delazione che avrebbe accusato il padre del’amata. Una vicenda semplice, in fondo, ma la qualità del romanzo non sta tanto nella trama, quanto invece nei suoi sviluppi, nella caratterizzazione dei personaggi e soprattutto in quell’innata capacità di Silone di non vedere l’umanità divisa nettamente fra tutti buoni e tutti cattivi, perché è evidente che ogni essere umano ha in sé i germi del bene e del male e che sta a lui la difficile scelta fra l’uno e l’altro, nonché a provvedere a un eventuale ravvedimento. L’autore sembra volerci dire che gli uomini sono più importanti delle loro idee politiche, che possono anche mutare, e che in fondo le colpe rimangono e che le loro conseguenze sono per forza di cose immutabili, mentre invece i colpevoli possono cambiare. È un modo di pensare di grande rilevanza civile, ma a ben guardare anche perfettamente in sintonia con il messaggio cristiano; in effetti si potrebbe dire non c’è uomo senza colpe e che non ci sono colpe senza uomini. In ciò ritrovo il miglior Silone, quello che mi ha avvinto con romanzi di grande spessore, come Fontamara, Il segreto di Luca, Vino e pane, Il seme sotto la neve e che forse ancor più risalta in un’opera meno conosciuta, ma di notevole rilievo quale L’avventura di un povero cristiano, in cui l’antitesi fra coscienza e potere è esposta in modo semplicemente perfetto. In ogni caso, anche in La volpe e le camelie l’autore ama guardare più l’uomo che gli uomini, l’individuo considerato a sé stante, inevitabilmente imperfetto, una meteora con poca luce che passa e che va, ma un uomo, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, nei cui confronti e anche verso se stesso nutre in fondo un grande rispetto non disgiunto da una vena di pietà. Da leggere, senza alcun dubbio.

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Recensioni

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Recensioni: 4/5
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Ignazio Silone

1900, Pescina

Ignazio Silone, pseudonimo di Secondo Tranquilli, è stato scrittore, politico e uno degli intellettuali italiani più conosciuti e letti in Europa e nel mondo. Il suo romanzo più celebre è Fontamara.Durante l'infanzia una tragedia segna la sua vita: la perdita del padre e di cinque fratelli durante il terribile terremoto che scosse la Marsica nel 1915. Rimasto orfano interrompe gli studi liceali e si dedica all'attività politica, iniziando la lotta contro la guerra e appoggiando il movimento operaio rivoluzionario.Prende parte alle proteste contro l'entrata in guerra dell'Italia nella prima guerra mondiale e per questo viene processato. A Roma, finita la guerra, entra a far parte della Gioventù socialista, opponendosi al fascismo.Nel frattempo...

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