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Levar la mano su di sé. Discorso sulla libera morte - Jean Améry - copertina
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Levar la mano su di sé. Discorso sulla libera morte
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Levar la mano su di sé. Discorso sulla libera morte - Jean Améry - copertina
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Descrizione


Un libro terribile, questo. Un libro scritto da un pensatore profondo, un uomo deportato e torturato ad Auschwitz, che torna e ritorna su quella indicibile sofferenza ("chi è stato torturato resta tale"), e che si porta dentro un carico di male che lo tiene per tutta la vita in stretta contiguità con la morte. "La tortura è stata per lui una interminabile morte", scriverà Primo Levi. È un libro scritto da chi ha già deciso e può permettersi di abbandonare la logica della vita per avvicinarsi al gesto definitivo di levare la mano su di sé, di darsi la morte volontariamente, osservandolo dall'interno, sino in fondo "sin dove può giungere la parola". È questo che rende unico questo scritto: rendersi conto che chi uccide e chi viene ucciso sono la stessa persona, vanificando così ogni logica, demolendo la dicotomia tra vita/bene e morte/male, rendendo l'atto estremo che l'autore compirà due anni dopo aver pubblicato questo libro una disperata affermazione di libertà, completamente slegata da ogni giudizio morale.
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Dettagli

3
2012
4 ottobre 2012
160 p., Brossura
Hand an sich legen
9788833922836

Conosci l'autore

Jean Améry

(Vienna 1912 - Salisburgo 1978) saggista austriaco. Studiò a Vienna filosofia e letteratura. Lasciata l’Austria nel ’38, partecipò in Belgio alla resistenza contro il nazismo e fu internato in un campo di concentramento. Dopo la guerra visse a Bruxelles come giornalista. Nei suoi saggi spazia da temi storico-culturali (Nascita del presente, Geburt der Gegenwart, 1961; Figure e forme della civiltà occidentale dalla fine della guerra, Gestalten und Gestaltungen der westlichen Zivilisation seit Kriegsende, 1961; Intellettuale ad Auschwitz, Jenseits von Schuld und Sühne, 1966) a problemi etici, come la rivolta dell’individuo contro l’appiattimento della società moderna o come il suicidio, in quanto affermazione di libertà (Levar la mano su di sé, Hand an sich legen, 1976; Lefeu o La rottura, Lefeu...

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