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Sono passati più di 20 anni dalla prima lettura de il Dio del fiume, la prima di molte. Un libro magico, con personaggi di cui ti innamori e che non dimentichi. Purtroppo, nei successivi capitoli della saga, la magia è andata lentamente scomparendo e non capisco come la stessa mano capace di scrivere meraviglie in quel primo libro, sia stata poi in grado di deludermi tanto. L'ultimo faraone è stato lo sforzo finale, l'impegno a non volermi arrendere, la speranza di ritrovare un autore che tanto ho amato. Purtroppo si è rivelato l'ennesimo libro incolore che, per me, segna definitivamente la fine della saga d'Egitto.
Il quinto capitolo della saga del nobile eunuco e semidio Taita si fa leggere senza molta difficoltà. La trama risulta, però, alquanto scontata e priva di reali colpi di scena. La stessa ambientazione che ha fatto la fortuna della saga sembra in qualche modo sfumata. Il racconto, infatti, potrebbe senza grande difficoltà essere ambientato anche nella Francia medievale. Dopo la vittoria di Taita sugli hyksos, che avevano occupato buona parte dell'Egitto, e la morte del faraone Tamose sale al trono Utteric che si mostra folle e particolarmente ostile a Taita, al punto di privarlo di tutti i poteri ed averi. Taita è costretto così a fuggire in Grecia dove viene ospitato dal re di Lacedemone Hurotas, alleato contro gli hyksos ed amico di un tempo. In Grecia, Rameses, fuggito con Taita e pretendente al trono egizio, si innamora della bella e intelligente Serrena, sua cugina, e figlia di Hurotas. Serrena però viene rapita da alcuni messi di Utteric e portata in Egitto. Taita e Rameses ritorneranno in patria per liberare la giovane promessa sposa di Rameses e per organizzare la resistenza al faraone e così aiutare la lega spartana, che guidata da Hurotas cercherà di spodestare il faraone. Inutile dire che Utteric sarà sconfitto e i giovani coroneranno il loro sogno d'amore, oltre che divenire faraone e regina d'Egitto. La vittoria sarà raggiunta dopo assedi e scontri tra eserciti e grazie all'astuzia di Taita, soccorso dalla dea Inanna, che lo aiuterà a trovare il modo di uccidere Terramash, semidio figlio di Portus e della dea Ecate, il più forte sostenitore di Utteric. Sono forse le parti mitologiche a rendere il libro più gradevole e a farne una piacevole lettura.
Smith è una garanzia e anche stavoilta non delude le aspettative. Bellissimo
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