Facciamo un passo indietro di quindici anni. Credo.
Non ricordo cosa ci fosse sotto la libreria in sala ed è questo che fa tutta la differenza: se c'è il pianoforte, parliamo di tredici anni fa; se c'è il vecchio divano grigio o il tavolo, parliamo di almeno quindici anni fa. Vedo il pianoforte bianco con la coda dell'occhio, ma probabilmente si tratta di un'aggiunta posticcia dovuta ai tanti spostamenti. Diamo per buoni quindici anni.
Io e mio fratello siamo in sala, sotto la libreria, accanto al divano/pianoforte/tavolo, e ho questo ricordo vivido di lui che paragona qualcosa a Guerra e pace. Qualcosa tipo: «È lunghissimo, lungo quanto Guerra e pace!» O forse: «Ma che sei pazzo? È lungo quanto... quanto Guerra e pace!»
Questo paragone non si limita a questo imprecisato ricordo che va dai primi anni 2000 agli ultimi anni '90, è talmente ricorrente nella mia infanzia che Guerra e pace col tempo è diventato l'unità di misura dell'immensità e degli scogli insuperabili.
E invece no, l'ho finito in meno di un mese. Potete farcela. È lungo, ma non è noioso. Non è uno scoglio insuperabile, è solo un po' pesante portarselo dietro.
In Guerra e pace c'è tutto. C'è guerra e pace (eh sì!), amore e odio, vita e morte, finzione e storia, e persino un secondo epilogo con assennate considerazioni sulla storia per cui per la prima volta ho seguito il consiglio di Pennac di saltare le pagine.
Non so quanto avrebbe potuto piacermi qualche anno fa. Crescendo ho imparato ad amare le storie che a) mostrano la crescita dei personaggi lungo un ampio lasso di tempo, e b) hanno sullo sfondo eventi e personaggi storici davvero esistiti. Ed è in questo che Guerra e pace è immenso. È insuperabile non in quanto scoglio, bensì in quanto libro unico nel suo genere.
È un'esperienza da fare.
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Descrizione
Sullo sfondo dell'invasione della Russia da parte delle truppe di Napoleone, l'autore narra le vicende di due nobili famiglie e descrive la società russa, dai ceti più elevati ai più umili. Introduzione di Eridano Bazzarelli.
Dopo aver letto il libro Guerra e pace di Lev Nikolaevic Tolstoj ti invitiamo a lasciarci una Recensione qui sotto: sarà utile agli utenti che non abbiano ancora letto questo libro e che vogliano avere delle opinioni altrui. L’opinione su di un libro è molto soggettiva e per questo leggere eventuali recensioni negative non ci dovrà frenare dall’acquisto, anzi dovrà spingerci ad acquistare il libro in fretta per poter dire la nostra ed eventualmente smentire quanto commentato da altri, contribuendo ad arricchire più possibile i commenti e dare sempre più spunti di confronto al pubblico online.
Recensioni
Totale delle Recensioni
Guerra e pace
Scritto da cordellelinapuil 19 maggio 2016Classico
Scritto da valeriad94il 15 maggio 2018 Il capolavoro epico di Tolstoj che intreccia le vite di individui privati ??e pubblici durante il periodo delle guerre napoleoniche e l'invasione francese della Russia. E' il 1812 e Napoleone invade la Russia per espandere il suo Impero in continua crescita. Tre famiglie russe di nobiltà Rostov, Bolkonsky e Bezukov si intrecciano in un'immensa storia di guerra, romanticismo, ricchezza, tradimento, gelosia e odio che rendono questa storia così avvincente.
Avevo sempre voluto leggere questo romanzo epico ma ero completamente scoraggiata dalla dimensione del libro. Non sono un amante dei libri di oltre 500 pagine e questa è stata sicuramente una sfida per me.
Ho finalmente finito questo capolavoro la scorsa notte e mi sono davvero goduta la lettura sicuramente non facile in quanto è una sfida, con tutte le descrizioni di guerra e lunghi passaggi descrittivi e i dialoghi che tendono ad andare avanti e avanti tuttavia la sua storia e i suoi personaggi sono incredibili e mi sono trovato assorta e rapita fino all'ultima pagina. Un classico che sicuramente consiglio a tutti.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da marw.athebalil 02 dicembre 2017Personalmente ritengo che sia Il ROMANZO la descrizione dei personaggi e delle scene è talmente vera , che il lettore gli sembra di vivere la storia, ma la cosa importante è l umanità , la psicologia dell autore che grazie l introspezione dei suoi personaggi, ci fa capire l assurdità della guerra ,la sua tragedia la sua crudeltà e come in realtà , e di come la sofferenza appartenga a tutti vinti e vincitori , un tema attuale , che fornisce anche un quadro storico e uno spaccato di vita della Russia . Non si può non lodare Tolstoj per aver compreso e saputo narrare le contraddizioni umane. Questa volta non consiglio nessun film purtroppo il libro è stato molto analizzato.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da mar.wathebalil 02 dicembre 2017Personalmente ritengo che sia Il ROMANZO la descrizione dei personaggi e delle scene è talmente vera , che il lettore gli sembra di vivere la storia, ma la cosa importante è l umanità , la psicologia dell autore che grazie l introspezione dei suoi personaggi, ci fa capire l assurdità della guerra ,la sua tragedia la sua crudeltà e come in realtà , e di come la sofferenza appartenga a tutti vinti e vincitori , un tema attuale , che fornisce anche un quadro storico e uno spaccato di vita della Russia . Non si può non lodare Tolstoj per aver compreso e saputo narrare le contraddizioni umane. Questa volta non consiglio nessun film purtroppo il libro è stato molto analizzato.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da bgffbfrgfil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da fffgbnbhgtgil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da hmhgnghftil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da gfdfdrfnvil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da gdfhtsdfghil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da fgcbvngfdfcgil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da bgcfbvngfvbil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da vdfsdvfdil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da bcvbngcfvbgfil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da gfdrsfggbddil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da bgfcvbngfbgfil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da xgdfsxvfgdil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da ghfghfhfhfhfhfil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da dgfdgdgdfil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da rtyryrytyil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da fggdfgdgdil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da ggdgddfgdil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da rytrttrril 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da htrgrrrril 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da retefefil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da fgbfrdfbgfdil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da fbgfrfgrfil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da fdfvbvgfrvil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da hghgfghfghhfil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da fdgfgfgfddil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da ghfrfgril 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da fghfgfdil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da trhytrtyil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Pietra miliare della nostra letteratura
Scritto da fdgdddffffil 02 dicembre 2017 Caro Lev,
ho appena terminato il tuo capolavoro. Sai, a me piace molto scrivere recensioni relative a ciò che leggo ma, nel tuo caso, è davvero impossibile: sono stati scritti fiumi di parole da gente ben più colta ed esperta di me su questo argomento e, per quanto riguarda la trama, non ci crederai, oggi esistono sistemi rapidissimi dai nomi assurdi tipo Wikipedia che ti raccontano, in circa due pagine, quello che tu hai impiegato otto anni a scrivere in circa duemila. Quindi opto per questa epistola per esprimerti le mie impressioni e perplessità, almeno, se dirò qualche corbelleria, rimarrà tra noi e non sarò assoggettata a fustigazione. In realtà “Guerra e pace” lo avevo già letto, intorno ai 18 anni, o almeno ne ero fermamente convinta fino a gennaio; ora credo di poter affermare che allora, con quella scarsa onestà intellettuale di cui ero dotata in età adolescenziale, non “lessi” proprio tutto il libro, ma saltellai allegramente tra le righe degli immensi volumi selezionando le parti a me più affini, che, con il senno di poi, suppongo non furono moltissime.
Ricordo che allora pensai che di pace, in tutte quelle righe, ce ne fosse davvero poca mentre ora, forse per via dell’età, ho interpretato il titolo in maniera completamente diversa convincendomi che non si riferisse soltanto agli eventi bellici descritti ed ai periodi storici di intervallo tra gli stessi ma anche al complesso percorso di alcuni personaggi, primi tra tutti Pierre, Andrei e, a suo modo Natascia, attraversati da colossali conflitti interiori e, in quest’ottica, mi sei apparso molto più “umano” anche tu.
Mi sono immersa nel tuo testo con dedizione assoluta e grande costanza e l’ho gustato appieno, senza lasciarmi spaventare dai nomi, soprannomi, patronimici di voi russi che sembrano fatti apposta per confondere le idee. Mi sono immersa nella descrizione dei paesaggi ed estremamente profondo nelle riflessioni dei personaggi e sono ora convinta che gli storici possano descrivere gli eventi ma che tu sia stato capace di costruire un romanzo da vivere aprendo una porta al lettore e rendendolo partecipe in prima persona di quegli stessi eventi.
Una certezza
Scritto da Paolail 26 agosto 2017Tolstoj è un autore che riesce sempre a sorprendere. Nonostante la complessità e la lunghezza questo romanzo dona uno spaccato completo sulla società russa del tempo e sul pensiero stesso dell'autore. Lo consiglio vivamente
Amore e scrittura.
Scritto da codaindirizzoil 10 marzo 2017Di "Guerra e pace" o dici che è bellissimo come nessun altro romanzo potrà esserlo al suo stesso modo e lì ti fermi, oppure ci devi scrivere sopra un saggio, come ha fatto Steiner che così comincia il suo, in "Tolstoj o Dostoevskij": "La critica letteraria dovrebbe scaturire da un debito di amore." Io non so e non vorrei mai saper fare della critica letteraria, ma tutte le mie parole per Tolstoj non possono che essere parole d'amore.
un bel mattone ;)
Scritto da SILVIAil 13 giugno 2014 Ci ho messo 1anno e 3mesi per leggerlo tutto. Finito ieri! Devo dire che si è proprio la bibbia della narrazione. Incerti passaggi è logorroico, ti vieni da dire e dai Lev arriva al punto. Ma merita come sempre :)! A parte le storie di filo conduttore per tutto il libro, esprime dei concetti interessanti, dei punti di vista per noi occidentali, come ci definisce lui, magari non prioprio evidenti, per alcuni!
Mi viene da pensare che l'idea di scrivere Anna Karenina gli sia venuta scrivendo questo libro (la storia tra il conte Bezuchov e la prima moglie). Mah??!!
Buona lettura!
Dettagli
- GenereNarrativa classica
- Listino:€ 14,00
- Editore:Rizzoli
- Collana:Bur classici
- Data uscita:06/11/2002
- Pagine:1480
- Formato:Tascabile
- Lingua:Italiano
- EAN:9788817117388
Parole chiave laFeltrinelli:
narrativa di ambientazione storica, narrativa classica (prima del 1945)