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«Svanì molto lentamente, cominciando dalla punta della coda per finire con il sorriso.»
Alice si annoia, seduta in giardino, quando all'improvviso compare un coniglio bianco con panciotto e orologio. La bambina gli corre dietro: scopre così che a infilarsi nella tana di un coniglio si può precipitare in un pozzo le cui pareti sono arredate con credenze, quadri e scaffali, e finire in un mondo pieno di meraviglie. Un pasticcino con la scritta "mangiami" la fa allungare come un cannocchiale, un ventaglio magico la rende così piccola che rischia di annegare nelle sue lacrime. Al tè del Cappellaio Matto il Ghiro dorme mentre Alice e la Lepre Marzolina cercano di risolvere gli indovinelli. E sulla partita a croquet della sanguinaria Regina di Cuori aleggia impalpabile e beffardo il sorriso del gatto del Cheshire...
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Devo ammettere che sono rimasta scioccata dalla storia…questo perché da piccola avevo letto un libro di “Alice nel paese delle meraviglie “ che mi aveva lasciato un dolce ricordo….ma la rilettura in età adulta me ne ha cambiato la visione …una storia assurdamente fuori e dentro ogni logica.
Libro bello consiglio7
Leggere "Alice nel paese delle meraviglie" significa fingere di accettare che la follia possa esistere. Vuol dire non trovare strano un coniglio vestito con un gilet che corre perché è in ritardo, vuol dire capire la logica che sta dietro al tè del Cappellaio matto e della Lepre Marzolina, vuol dire considerare la stranezza e la follia come una parte imprescindibile della vita. Questo libro è un tributo all'infanzia, è la tana del Bian coniglio che ti catapulta nel mondo dell'innocenza e dell'ingenuità di quando si era bambini. Credo che sia l'antidoto ideale per la noiosa responsabilità che l'età adulta, prima o poi, dona a tutti.
Recensioni
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