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Anno edizione: 2014
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Il lucidissimo delirio di chi si scontra con le incongruenze delle vita, un uomo giunto sulle rive del fiume che lo divide dalla morte (e già scorge sull'altra sponda chi è trapassato). Enquist si aliena da sé stesso, parlando in terza persona delle proprie esperienze. Tutto prende avvio dalle nove pagine mancanti in un taccuino appartenuto a suo padre, Elof, morto quando egli aveva appena sei mesi, ma la cui presenza non era mai svanita. Egli anela a conoscere il contenuto di quelle pagine, strappate da sua madre dopo aver gettato il taccuino nel fuoco e averlo poi ripescato in un attimo di pentimento. E per ciascuna di quelle nove pagine, egli scrivenuna parabola, in una forma piuttosto non convenzionale. Cresciuto con una madre estremamente cattolica, da giovanissimo farà i conti con l'apostasia di una zia, arrivando ad ammirarne l'estremo coraggio. E così, animato da questo fervore che non temeva nulla e nessuno, poco più grande, avrà la sua prima esperienza "religiosa" con una donna e ciò lo confermerà nella sua "eresia". E attorno a questa donna ruoterà la successiva urgenza di scrivere un romanzo d'amore (che romanzo d'amore non è). La rivedrà nove anni dopo: entrambi avranno idealizzato in una maniera estrama quello che era successo, al punto da non doverne parlare per non rovinare con le parole i castelli di carte che si erano costruiti nella mente. Si lasciano con la rinmovata promessa di non farne parola a nessuno. Il ragazzo potrà scriverle una lettera in cui si spiega, ma solo dopo che sarà morta. Questo è il patto. Tanti anni dopo, riceverà il necrologio di quella donna, recapitatole per suo espresso desiderio, forse un invito a vederla un'ultima volta. Il giovane ormai uomo, senza che nessuno senta, le bisbiglierà la sola e unica frase sensata in quel bizzarro rapporto. E così, oltre sessant'anni dopo averla incontrata per la prima volta, finalmente potrà scriverle questa contorta lettera d'amore. Cosa importa, dopo che è passato tanto di quel tempo?
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