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Anno edizione: 2010
Anno edizione: 2013
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Rispetto al romanzo precedente (che non bisogna necessariamente aver letto per comprendere la trama di questo, sebbene sia meglio conoscerlo) presenta delle migliorie. La trama è meno banale, sebbene sempre abbastanza scontata. Lo stile di scrittura rimane lo stesso, fluido ma a tratti un po' infantile. L'introduzione di nuovi nemici, in particolare gli albi (versione malvagia degli elfi) da un po' di pepe alla storia, che comunque prende fino alla fine del libro. Consigliato se volete avere un titolo abbastanza famoso nel panorama fantasy (almeno in Germania) e se avete letto il primo.
L'orizzonte fiammeggia. La terra trema, i cunicoli crollano e i cuori si riempiono di inconsueto timore quando la stella precipita, in lontananza. Quali sventure porterà questo cataclisma? È realmente un corpo celeste quello che è precipitato al di là della Terra Nascosta... o forse si tratta di una terribile leggenda diventata realtà? Fin dalle prime pagine, si viene scaraventati in un ambiente di cui si afferrano gli odori, i sapori e le sensazioni. Non si fatica ad avvertire in gola il forte gusto di malto della birra, o la polvere della battaglia. Sembra quasi di poter sentire l'odore ferrigno del sangue. Le scene di combattimento, di cui il romanzo è letteralmente costellato, non sono per stomaci deboli. Arti tranciati, viscere, sangue a fiotti, grida d'agonia o spettrali silenzi di morte... ce n'è abbastanza per immedesimarsi, sentirsi travolti e serrare i denti ad ogni attacco. Niente combattimenti edulcorati, per signorine: la battaglia è una cosa seria e come tale va affrontata. È divertente, sollevando gli occhi dalla pagina, constatare quanto il modo di pensare del lettore si adatti facilmente al limitato, cupo ed aggressivo punto di vista dei Nani. Non c'è molto tempo per riflettere, fin dal prologo. La calma e la pace sono illusioni che durano lo spazio di qualche riga. La caduta della cometa è solo l'inizio di una serie di guai che porteranno alla disgregazione di tutto ciò che sembrava ormai conquistato e consolidato nell'avventura precedente. Tungdil, che si è offerto di riportare in vita la stirpe dei Quinti con l'assistenza di Nani appartenenti alle altre Stirpi, vede Balyndis, la nana di cui è innamorato, costretta dal suo clan a stringere il Patto di Ferro con un altro nano, e quello stesso nano essere eletto re dei Quinti. Subisce poi il furto della Lama di Fuoco, e a quel punto tutta la sua vita sembra perdere di senso. Fin dal principio Tungdil, ha avuto gravi dubbi sulla propria capacità di reinserirsi in una società governata da regole cui non sente di appartenere, e ora, guardando nella propria anima in balia di sentimenti d'odio e invidia, si farà tentare dall'esistenza dei Liberi, Nani che non seguono le antiche leggi delle Stirpi. Nel frattempo i Terzi, da sempre ostili alle altre Stirpi, approfittando della labilità dei patti appena costituiti progettano di distruggere le alleanze e di scacciare per sempre gli altri Nani dalla Terra Nascosta, seminando zizzania e impossessandosi di Giogonero e dei suoi cunicoli segreti. In mezzo a tutto questo, mentre i bruti Mezz'orchi e gli scaltri Albi scoprono le incredibili proprietà dell'Acqua Nera (una mefitica bevanda che rende immortali, a meno di una decisa decapitazione), si dipanano le vicende di altri personaggi, come la maga Andôkai, che, protetta dalla sua imbattibile creatura, Djerun (un essere misterioso rivestito da un'armatura dalle molte virtù), indaga sulla caduta della stella; o la Mezz'alba Narmora, costretta a imparare la magia per salvare il marito; e l'Alba Ondori, la cui sete di vendetta viene sfruttata dalla coppia regnante degli Eterni; o ancora Rodario L'Incredibile, l'attore frettolosamente giudicato insignificante, ma che poi si rivelerà migliore e più lungimirante di molti altri. E intanto una nuova minaccia si avvicina, apparentemente richiamata dalla stella caduta: gli Amsha, o Avatar, le immagini viventi scaturite dal corpo di un dio, stanno per giungere a purificare dal Male la Terra Nascosta, un'epurazione che non guarderà in faccia nessuno. In una simile, tragica situazione, in cui la collaborazione di tutti risulta necessaria, eroi ed antieroi mostreranno una natura limitata e spesso meschina, impegnati a perseguire vendette e interessi personali, nella totale noncuranza per il bene comune. I Terzi si compiaceranno solo del loro odio verso le Stirpi, combattendole senza il minimo pensiero per l'indebolimento che ciò comporterà nella difesa della Terra Nascosta. Gli Elfi preferiranno la distruzione totale al sacrilegio di dover affrontare gli Avatar, per loro sacri. L'imperatore dei Nani è un debole che, piuttosto d'imporsi e combattere, condurrà i propri congiunti in una marcia di morte in terra straniera. Narmora - mai veramente malvagia ma forse per questo ancora più terribile -, spinta paradossalmente dall'amore per il marito e la figlia appena nata, si macchierà per tutto il romanzo di azioni nefande, dipingendole a se stessa come atti del tutto necessari. Tungdil stesso sarà più volte tentato di tirarsi fuori dalla battaglia, di vivere una calma vita di studio con la nuova compagna - che lo porrà poi di fronte a un triste tradimento - e dimenticare il passato da eroe, un'etichetta che lui non ha mai desiderato. Intenti omicidi, invidia e rabbia gli vorticano nell'anima, spingendolo spesso a desiderare la morte del nano che gli ha rubato Balyndis. Diversamente da ciò che succederà agli altri, però, la situazione drammatica e impellente lo spronerà a guardare oltre le proprie angosce e a interessarsi di nuovo della Terra Nascosta. Solo Rodario lo affiancherà in questa parabola ascendente. I grandi personaggi, al contrario, sprofonderanno di pagina in pagina nei propri dubbi e nei vecchi rancori. Non c'è bisogno di un mago posseduto perché il Male imperversi nella Terra Nascosta, come non esiste un nemico che sia futile affrontare prima ancora di aver tentato. Si dovranno fare i conti anche con quel Bene tanto estremo da diventare fanatica distruzione, quella sete di potere che spesso nasconde nature desolatamente fragili. Il finale del romanzo rimane aperto, anche se l'avventura trova una risoluzione dolce-amara nelle ultime pagine. Per un'ombra dissipata, un'altra se ne forma, e Tungdil farà bene a guardarsi costantemente le spalle. Il libro lascia un certo senso di soddisfazione e un buon bagaglio di emozioni, simpatie e antipatie. Se non si ha precedentemente letto Le Cinque Stirpi, di certo verrà la voglia di conoscere i dettagli della battaglia tra Tungdil e Nôd'onn, non fosse altro che per stare ancora a fianco di Boïndil il Rabbioso nelle sue cariche entusiaste contro i Mezz'orchi o per rendersi conto di come un personaggio come Rodario si sia trovato invischiato in situazioni del genere. Il seguito? Forse La Guerra dei Nani non lascia in spasmodica attesa di sapere come proseguiranno le avventure di Tungdil... ma di certo l'uscita del terzo romanzo costituirà un piacevolissimo appuntamento.
Una luce intensa si vede in lontananza al di là delle mura, un chiarore simile ad un divampare di foresta incendiata. La leggenda di esseri eccezionali trascina in confusione la terra Nascosta. All'orizzonte si profila una nuova minaccia da Noo'don annunciata. Toccherà all'eroe del Giogonero riuscire ad abbattere la diffidenza ed i rancori, che per centinaia di cicli hanno imperversato tra le razze, per unirli allo stesso scopo. Un romanzo tutto nanesco in cui la voglia di libertà spinge i protagonisti ad accettare situazioni fuori dall'ordinario, in cui la vittoria del bene ha un alto prezzo da pagare.
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