Pachamama y suerte. Cronache dal Brasile

"Pachamama Y Suerte, Cronache dal Brasile" è quello che definirei un "documentario in parole" data la grande abilità dell'autore nel rappresentare le meraviglie naturali e architettoniche che ha visitato e nel proiettarle negli occhi del lettore. E' un monologo con il quale, come se fosse davanti a un caffè, proietta il suo interlocutore in una realtà tanto lontana quanto affascinante come quella carioca, raccontandogli dei pensieri, degli stati d'animo, delle riflessioni e del suo rapporto con tutte le persone che ha incrociato nel suo cammino. Se la lunghezza del testo può rappresentare un deterrente per non acquistare questo libro, vi assicuro che qualora doveste comperarlo le pagine scorreranno via in maniera così veloce da rimpiangere di essere arrivati al termine. A conferire l'effetto "serie Netflix" concorrono sia una piacevole fluidità della scrittura che si riconosce allo scrittore (nonostante questa sia la sua prima opera) sia la curiosità che vi pervaderà inevitabilmente. Lo ritengo particolarmente adatto agli amanti del viaggio, dell'avventura e del romanzo d'introspezione, o a chiunque abbia la volontà di saperne di più su un Paese incantevole come il Brasile.

Un bel viaggio davvero intenso e coinvolgente, in cui si ci ritrova a sorridere, a pensare, ma soprattutto ci si riscopre curiosi, sentendosi dei veri e propri compagni di viaggio del protagonista. Stile piacevole ma ricercato, in un viaggio nelle bellezze e nelle contraddizioni del Brasile ma anche della psiche umana, in cui realtà esterna e stati interiori si integrano con efficacia. Romanzo,guida,reportage, niente di tutto questo ma allo stesso tempo un pò di tutto. Unico!

Coinvolgente è l’espressione che trovo essere la più appropriata per esprimere lo stile di Davide D’arienzo in questo suo libro d’esordio, che sottace una proprietà d’espressione propria dello scrittore veterano. La lettura di Pachamama y suerte scorre velocemente superando le eventuali perplessità degli amanti della lettura di pagine essenziali, le poche che bastano per sacrificarsi nell’ acquistare un libro. Con onestà intellettuale, condito dallo spirito sagace e autoironico che sfiocca in tutta la narrazione, l’autore si rivolge proprio a questa platea di lettori per dissuaderli dal compiere il sacrilegio di immergersi nella lettura della propria opera. Opera destinata, a mio avviso, agli amanti della scrittura. Sì, amanti della bella scrittura perché è un libro ben scritto, scevro di ridondanze, che s’imprime nella decisione di non abbandonare la lettura sfidando finanche quelle possibili, legittime, ragioni dettate dalle leggi della natura se la leggere è il rito di fine giornata. Mi sono immersa e in tempi olimpici sono giunta all’ultima pagina senza cedimenti perché, e non me ne voglia l’autore, per me non è stato un lasciarmi condurre in un’asettica diacronica cronicistica di fatti ed emozioni che si sono susseguiti nel viaggio, quanto farmi piacevolmente “contaminare” dal suo cammino esistenziale, emotivo ed intellettuale, implementato attraverso le miglia da lui percorse dall’Italia al Sudamerica. Considerando che non si tratta di un libro suscettibile di marcature di genere consiglio vivamente a tutti di leggerlo. Complimenti all’autore.