A partire dall'esclusione platonica dei poeti drammatici dalla città ideale, il rapporto tra letteratura e politica non cessa d'imporsi come problema nella cultura occidentale. Uno iato teorico sembra aver separato le due dimensioni per molti secoli, fatte salve rare eccezioni; fin quando - in modo emblematico nel Novecento francese - un profondo ripensamento delle due sfere porta a considerarle in una relazione di "coappartenenza".
In questa riflessione non tanto è in gioco l'eventuale attività politica di scrittori o poeti, quanto piuttosto l'indagine di quel nesso cruciale che
annoda letteratura e politica. Si tratta d'un
nodo che le unisce e le confronta, senza però fonderle, né confonderle o conciliarle. A partire dagli anni Venti s'è aperto in Francia un fitto dibattito su questo decisivo rapporto. Da una parte c'è stato chi ha escluso ogni legame tra letteratura, realtà e politica; dall'altra invece chi ne ha sottolineato l'irriducibile necessità. Tra questi ultimi, alcuni hanno inteso la letteratura come azione diretta nella società, mentre altri come possibilità d'operare una rivoluzione interna al linguaggio, capace di sottrarre l'individuo ad ogni tipo d'assoggettamento.
L'autore si propone di analizzare la posizione di Sartre in questo articolato dibattito, nel quale sembra occupare una posizione al tempo stesso centrale ed eccentrica. In effetti, com'è noto, il filosofo francese è stato legato tenacemente allo schema dell'
engagement letterario. Che da un lato ha determinato, a lungo, la sua enorme popolarità; mentre dall'altro l'ha isolato rispetto alle tendenze più avanzate del dibattito filosofico e letterario contemporaneo. Nell'opera di Sartre, invece, si possono individuare dei percorsi meno evidenti, ma che l'attraversano interamente, in cui si scorge un superamento della teoria della letteratura
engagée . Il punto d'approdo, lungi dal costituire uno sterile ripiegamento apolitico, sta invece in una straordinaria valorizzazione del valore eversivo e trasgressivo del linguaggio letterario.
Paolo Tamassia , dottore di ricerca in Francesistica, è professore a contratto di Letteratura francese presso l'Università di Trento. Si è occupato soprattutto dei rapporti tra letteratura, filosofia e politica nel Novecento francese ed ha pubblicato alcuni saggi su Sartre, tra
cui "Le Poète n'est pas un homme qui rêve": Sartre e lo statuto della poesia (Roma, 1995). Si è interessato anche alla poesia francese contemporanea, in particolar modo all'opera di René Char, conseguendo un D.E.A. all'Université de Paris-Sorbonne con un
mémoire su
René Char et les philosophes . Ha pubblicato alcuni saggi sui rapporti tra Char ed Eraclito.