Di stelle qui se ne possono mettere solo cinque ma per questo libro non ci sono stelle che bastino. Tutti dovrebbero leggerlo e, a chiunque lo leggesse, rimarrebbe dentro per sempre. La testimonianza cruda, lucida di un uomo che hanno cercato di cancellare ma che è riuscito a non farsi annientare.
"Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi."
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Descrizione
Primo Levi, reduce da Auschwitz, pubblicò "Se questo è un uomo" nel 1947. Einaudi lo accolse nel 1958 nei "Saggi" e da allora viene continuamente ristampato ed è stato tradotto in tutto il mondo. Testimonianza sconvolgente sull'inferno dei Lager, libro della dignità e dell'abiezione dell'uomo di fronte allo sterminio di massa, "Se questo è un uomo" è un capolavoro letterario di una misura, di una compostezza già classiche. È un'analisi fondamentale della composizione e della storia del Lager, ovvero dell'umiliazione, dell'offesa, della degradazione dell'uomo, prima ancora della sua soppressione nello sterminio.
Dopo aver letto il libro Se questo è un uomo di Primo Levi ti invitiamo a lasciarci una Recensione qui sotto: sarà utile agli utenti che non abbiano ancora letto questo libro e che vogliano avere delle opinioni altrui. L’opinione su di un libro è molto soggettiva e per questo leggere eventuali recensioni negative non ci dovrà frenare dall’acquisto, anzi dovrà spingerci ad acquistare il libro in fretta per poter dire la nostra ed eventualmente smentire quanto commentato da altri, contribuendo ad arricchire più possibile i commenti e dare sempre più spunti di confronto al pubblico online.
Recensioni
Totale delle Recensioni
Toccante, intenso, vero
Scritto da Samanthail 25 maggio 2014Bellissimo
Scritto da marialopinto.marialoil 09 marzo 2017"Se questo è un uomo" non è solo un capolavoro della letteratura italiana, ma è uno di quei libri che ogni uomo dovrebbe leggere almeno una volta nella propria vita. Opera prima di Primo Levi è la sconvolgente testimonianza del lager di Auschwitz (più precisamente Monowitz) dove l'autore è stato prigioniero per circa un anno, uno dei pochissimi sopravvissuti (il 90% di coloro che entravano nei lager venivano uccisi). "Se questo è un uomo" non descrive come ebrei, zingari, prigionieri russi e tutti coloro ritenuti nemici del terzo Reich venivano eliminati nelle camere a gas, non descrive le SS i loro capi, ma racconta molto chiaramente quello che l'uomo è stato in grado di fare a se stesso; umiliarlo, togliendogli la dignità, il proprio nome, le persone venivano denudate, distrutte oltre che fisicamente con il lavoro disumano e soprattutto psicologicamente, venivano umiliate, paragonate a degli animali, tatuate con il loro nuovo nome che era un numero, sul corpo come delle bestie da macello, venivano trasportate ai vari lager con dei convogli per il trasporto degli animali, senza finestre, ammassate in centinaia. Come descrive Levi ai prigionieri veniva prima tolto tutto ciò che avevano di umani e poi uccisi per essere nuovamente liberi attraverso il camino... i forni crematori! Levi si salvò grazie alla sua laurea in chimica, infatti venne utilizzato come chimico per la fabbrica che produceva gomma sintetica (anche se non ne venne prodotta neanche un Kg), e iniziò a scrivere il libro proprio in quei giorni, proprio con la speranza che un giorno il suo libro sarebbe uscito dal campo per far sapere al mondo intero (che forse non sapeva o semplicemente non voleva sapere), quello che stava succedendo ad Auschwitz e negli altri campi di sterminio! Non aggiungo altro, se non che è un libro assolutamente da leggere e poi riflettere!!!
Indispensabile
Scritto da marco.calce1998il 06 ottobre 2019Ho letto questo Libro a venti anni, forse un po' tardi ma secondo me è l'età giusto per capirlo pienamente. La lettura di questo Libro è fondamentale, non si può vivere senza averlo letto. Lo consiglio soprattutto a tutti coloro che pensano che nazismo e fascismo abbiamo fatto anche cose giuste. La cosa che più mi ha colpito è il fatto che Primo Levi, che rappresenta tutti i prigionieri, riesce sempre a pensare di essere fortunato, che c'è sempre qualcosa che possa andare peggio. Ma cosa può essere peggio di vivere all'inferno? Per questo motivo, e mi rivolgo soprattutto ai più giovani, non lamentiamoci, non abbiamo il diritto di farlo.
Mi ha fatto entrare dentro al campo della Buna Monowitz.
Scritto da Federicail 01 ottobre 2018 Una lettura forte e, in certi punti, difficile da sostenere, per la forte emotività che suscita il libro più noto di Primo Levi. Ho letto “Se questo è un uomo” da studentessa delle superiori consapevole di ciò che è accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale, ma mai mi sarei aspettata di avere a che fare con la grande capacità narrativa di uno scrittore della levatura di Levi. Ho apprezzato moltissimo il suo essere oggettivo e scientifico, pur descrivendo le mostruosità del Lager, perché, come d’altronde dice lui stesso, per conservare la memoria di quello che “è stato” noi lettori, che siamo i “giudici” del suo libro, dobbiamo essere consci di ciò che è accaduto dentro al campo. E Levi ce lo dice, pagina dopo pagina, raccontando tutto ciò che riguarda la sua persona e gli altri Haftlinge con cui è venuto a contatto, dalle puntuali selezioni per i forni crematori in “Piazza dell’Appello” (così Levi chiama lo spazio antistante i Blocks), al momento del rancio, dove pure una fetta di pane in più o in meno può decidere la sopravvivenza di un uomo anche di un solo giorno in più; alle condizioni di “lavoro” dei prigionieri, al momento delle docce, in cui ogni prigioniero si sente spogliato della propria dignità, del suo essere uomo...
Il libro di Primo Levi è davvero molto potente, perché fa vedere tutto con L’occhio critico dello scienziato, e in particolare del chimico, e, nonostante non ci sia quella “foga” letteraria che è presente invece in molti altri romanzi scritti dai sopravvissuti di quel tempo, arriva dritto al cuore e alla memoria del lettore.
“Che appunto perchè il Lager è una gran macchina per ridurci a bestie, noi bestie non dobbiamo diventare, che anche in questo luogo si può sopravvivere, e perciò si deve voler sopravvivere, per raccontare, per portare testimonianza; e che per vivere è importante sforzarci di salvare almeno lo scheletro, l’impalcatura, la forma della civiltà”
Promemoria
Scritto da Elisail 08 luglio 2018 Promemoria il Levi,
la Seconda Guerra Mondiale,
le violenze disumane,
gli abusi psico-fisici,
i cannoni, le pistole, le camere a gas, i fucili,
il filo spinato,
i treni carichi,
il fumo.
Promemoria per tutti. Perché nessuno deve riportarci al terrore del passato. Uomo del terrore e terrore dell'uomo si mescolano, facendo emergere il carattere più umano e, allo stesso tempo, disumano dell'uomo.
Vero e toccante
Scritto da dlcmikiil 19 maggio 2018Un libro estremamente toccante e davvero emozionante. Mentre lo si legge si ha la sensazione di un blocco allo stomaco. Primo Levi ha raccontato in maniera molto toccante la sua esperienza nei campi di concentramento. Il libro tratta il tema della discriminazione e dell’antisemitismo in maniera dura, in modo da non far dimenticare a nessuno quanto è successo. A mio avviso questo è un libro che andrebbe letto di più e studiato nelle scuole in modo che, attraverso la conoscenza e la consapevolezza, quanto successo non possa mai più ripetersi.
molto bello e triste
Scritto da versacesandrail 18 maggio 2018 A volte il silenzio è una grande forma di rispetto verso qualcosa di più grande di noi.
Per questo avevo deciso di non scrivere nulla su questo libro, su questa lucidissima testimonianza di quell'orrore senza fine che, per quanto ci si possa sforzare di comprendere, non riusciremo mai veramente a capire.
Neanche lontanamente ad immaginare.
Ma poi le parole sono arrivate con prepotenza, non potevo ignorarle.
Anche per rispetto.
Sono troppe le cose che ci mancano per un'adeguata comprensione, troppe...a partire dal senso delle parole.
Ed è esattamente quello su cui vorrei soffermarmi, quello che più mi ha segnato, perché rivoluziona completamente il concetto di "significato".
Noi siamo uomini liberi e siamo abituati ad usare la lingua degli uomini liberi.
Le parole che pronunciamo sono fortemente legate alla nostra condizione.
Esseri umani ridotti ad essere fantasmi di sé stessi, a lavorare per tentare di sopravvive, donne non più tali e uomini non più virili. Un libro scritto per il bisogno di comunicare agli altri ciò che davvero sono stati i campi di sterminio. Consiglio vivamente la lettura di questo scritto di Levi, a tratti sentimentale per la tristezza trasmessa, a tratti critico per l'analisi sociale delle persone. è un libro che vi farà riflettere tanto ma che bisogna leggere nella vita...
molto bello e triste
Scritto da versacesandrail 18 maggio 2018 A volte il silenzio è una grande forma di rispetto verso qualcosa di più grande di noi.
Per questo avevo deciso di non scrivere nulla su questo libro, su questa lucidissima testimonianza di quell'orrore senza fine che, per quanto ci si possa sforzare di comprendere, non riusciremo mai veramente a capire.
Neanche lontanamente ad immaginare.
Ma poi le parole sono arrivate con prepotenza, non potevo ignorarle.
Anche per rispetto.
Sono troppe le cose che ci mancano per un'adeguata comprensione, troppe...a partire dal senso delle parole.
Ed è esattamente quello su cui vorrei soffermarmi, quello che più mi ha segnato, perché rivoluziona completamente il concetto di "significato".
Noi siamo uomini liberi e siamo abituati ad usare la lingua degli uomini liberi.
Le parole che pronunciamo sono fortemente legate alla nostra condizione.
Esseri umani ridotti ad essere fantasmi di sé stessi, a lavorare per tentare di sopravvive, donne non più tali e uomini non più virili. Un libro scritto per il bisogno di comunicare agli altri ciò che davvero sono stati i campi di sterminio. Consiglio vivamente la lettura di questo scritto di Levi, a tratti sentimentale per la tristezza trasmessa, a tratti critico per l'analisi sociale delle persone. è un libro che vi farà riflettere tanto ma che bisogna leggere nella vita...
Racconto lucido
Scritto da bradleyheath85il 17 maggio 2018 Racconto lucido e acutissimo, retto da uno stile asciutto e incisivo, di uno fra i più orribili momenti della storia umana.
Primo Levi non violenta mai la parola, anzi usa sempre parole lievi per descrivere l'inferno che ha vissuto e tale equilibrio stilistico è il riflesso letterario del profondo equilibrio morale che gli ha permesso di intuire e svelarci l'aspetto universale degli avvenimenti di cui è stato doloroso testimone.
Leggetelo ragazzi!
Scritto da giorgioprassiil 16 maggio 2018Un libro angosciante e straziante che narra di come venivano martoriati gli ebrei nei lager e della vita che si svolgeva all'inetrno dello stesso. E' un libro da leggere almeno una volta nella vita, a me è risultato molto utile per immedesimarmi in quello che realmente è successo. La struttura del libro mi piace molto, l'autore utilizza un linguaggio più che comprensibile al pubblico. Ammetto che è dura arrivare alla fine del libro senza aver pianto almeno un paio di volte, tra le altre cose il libro e a utobiografico in quanto primo levi è stato tenuto prigioniero nel lager tedesco. Leggetelo ragazzi perchè serve capire davvero cosa è accaduto in quegli anni bui della storia mondiale. Straziante davvero
Un capolavoro indiscusso
Scritto da Andrea Mariail 16 maggio 2018 Su "Se questo è un uomo" c'è molto poco e al contempo moltissimo da recensire. Essendo ormai entrato da anni a far parte della lista dei libri da leggere almeno una volta nella vita, risulta quasi inutile sottolinearne ancora una volta la grandiosità. "Se questo è un uomo" è un libro che ti entra dentro, già a partire dal titolo. E' un racconto crudo, vero, profondo e spaventoso della vita in un campo di concentramento, di una quotidianità che ben poco ha di quotidiano, della storia di chi ha lottato e chi lotta per la sopravvivenza del corpo e, ancor di più, dell'anima in un contesto in cui è fin troppo semplice perdere entrambi.
Primo Levi è riuscito, con parole semplici e una scrittura "leggera" e coinvolgente, a raccontare uno dei momenti più bui, se non il più buio, della storia umana e a renderlo eterno nella sua spaventosa unicità.
un capolavoro da leggere
Scritto da carmedireil 15 maggio 2018E' un libro che tutti dovrebbero conoscere, specialmente i giovani. La storia del passato e specialmente le atrocità che hanno caratterizzato determinati periodi storici non dovrebbero mai essere dimenticate, non solo per rispetto di chi le ha vissute, ma anche perchè tutto ciò non debba ripetersi. Leggendo simili libri, scopri fin dove arriva la crudeltà dell'uomo, provi paura, ribrezzo, orrore. Rivaluti la tua vita di oggi, fatta di tante banalità, superficialità e forse troppo benessere ed impari ad apprezzare le cose davvero importanti che il più delle volte sembrano scontate. Colpisce dritto al cuore raggiungendo il suo scopo (la memoria, la consapevolezza e il senso di vergogna per aver permesso che accadesse).
Reale
Scritto da margaret_tringaliil 15 maggio 2018La testimonianza di un uomo che ha vissuto l’orrore del lager, e ne è uscito vivo. L’h trovato molto toccante, l’autore descrive la vita al lager nei minimi dettagli, la fila la freddo per avere il cibo, i ritmi di lavoro massacranti a condizioni disumane, e le terribili ‘’selezioni’’, dove chi non è adatto finisce al crematorio. Ogni volta che leggo un libro su questo argomento, rimango sempre stupita su come sia stato possibile che tutto questo sia esistito.
Testimonianza autentica
Scritto da Noemiil 14 maggio 2018A 70 anni di distanza dalle pagine più brutte della storia dell'umanità, questo libro è la testimonianza vera e autentica, insieme naturalmente alle altre testimonianze di chi è sopravvissuto, che spinge alla riflessione e al pensiero. In una descrizione così quotidiana, come quella appunto di una confessione, c'è un mondo che ogni lettore può scorgere. Questa forse è la risposta per tutti coloro che sono riguardo le testimonianze storiche su lager e campi di sterminio.
Testimonianza dolorosa..
Scritto da Valeriail 13 maggio 2018 La descrizione di Primo Levi sulla sopravvivenza nel lager di Auschwitz è la storia della tenacia umana e la determinazione di trovare un modo per sopravvivere di fronte a stranezze incomprensibili e travolgenti. La lettura di questo libro offre un'immagine incomparabile delle atrocità commesse in Germania e in Polonia dai nazisti. Queste orrende attività sono state facilitate in parte da un'Europa che non poteva o non voleva capire. Se questo è un uomo è un libro toccante, che doveva essere scritto, non solo perché possa essere letto, ma perché Levi aveva bisogno di scriverlo.
Il passo che più mi ha toccato è quello in cui Levi parla dei musicisti del campo, i quali suonavano le stesse canzoni ogni giorno quando gli schiavi uscivano e tornavano dal lavoro. Levi scrive che anche anni dopo, ascoltare queste canzoni innocenti faceva gelare il sangue nei corpi dei sopravvissuti.
Da brividi
Scritto da gianluca.93perriil 13 maggio 2018Libro pazzesco, come specifica l'autore del libro quest'opera nasce dall'esigenza di raccontare l'accaduto, da un bisogno. Il libro racconta la storia all'interno del lager, spiega ogni minimo dettaglio: dal lavoro, alla morte, dalla paura di non uscirne vivi, alla speranza di ritornare alla propria vita normale. Libro da leggere almeno una volta nella vita, per capire quantomeno fin dove si è spinta la cattiveria umana. Importante è la divulgazione di quest'opera affinché si possa se sensibilizzare l'animo umano e per non ricadere negli errori ed orrori del passato.Lettura assolutamente consigliate
Da leggere
Scritto da mariarosaria77il 11 maggio 2018"Se questo è un uomo" non è solo un capolavoro della letteratura italiana, ma è uno di quei libri che ogni uomo dovrebbe leggere almeno una volta nella propria vita. Opera prima di Primo Levi è la sconvolgente testimonianza del lager di Auschwitz (più precisamente Monowitz) dove l'autore è stato prigioniero per circa un anno, uno dei pochissimi sopravvissuti (il 90% di coloro che entravano nei lager venivano uccisi). "Se questo è un uomo" non descrive come ebrei, zingari, prigionieri russi e tutti coloro ritenuti nemici del terzo Reich venivano eliminati nelle camere a gas, non descrive le SS i loro capi, ma racconta molto chiaramente quello che l'uomo è stato in grado di fare a se stesso; umiliarlo, togliendogli la dignità, il proprio nome, le persone venivano denudate, distrutte oltre che fisicamente con il lavoro disumano e soprattutto psicologicamente, venivano umiliate, paragonate a degli animali, tatuate con il loro nuovo nome che era un numero, sul corpo come delle bestie da macello, venivano trasportate ai vari lager con dei convogli per il trasporto degli animali, senza finestre, ammassate in centinaia. Come descrive Levi ai prigionieri veniva prima tolto tutto ciò che avevano di umani e poi uccisi per essere nuovamente liberi attraverso il camino... i forni crematori! Levi si salvò grazie alla sua laurea in chimica, infatti venne utilizzato come chimico per la fabbrica che produceva gomma sintetica (anche se non ne venne prodotta neanche un Kg), e iniziò a scrivere il libro proprio in quei giorni, proprio con la speranza che un giorno il suo libro sarebbe uscito dal campo per far sapere al mondo intero (che forse non sapeva o semplicemente non voleva sapere), quello che stava succedendo ad Auschwitz e negli altri campi di sterminio! Non aggiungo altro, se non che è un libro assolutamente da leggere e poi riflettere!!!
Viaggio nelle tenebre del dolore umano
Scritto da Valeriail 11 maggio 2018Primo Levi ci offre la testimonianza di un'esistenza straordinaria. Mette il lettore di fronte all'esperienza di un uomo sprovvisto di sicurezze, di appigli fisici e morali, in preda alle cattiverie più assurde dell'animo umano. Il periodo storico e gli eventi storici da lui messi in evidenza permettono al lettore di ogni generazione di approcciarsi ad un passato che non va dimenticato. Il futuro dipende da quanto siamo capaci di riconoscere gli errori del passato e dalla volontà che abbiamo di evitare che si ripetano. Consigliate questo libro a chiunque, va assolutamente diffuso.
Una testimonianza eterna.
Scritto da linabarriscianoil 05 dicembre 2017 Ci sono testimonianze destinate ad eternarsi, nel nucleo della loro grandezza. “Se questo è un uomo” è proprio una di queste.
La tematica è straziante, eppure Primo Levi ha avuto l’incredibile capacità di affrontarne i lati più oscuri con un animo sensibilmente coscienzioso. Da questo libro fuoriesce un’eleganza inopinabile, dalla poesia iconica, che apre questo universo.
Un libro che non ha nessun altro scopo se non quello di renderci consapevoli, renderci consapevoli della capacità distruttiva dell’uomo.
E con questo, ha informato generazioni, e continuerà a farlo. Un urlo d’aiuto, eppure non nel presente, un urlo che si prolunga verso il futuro.
Perché non si dimentichi mai, ciò che è accaduto.
Per non dimenticare
Scritto da tinapica17il 03 dicembre 2017Forse uno dei libri più famosi, in Italia, in cui si parla dei campi di concentramento. Primo Levi ha realizzato un libro immenso, una testimonianza che ha portato in giro del paese affinchè niente di ciò che è accaduto possa essere ripetuto. Un libro che si legge con grande difficoltà e dolore, ma che purtroppo racconta una storia vera. Da far leggere soprattutto nelle scuole, perchè è fondamentale non dimenticare.
Immenso
Scritto da vitomaiullari98il 02 dicembre 2017 Se questo è un uomo di Primo Levi è uno di quei libri che chiunque dovrebbe leggere almeno una volta nella vita.
Mostra com'era realmente la vita all'interno dei campi di concentramento e la crudeltà dei nazisti nei confronti degli ebrei di qualsiasi età, anziani e bambini, durante la seconda guerra mondiale.
Inoltre adoro la maniera dettagliata con cui Primo Levi racconta cosa ha visto in quei mesi, riesce ad incollare il lettore al libro dalla prima fino all'ultima pagina.
Consiglio fortemente questo libro, un capolavoro.
C'è Uomo , e uomo.
Scritto da giordgiuil 29 novembre 2017Il dettagliato racconto di come si svolgeva la vita quotidiana dei detenuti nei Lager ci porta a riflettere sulla condizione della sopportazione di ingiustizie e disumani orrori commessi fino al genocidio di massa. A fine lettura , la domanda a cui si arriva è sempre attuale: Fino a che punto un uomo può fare violenza e uccidere un altro suo simile per convinzioni politiche , religiose , razziali o per brama di potere ? IL tema è sempre proponibile anche per i giorni nostri per ricordarci che le guerre non sono altro che perdite di vite , costi ulteriori per gli Stati , e nessuna vittoria o ricchezza. Quando lo capiremo?
Tutti dovrebbero leggerlo
Scritto da Giorgiail 29 novembre 2017Lessi per la prima volta questo libro alle scuole medie, e da allora periodicamente lo rileggo, perchè fin da subito mi è entrato dentro e mi ha aiutato molto a comprendere la storia a noi non così tanto lontana. Il racconto è abbastanza breve, conciso, diretto e tagliente, proprio come doveva essere per rendere al massimo le sensazioni vissute, la paura, la forza, il coraggio, l'umanità e la disumanità, il freddo, la fame, l'intelligenza, la disperazione, la speranza.. Lo stile di Primo Levi è questo, ti arriva subito e trapela benissimo ogni suo sentimento al riguardo. Racconto veramente toccante e storicamente preciso, tutti dovremmo leggerlo fin dalle scuole. Conoscere, immedesimarsi e non dimenticare mai.
Toccante
Scritto da chiaratonioli97il 29 novembre 2017Un libro vero, che ti trasporta in un'altra dimensione. Senza fronzoli e artifici retorici, Levi ti fa sprofondare nella cruda e fredda realtà della seconda guerra mondiale. In questa autobiografia il lettore ripercorre passo passo il percorso straziante che Primo Levi ha vissuto durante la sua permanenza ad Auschwitz , senza censure. Toccante e istruttivo, un libro che tutti (nessuno escluso) dovrebbero leggere per "ricordare che questo è stato" cit.
Dolorosamente necessario
Scritto da CRISil 28 novembre 2017 Ho letto il capolavoro di Primo Levi in età avanzata e, probabilmente, questo è stato un bene.
Pur essendo consapevole del valore storico e letterale dell'opera di Levi, se lavessi letto forzatamente, magari su consiglio/obbligo di un maestro o professore, probabilmente mi sarebbe piaciuto di meno.
"Se questo è un uomo" è molte cose: una testimonianza di un fatto storico che dovrebbe fungere da insegnamento per l'umanità (ma purtroppo così non è); un analisi lucida della perdita di umanità (vista in entrambi i sensi, sia da parte del prigioniero che del carceriere); una dimostrazione dell'adattabilità dell'uomo che, portato ai bisogni primordiali, trova comunque un modo per preservarsi.
È questo e molto di più.
Soprattutto è leggibile come pochi altri libri con così tanta sostanza, è intelligente ma adatto a tutti, è lucido ma emozionante, soprattutto considerato che fu scritto poco dopo la scarcerazione da Auschwitz.
Insomma, un capolavoro della narrativa italiana che, giustamente, viene continuamente ristampato.
Io lo lessi in un edizione scolastica, in cui tutti i capitoli erano corredati di spunti di riflessione e varie edizioni ne sono state fatte negli anni.
Se ancora non l'avete,questa edizione di Einaudi è perfetta.
Un libro obbligatorio
Scritto da Flaviail 12 marzo 2017In questo libro unico e assolutamente da leggere, Primo Levi racconta i suoi giorni di prigionia ad Auschwitz. Si tratta di una testimonianza in cui Levi riesce a coinvolgere emozionalmente il lettore, che, nonostante le condizioni drammatiche, non smette mai di sperare nella salvezza del protagonista/autore. Una lettura obbligatoria proprio per tutti, sia per non far dimenticare mai gli orrori a cui l’uomo è stato capace di arrivare, sia per farci capire che non bisogna mai smettere di sperare, anche nelle situazioni più disperate.
Consigliato
Scritto da katiafioccoil 12 marzo 2017"Se questo é un uomo" é stato un viaggio alla scoperta della crudeltà umana, della cattiveria allo stato puro, dei pregiudizi infondati. Esseri umani ridotti ad essere fantasmi di sé stessi, a lavorare per tentare di sopravvive, donne non più tali e uomini non più virili. Un libro scritto per il bisogno di comunicare agli altri ciò che davvero sono stati i campi di sterminio. Consiglio vivamente la lettura di questo scritto di Levi, a tratti sentimentale per la tristezza trasmessa, a tratti critico per l'analisi sociale delle persone.
Riflettere
Scritto da Tinail 12 marzo 2017 Un libro drammatico e commovente che Primo Levi ha scritto dopo la sua triste esperienza nei campi di concentramento ad Auschwitz. Ha fatto e fa conoscere ancora al mondo intero le atrocità di cui è stato capace di fare l'uomo nei confronti di un suo simile, considerato inferiore e per questo non degno di vivere. Una storia che tocca il cuore e mette a nudo le condizioni disumane dei lager e le umiliazioni a cui erano sottoposti i deportati; ciascuno perdeva la dignità di essere
" un uomo".
Capolavoro novecentesco,immancabile
Scritto da satira9877il 09 marzo 2017Una parte della storia tesa ad essere negata, ma purtroppo esistita. Un mondo lontano, caratterizzato dalla crudeltà degli uomini. Un crimine davvero disumano, che nessuno accetterà mai. L'autore racconta la terribile esperienza dei campi di concentramento ad Auschwitz,vissuta personalmente. Il libro è nato dall'impulso immediato e violento di far conoscere agli altri queste tragiche vicende, e liberarsi interiormente. Rappresenta la testimonianza della dignità e dell'abiezione di fronte allo sterminio di massa. Un lungo viaggio nella memoria, dalla deportazione alla liberazione, alla ricerca di un'identità. Levi racconta della sua fortuna nel bene e nel male, di essere sopravvissuto, in quanto il governo tedesco decise di prolungare la vita media dei prigionieri da eliminare, e di possedere una laurea in Chimica. Esperienza condivisa, e tutt'ora presente nelle menti dei sopravvissuti. Racconto davvero straziante, quasi irreale, che penetra nell'anima del lettore. Un invito ad approfondire la conoscenza di una parte della storia destinata a rimanere nell'ombra.
Per Non Dimenticare
Scritto da Giuliail 09 marzo 2017 Primo Levi racconta il suo periodo di prigionia nel campo di concentramento di Auschwitz.
Questo è uno di quei libri che tutti dovrebbero leggere per riflettere su ciò che è successo e fare in modo che non si ripeta mai più.
Levi descrive la vita nel campo in modo semplice e chiaro:le condizioni,il degrado e le umiliazioni a cui venivano sottoposti i detenuti e la meschinità e la disumanità delle guardie del campo.
Un libro profondo,toccante e che ci spinge a riflettere.
Capolavoro
Scritto da linda.sicignano24il 08 marzo 2017Il romanzo è estremamente toccante, perché al di là delle crude descrizioni di ciò che ha visto accadere ai propri compagni di sventura, al sangue versato, ai bisogni primari insoddisfatti, l'autore parla di una creatura che cerca di reagire. Primo Levi racconta di come, in un luogo in cui la morte era una compagna di viaggio quasi desiderata, per quanto tremende erano le condizioni di vita, scopre un'incredibile forza che smuove una passione naturale e pura per la vita. Il coraggio, la necessità di non lasciarsi andare, e un amore celato dalla sofferenza, ma pur sempre esistente, lo hanno indotto istintivamente a reagire, e questa reazione ha trovato significato nella scrittura, in parole da nascondere perché, nel campo, non era concesso neppure scrivere. Primo Levi nel libro Se questo è un uomo, oltre a raccontarsi, cerca di dare una spiegazione, una parvenza di ragionamento per trovare, se possibile, la causa che ha spinto degli essere umani ad annullare la personalità, l'individualità e l'esistenza dei loro simili. Nonostante la brutalità, dietro questazione violenta che priva lentamente della vita un altro individuo, non ci sono animali domati soltanto dall'istinto, ma una persona qualunque, di quelle che s'incontrano per strada o al lavoro. Non c'è nessuna forma di normalità dietro il dolore gratuito che viene inflitto, ed è questo il male radicale, quello perverso, che non può essere spiegato né gestito, ma che in qualche modo deve essere contenuto dentro il petto di chi ha subito l'esproprio della propria anima. E quando il protagonista di "Se questo è un uomo" riesce a sopravvivere e a uscire da Auschwitz con le proprie gambe, non è in grado di lasciare la propria sofferenza dietro il filo spinato del campo di concentramento, ma se lo porta addosso, oltre, per tutto il tempo che gli resta da vivere
Historia magistra vitae
Scritto da GABRIELEil 08 marzo 2017La parte più importante del libro è la sua triste realtà. Levi è riuscito a incanalare sensazioni, gioie, tormenti e passioni vissute e condivise purtroppo da milioni di persone, comunicando il tutto con una forte empatia. Con "Se questo è un uomo", Levi riesce a raggiungere il suo obiettivo ultimo: la conservazione e trasmissione della memoria collettiva, affinchè tutto ciò non si possa più ripetere, affinchè un uomo non debba più perdere la sua inviolabile dignità, affinchè il passato non diventi attualità. Libro da far assolutamente leggere a tutti, essendo un libro che trascende le generazioni e le nazionalità
Mai dimenticare
Scritto da giorgia.volumiil 07 marzo 2017 Una lettura per niente facile, ma necessaria.
Queste pagine contengono un testamento che ognuno dovrebbe leggere e ricordare per la vita per rendere il dovuto omaggio alle vite strappate dal più grande eccidio della storia. Il tema del ricordo impregna questo libro, che contiene l’esperienza vissuta sulla propria pelle dall’autore e le più dettagliate descrizioni della vita nel lager nazista, soffermandosi anche sulla psicologia degli aguzzini tanto quanto quella dei deportati.
Un libro sconvolgente, agghiacciante, terrificante, crudo come le vicende che tramanda.
Un uomo perduto (e ritrovato)
Scritto da STEFANOil 06 marzo 2017 In questo libro viene narrata la giornata tipo di un prigioniero nel campo di concentramento di Auschwitz; e questa narrazione avviene per una testimonianza diretta dell’autore del libro: Primo Levi.
Innanzitutto è da premettere cha la shoah ha rappresentato uno dei momenti più drammatici del ‘900.
Secondariamente, come ben messo in evidenza da Primo Levi nell’antisemitismo hitleriano vi è l’umiliazione, l’offesa, la degradazione dell’uomo nei confronti del suo simile.
anime perdute
Scritto da giuliaghirardi13il 04 marzo 2017E' un libro bellissimo: la trama, una storia vera, arriva diritta al cuore. La grande capacità di Levi in questo libro è stata quella di riuscire a intrappolare emotivamente il lettore. Una volta iniziato è impossibile smettere la lettura. Lo scrittore racconta della sua dolorosa esperienza nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale. I fatti sono crudi e trasparente è la crudeltà che fu usata da un uomo contro un altro uomo. Consiglio vivamente la lettura, in primo luogo perchè è un libro che fa riflettere profondamente e in secondo luogo perchè credo sia importante ricordare ciò che è stato, e grazie questo libro sembra di immegersi nella narrazione di quei fatti.
Commovente, doloroso, una dura verità
Scritto da iuliana.golomozil 04 marzo 2017 "Se questo è un uomo" è uno dei tanti libri sulla shoa. E' particolare perché scritto da qualcuno che ha vissuto delle dure esperienze nei campi di concentramento e che non era uno scrittore. Primo Levi ha scritto la sua storia, la sua testimonianza, come la sentiva, per raccontare al mondo ciò che aveva vissuto e ciò che lo tormentava anche una volta uscito e sopravvissuto alla prigionia.
Nonostante il dolore e gli orrori vissuti, nel libro non è mai presente l'odio, il desiderio di vendetta, bensì la speranza. Nonostante tutto, Primo Levi manda un messaggio positivo, pieno di speranza, perché si può sopravvivere ed essere umani, anche quando gli altri si impegnano per farci diventare delle bestie. Un libro toccante, commovente, un altro punto di vista su una tragedia che ha segnato la storia.
leggetelo e fatelo leggere
Scritto da baby_gesil 04 marzo 2017 Per quanto non credo nella necessità di recensire questo prodotto, eccomi qua.
L'unica cosa che si può dire su questo libro è che dovrebbe essere una lettura obbligata.
Fa male, è duro da mandar giù, fa riflettere (ma forse mai abbastanza), ha la parvenza di un romanzo per quanto non ci si creda che simili orrori siano davvero accaduti. Tuttavia, Levi riesce ad esaltare anche ciò che di buono c'è al mondo, sostiene che non ci sia solo bianco e nero ma anche una zona grigia che va considerata.
Un Pugno nello stomaco
Scritto da ANDREAil 04 marzo 2017 Non trovo altre parole per descrivere questo libro se non quelle utilizzate nel titolo della recensione. La letteratura è piena di testi sullo sterminio degli ebrei e sui campi di concentramento ma Primo Levi è stato capace di descrivere l'orrore come nessun altro. Lo fa senza bisogno di scendere troppo nei dettagli di quell'orrore perché non è necessario, gli basta una frase, a volte anche una parola soltanto ed è come se ci catapultasse lì, a vivere quello che lui e tanti altri sono stati costretti a vivere. La poesia iniziale è poi qualcosa di orribile e stupendo al tempo stesso.
Un testo che TUTTI dovrebbero leggere almeno una volta nella vita.
Una lettura immancabile
Scritto da gamma9946il 04 marzo 2017Tragico e drammatico questo romanzo che narra l'impensabile realtà vissuta dagli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Pagine su pagine di dolore e atroci realtà quasi impossibili da immaginare; il mondo di Levi è colmo di gratuita violenza e miseria umana, di un dolore atavico che costringe spesso a voltare gli occhi, poiché quasi ci si vergogna di appartenere al genere umano. Forse il termine umano non è da utilizzarsi, se riferito a questo testo: bestiale e animalesco è il comportamento di carnefici che si compiacciono della loro crudeltà,che si fanno beffe della vita e della morte, che amano torturare e godono nel prevaricare con violenza. Romanzo essenziale per chi voglia aprire gli occhi sulla pagina più tragica della storia mondiale, è molto crudo e, quindi, adatto agli adulti. E’ un capolavoro diaristico che svela la semplicità di chi spera e, vittima immolata, attende che si compia il proprio destino, il volere di Dio.
Tragico
Scritto da alessioferranteil 03 marzo 2017Tragico e drammatico questo romanzo che narra l'impensabile realtà vissuta dagli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Pagine su pagine di dolore e atroci realtà quasi impossibili da immaginare; il mondo di Levi è colmo di gratuita violenza e miseria umana, di un dolore atavico che costringe spesso a voltare gli occhi, poichè quasi ci si vergogna di appartenere al genere umano. Forse il termine umano non è da utilizzarsi, se riferito a questo testo: bestiale e animalesco è il comportamento di carnefici che si compiacciono della loro crudeltà,c he si fanno beffe della vita e della morte, che amano torturare e godono nel prevaricare con violenza. Romanzo essenziale per chi voglia aprire gli occhi sulla pagina più tragica della storia mondiale, è molto crudo e, quindi, adatto agli adulti. E’ un capolavoro diaristico che svela la semplicità di chi spera e, vittima immolata, attende che si compia il proprio destino, il volere di Dio.
Libro d'effetto
Scritto da pezzulloantoniail 01 marzo 2017Nonostante il toccante argomento che questo libro tratta, è molto particolare come lo scrittore Levi sia riuscito a descrivere e allo stesso tempo bilanciare le atrocità di cui erano oggetto tutti coloro che venivano deportati nei campi di concentramento e l'esaltazione di grandi valori umani quali l'amicizia, la solidarietà, l'affetto , la condivisione della sofferenza e così via. Libro davvero indimenticabile.
Tutti dovrebbero leggerlo
Scritto da mattiail 01 marzo 2017Questo non è un romanzo, è un pugno nello stomaco. Ho letto questo libro per la prima volta al liceo e certi passaggi mi sono rimasti impressi a fuoco nell'anima. L'idea che quello che racconta primo Levi non sia frutto di fantasia, ma una brutale cronaca degli eventi è insopportabile, come insopportabile il pensiero che esseri umani possano essere diventati tanto abbietti. Tutti dovrebbero leggerlo e meditare, perché la storia non si ripeta.
Ulisse e Primo
Scritto da VALENTINAil 01 marzo 2017 “Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza.”
– Dante Alighieri
Se questo è un uomo può essere definito la testimonianza letteraria più alta, e forse più toccante, proprio per la lucidità “scientifica” del racconto, della tragedia dell’Olocausto, scritta non da un letterato di professione, ma da un chimico, da uno scienziato, il torinese Primo Levi, all’indomani della Liberazione, nei primissimi anni del Secondo dopoguerra, nel 1947. Tuttavia, all’interno della breve opera di Levi, è fatto un paragone con il più alto esempio di letteratura italiana, la Divina Commedia. Nello specifico, l’intero capitolo undici è dedicato al canto XXVI dell’Inferno dantesco: è creato un parallelismo tra la condizione di Ulisse e di Primo, e dunque, per estensione, di tutti i prigionieri del lager.
Nel passo, Jean, un compagno di prigionia di Levi che ricopre la carica di Pikolo, ha l’incarico di prelevare il rancio per il proprio gruppo di internati. Poiché il trasporto della marmitta piena di zuppa richiede la collaborazione di un’altra persona, egli ha facoltà di scegliersi, di volta in volta, un accompagnatore: un giorno tocca a Primo Levi seguirlo fino alla baracca delle cucine. Nel non lungo tragitto verso tali cucine, si svolge una lezione dal profilo molto speciale: il giovane Jean esprime al proprio compagno di prigionia il desiderio di apprendere la lingua italiana. Levi vuole accontentarlo, ma compie una scelta metodologicamente curiosa: assume come testo di partenza il canto XXVI dell’Inferno dantesco. Una scelta istintiva, la cui ragione profonda si chiarisce solo dopo, quando la lezione assume una piega imprevista: i versi danteschi si rivelano poco produttivi dal punto di vista linguistico, ma incredibilmente attuali e incisivi riguardo ai contenuti, capaci di far luce in maniera sorprendente sulla situazione dei deportati. Nel contesto disumano e annientante del campo, nel naufragio della propria dignità, il ricordo del XXVI canto dell’Inferno fa affiorare, salvandola dalla brutalità del campo, l’identità profonda dell’io. Dante arriva a contaminare il racconto: Levi sarebbe stato disposto a sacrificare un bene essenziale nel campo, il misero rancio, pur di salvare quei ricordi dall’oblio, poiché gli consentivano di ristabilire un legame con il passato, fortificando la sua identità. Ricordare Dante è un modo per ritrovare se stessi nell’abisso del nulla, ma è anche uno strumento per recuperare la propria umanità, la propria capacità di “far funzionare la mente” nell’inferno della bestialità e della barbarie, dove l’umanità è messa in discussione.
Levi capisce il perché della sua scelta spontanea quando arriva alla celebre esortazione che Ulisse rivolge ai compagni prima di sprofondare oltre l’abisso delle Colonne d’Ercole: “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”. Ed è qui che si colloca, non a caso, il fulcro tematico del passo: Levi condanna la cinica malvagità del sistema dei campi di concentramento, che miravano a ridurre gli uomini allo stato animale, e rilancia uno scopo più nobile e più degno per la creatura eletta: inseguire virtute e canoscenza. È la contrapposizione che si crea anche nel preciso momento vissuto da Primo e Jean della lezione: ridotti dai loro aguzzini alla condizione di bruti, essi si elevano tuttavia alla canoscenza, alla sete di sapere.
Tuttavia, l’Ulisse di Dante e l’Ulisse di Levi sono intrinsecamente diversi: per Dante, la razionalità di Ulisse non illuminata dalla grazia di Dio, che anzi prescinde proprio dal volere divino e si spinge oltre, in un atto estremo di superbia, è un “folle volo”; per Levi, al contrario, il volo di Ulisse non è empio, non è folle, è bensì un appello alla dignità operativa della ragione umana, anche in condizioni estreme. Recuperando virtù e conoscenza, cioè la propria capacità innata di spingersi oltre il limite, i deportati, costretti a vivere come bruti, riacquistano, anche se per un solo attimo, la loro dignità umana.
Il naufragio di Ulisse in vista della montagna del Purgatorio, riflette il naufragio di Primo: grazie alla memoria di Dante, egli ha momentaneamente riconquistato la propria identità che tuttavia, subito dopo, viene nuovamente sommersa dalla realtà di Auschwitz che torna a dominare con la sua Babele di lingue, con le sue necessità fisiche primarie e con tutto il suo dolore.
Un libro per riflettere
Scritto da Debora il 24 novembre 2016Scritto tra il 1945 ed il 1947,questo romanzo rappresenta l'esperienza tragica nei campi di concentramento del protagonista e scrittore, Primo Levi, durante la seconda guerra mondiale. Al di là del racconto della vita all'interno dei lager, in cui uomini e donne venivano trattati come vere e proprie bestie, costretti ai lavori forzati, spogliati di ogni dignità, l'autore fa una riflessione più importante: egli parla di una coscienza che cerca di reagire a questa sofferenza, di una forza che lo spinge ad amare la vita e cerca di dare una spiegazione a questo male e a tutta questa brutalità.
Ne uscirete cambiati
Scritto da Alexil 23 novembre 2016Per calarsi totalmente nel libro, secondo me va letto in una fredda e grigia giornata di gennaio, preferibilmente nel giorno della memoria. Toccante, sconvolgente e assolutamente commovente. Levi, attraverso il racconto della sua stessa esperienza, descrive con assoluta lucidità la barbarie nazista dei campi di concentramento. Un'opera che sicuramente lascia un segno nelle anime più sensibili, ma che non lascia indifferente nessuno. Aiuta sicuramente ad imparare, a ricordare e a non dimenticare.
UN CAPOLAVORO
Scritto da anna.bentivogli97il 23 novembre 2016Un libroche ho letto per scuola ma che mi ha veramente conquistato. Levi parla della esperienza personale nel campo di concentramento e riesce a farlo toccando l'anima del lettore ma essendo sempre delicato. Questa testimonianza è un vero capolavoro sia per ciò che rappresenta sia per come questa triste realtà è raccontata. Penso che questo sia un libro che ogni persona debba leggere per capire meglio l'uomo e essere veramente coscienti della storia.
PER NON DIMENTICARE
Scritto da virginiareale12il 23 novembre 2016Spiega perfettamente come all'interno di ogni gruppo sociale si annidi un germe letale che può esplodere e contagiare le masse in modo improvviso e incontrollato. Tale germe produce una fiducia cieca e incondizionata nella presunta e sedicente superiorità. Ecco creato ad arte l'alibi per poter commettere violenze e soprusi nei confronti dei più deboli, delle minoranze, precipitando nel baratro senza fondo della inciviltà e della barbarie. Solo la memoria storica può evitare che si ripeta questo scempio. Il libro, ben scritto, racconta con ironia e genuina crudeltà l'inferno dei lager, catapultando fin da subito il lettore in una dimensione aliena fatta di freddo, nebbia, fame, violenza, privazioni, annichilimento, dolore, paura e reiterati tentativi di calpestare la dignità umana. Colpisce dritto al cuore raggiungendo il suo scopo (la memoria, la consapevolezza e il senso di vergogna per aver permesso che accadesse).
Crudo e sincero
Scritto da Albertoil 22 novembre 2016Se questo è un uomo è un libro che bisogna leggere. È un libro crudo, schietto e spietato perché altrettanto cruda, e spietata è la storia che racconta. Primo Levi ci spiega come il lager nazista sia un meccanismo concepito per annullare la natura umana negli uomini. Ridotti a lottare gli uni contro gli altri per sopravvivere, separati dai propri cari, spogliati dei propri vestiti, rasati e privati di un nome. Queste sono le storie di cui ci parla Levi, storie che non possono non rimanere impresse nei lettori e toccarne le coscienze.
Non lo dimentichi
Scritto da Mil 19 maggio 2016 E' indubbiamente uno di quei libri che tutti dovrebbero leggere. Scritto in modo semplice e diretto, è il racconto dei suoi giorni dalla cattura nel dicembre 1943 fino alla liberazione del complesso dei campi di Auschwitz il 27 gennaio 1945. In esso è racchiuso tutto l'orrore della deportazione, della prigionia e della distruzione dell'uomo, non solo fisica ma soprattutto mentale. Primo Levi torna più volte proprio su questo fatto: non si è più umani quando si è costretti a stare in queste terribili condizioni, difficile sopravvivere se si inizia a pensare.
Il suo racconto fa male e fa riflettere.
Doveroso leggerlo
Scritto da erregi65il 18 maggio 2016 Questo libro fa male quando lo si legge.
Ma leggerlo non farà mai male al lettore quanto il male patito dai prigionieri in quell'inferno. O come il male che rischia di ripetersi se non si conserva la memoria di quello che è successo.
Spesso di fronte alle cose brutte tendiamo a voltarci dall'altra parte, per non guardare, per non essere costretti a pensarci. E invece è proprio di fronte alla testimonianza di un orrore del genere che non dobbiamo ritrarci, anzi dobbiamo conoscere quello che è successo per cogliere i segnali ed assicurarci che non si ripeta mai più.
Libro attuale come non mai, purtroppo.
Libro crudo che grida mai più orrore
Scritto da carlof132il 18 maggio 2016 Questo libro andrebbe letto da tutti, più di mille parole dette al
le grandi manifestazioni di ricordo delle olocausto, ti arriva e ti colpisce il cuore per sempre. L'autore ha provato sulla sua pelle l'orrore del lager nazisti. Gli uomini venivano trattati come vermi di terra, senza diritti, strumenti di lavoro finchè erano in forza altrimenti fucilati o gassati come fossero niente, solo perchè erano ebrei. Prima di togliere la vita toglievano la dignità, la speranza, la fiducia negli altri. Distruggevano prima l'anima e poi il colpo. E' un libro crudo, cose è ovvia che sia, ma per questo urla a nostre coscienza che questo orrore non si verifichi mai più.
Da leggere almeno una volta nella vita
Scritto da Paolail 06 maggio 2016Primo Levi racconta in questo libro come il lager nazista sia pensato appositamente per trasformare gli uomini in vere e proprie bestie, costretti a lottare gli uni contro gli altri per la sopravvivenza. Obbligati ai lavori forzati, denutriti e privati persino del nome, spogliati di qualsiasi bene e divisi dalle proprie famiglie.Un libro pieno di emozioni che lascerà il pensiero di quest’uomo sopravvissuto impresso negli occhi e nel cuore di chiunque legge questo libro.
Capolavoro universale
Scritto da Elisail 06 maggio 2016"Se Questo è un Uomo" è una grande opera da vari punti di vista: innanzitutto si tratta di un documento storico, un'importante testimonianza scritta di quanto è accaduto nei lager tedeschi; non bisogna trascurare poi il fatto che si tratti di un libro scritto davvero molto bene, entrando così di diritto tra i classici e tra i più importanti libri della letteratura italiana; infine, è un libro che fa riflettere, molto. E no, non solo su quanto è accaduto, ma fa riflettere anche sull'intera natura umana (infatti l'autore accenna all'idea di lager come grande laboratorio umano e crudele esperimento sociale). Davvero un libro molto profondo da diversi punti di vista, che ha suscitato in me diversi stati d'animo, tra cui la consapevolezza di non potere comprendere pienamente le sofferenze delle vittime (io, al sicuro a casa mia, al caldo, sazia, come posso rendermi pienamente conto di cosa significa essere catapultati in un inferno del genere?), ma anche sorpresa (non sapevo molte cose tra quelle narrate nel libro: ad esempio, non sapevo che si fosse venuto a creare un vero sistema economico, un mercato, all'interno del lager). Che altro posso aggiungere? Si tratta di un libro davvero pieno, profondo, toccante, e non posso fare altro che invitarvi a leggerlo, perché ne vale davvero la pena.
DA LEGGERE E RILEGGERE
Scritto da ALBERTOil 06 maggio 2016Se vuoi toccare con mano i dolori della guerra e i frutti dell'odio ti devi soffermare su ogni singola parola di ogni singola pagine di questo meraviglioso prodotto della letteratura, che non fa altro che esprimere quello che è stato, forse dimenticato da troppi, prodotto dall'odio nazista e fascista! Leggere come disse Umberto Eco ti permette di vivere più vite, e per conoscere, a volte provando dolore ( ma la conoscenza è anche scottarsi con il fuoco) , quel pezzo della nostra storia , dobbiamo immergerci in questo doloroso racconto di un UOMO !
Cosa ne pensa la Stampa
Dettagli
- Listino:€ 12,00
- Editore:Einaudi
- Collana:Super ET
- Data uscita:27/01/2014
- Pagine:214
- Formato:Tascabile
- Lingua:Italiano
- EAN:9788806219352