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Anno edizione: 2014
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Cosa ci fa l'investigatore privato Pepe Carvalho a Buenos Aires? Perché ha abbandonato la sua Catalogna per recarsi in Argentina? È alla ricerca di suo cugino Raúl. Suo zio lo ha infatti incaricato di ritrovare suo cugino, che, dissidente argentino, era emigrato in Spagna ma che dopo molti anni aveva fatto all'improvviso ritorno in patria. Le ricerche metteranno Carvalho in contatto con i vecchi compagni di Raul, tra cui la bella Alma. Non saranno poche le volte che l'investigatore riuscirà ad incontrare Raúl, ma facendo fatica a convincerlo a ritornare in Spagna dovrà mettersi in società con don Vito, investigatore privato, per finanziarsi il soggiorno in terra straniera. Le indagini dell'investigatore ”gagliego” diventano così occasione per conosce la storia dell'Argentina, la sua cucina, la sua musica. Un romanzo da assaporare per tutti gli amanti del giallo, del poliziesco e per coloro che amano immergersi nella storia di culture diverse. Montalbán accompagna i lettori con la sua nota maestria, ma anche col suo sguardo colto, politico, a tratti tristemente disilluso.
Leggerlo prima o dopo Verbisky fa tutta la differenza del mondo. Perché, se non immagini quello che era successo vent’anni prima è una cosa, se già lo conosci in tutto il suo dirompente orrore, se già hai sentito parlare dei voli della morte e dell’isola del silenzio, dell’ESMA e delle connivenze delle gerarchie ecclesiastiche, o l'hai saputo guardando “Garage Olimpo” oppure “Il segreto dei sui occhi”, allora è un altro paio di maniche, senza nulla togliere alla complessità e alla bellezza del romanzo. Non manca l’ironia, l’introspezione e l’analisi politico-sociale. Ogni pagina è zeppa di aforismi. Molto interessante la critica, nemmeno troppo velata, a Borges per l’atteggiamento remissivo nei confronti della dittatura. Doverosa la citazione di Roberto Arlt, simpatica la presa in giro a Cortàzar.
Recensioni
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