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Tra le sue pagine ti sembrerà di annegare e soffocare tra ingiustizia ed orrore, il racconto ti coinvolge a tal punto che ogni tanto devi prendere aria quasi fossi in apnea. È un libro necessario, è un libro che apre dibattiti e pone quesiti e ti spinge a guardare dritta in faccia la realtà. Niente è come pensavi perché in pochi ti insegnano a guardare nelle cose e attraverso di esse. Roberto Saviano lo fa. Attenzione può creare dipendenza, si correre il rischio di leggerlo più volte al giorno, più volte al mese e di regalarlo a tutti.
Il racconto di Saviano è implacabile. Come implacabile è il meccanismo camorristico che descrive lucidamente. Leggere questo libro anche più volte e consigliarlo ad amici e parenti è un dovere civile e morale perchè dopo Gomorra non possiamo più fare finta di niente o girarci dall'altra parte. Dobbiamo dichiarare da che parte stiamo. Così come ha fatto Don Peppino Diana al quale Saviano dedica un intero capitolo del libro. Un luminoso esempio di un uomo che prende a cuore le sorti del popolo al quale appartiene e diventa un testimone credibile dell'impegno civile.
Un libro che affronta lentamente violenze e omicidi, in una terra dove la dea bendata oltre ad essere cieca è pure corrotta o spaventata. Saviano usa una prima persona che mette in mostra le difficoltà di un vivere quotidiano che si intensifica con lo scorrere del tempo, facendo lui il reporter è costretto a vedere molti cadaveri ridotti in stati impietosi, e questo non lo aiuta. L'autore soffre molto, non solo nel vedere la morte, ma anche nel sentirsi solo in questa "battaglia" contro il crimine organizzato, chiedendosi se tutto questo sia servito a qualcosa
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