La paranza dei bambini - Roberto Saviano - copertina
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Letteratura: Italia
La paranza dei bambini
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Descrizione



Innocenza, sopraffazione e inganno nel nuovo grande romanzo di Roberto Saviano: crudo, violento, senza scampo.

«In Saviano, ad onta della sua fama di polemista e di "denunciatore" (che naturalmente questo rilievo non mette affatto in discussione), la natura prevalente è quella del narratore. Qualunque cosa Saviano dica o denunzi, lui innanzi tutto la racconta. Il suo genio naturale è questo. "La paranza dei bambini" lo ri-dimostra eloquentemente.»Alberto Asor Rosa, La Repubblica

«Con questo romanzo, adda murì mammà, Saviano ha "scassato i ciessi!", ha spaccato tutto.»La Lettura del Corriere della Sera

«Non sono mostri, non sono esseri marci, sono ragazzi a volte addirittura geniali, con famiglie normali. Sono ragazzi che vivono in un mondo che bara continuamente, che parla di merito laddove c'è privilegio, di impegno laddove c'è soltanto truffa, sotterfugio» - Roberto Saviano

Dieci ragazzini in scooter sfrecciano contromano alla conquista di Napoli. Quindicenni dai soprannomi innocui – Maraja, Dragonball, Dentino, Plasmon, Lollipop –, scarpe firmate, famiglie normali e il nome delle ragazze tatuato sulla pelle. Adolescenti che non hanno domani e nemmeno ci credono. Non temono il carcere né la morte, perché sanno che l’unica possibilità è giocarsi tutto, subito. Sanno che “i soldi li ha chi se li prende”. E allora, via, sui motorini, per andare a prenderseli, i soldi, ma soprattutto il potere. La paranza dei bambini narra la controversa ascesa di una paranza – un gruppo di fuoco legato alla Camorra – e del suo capo, il giovane Nicolas Fiorillo. Appollaiati sui tetti della città, imparano a sparare con pistole semiautomatiche e AK-47 mirando alle parabole e alle antenne, poi scendono per le strade a seminare il terrore in sella ai loro scooter. A poco a poco ottengono il controllo dei quartieri, sottraendoli alle paranze avversarie, stringendo alleanze con vecchi boss in declino. Paranza è nome che viene dal mare, nome di barche che vanno a caccia di pesci da ingannare con la luce. E come nella pesca a strascico la paranza va a pescare persone da ammazzare. Qui si racconta di ragazzini guizzanti di vita come pesci, di adolescenze “ingannate dalla luce”, e di morti che producono morti.

Roberto Saviano entra implacabile nella realtà che ha sempre indagato e ci immerge nell’autenticità di storie immaginate con uno straordinario romanzo di innocenza e sopraffazione. Crudo, violento, senza scampo.

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Dettagli

10 novembre 2016
352 p., Brossura
9788807032073

Valutazioni e recensioni

  • ANDRICCI
    ANDRICCI

    L’origine della paranza Diversamente da Gomorra e da Zero Zero Zero, questo è un vero e proprio romanzo. I protagonisti della storia sono dei bambini che, in certe zone del napoletano, ambiscono a diventare non un calciatore o un astronauta, ma il Boss camorrista in grado di comandare sul quartiere. Non sempre si tratta di giovani poveri, ma anche di giovani cresciuti da famiglie più che normali, senza un passato terribile alle spalle, che preferiscono però scegliere di raggiungere il successo ed il rispetto attraverso lo spargimento di sangue, incutendo il terrore, dimenticandosi che sono altre le cose che contano davvero. Presi individualmente i ragazzini non sono nulla, o almeno non sono in grado di fare del male, ma quando si muovono in branco agendo tutti insieme diventano forti e niente e nessuno è in grado di fermarli: questa è la paranza. Il leader del gruppo pretende l’unione, e la impone con leve psicologiche, ma anche con la violenza quando serve; il gesto estremo di uccidere anzi deve essere compiuto dal leader del gruppo proprio per dimostrare chi è il capo e che è lui a decidere della vita degli altri. E’ un romanzo veramente crudo e scritto nel modo incisivo tipico di Roberto Saviano. Alcuni passaggi arrivano al lettore come un pugno nello stomaco, ti frastorna, quasi pensi che sia tutto inventato, ma leggendo ti accorgi che purtroppo è tutto vero, ed allora pensi a questi giovani che per rincorrere il potere e la ricchezza trovano presto la morte; una vera tristezza.

  • Federico Zinno

    Nella presentazione del libro c'è scritto che il romanzo ha ad oggetto un realtà inventata dallo scrittore, ma, in realtà di inventato c'è poco o nulla: forse solamente il nome dei protagonisti della vicenda, il resto è qualcosa di autentico, riscontrabile empiricamente. Saviano, con questo romanzo, racconta, ancora una volta, una realtà drammatica in cui ci si trova a vivere per caso, per il solo fatto di essere nati in un determinato luogo, da cui è quasi impossibile fuggire o sfuggire; anche perché, anche se non si fa parte del Sistema, si è comunque succubi o vincolati dalle "regole della paranza". La metafora della paranza (termine usato per la prima volta da un magistrato) usata da Saviano è incredibilmente adatta a spiegare il contesto. Il romanzo è avvincente e la lettura è scorrevole! Mi è piaciuto molto l'utilizzo del dialetto, dopo le prime 10 pagine già si inizia a leggere con accento napoletano, a leggere le parole come le avrebbero pronunciate i bambini di paranza, e questo rende ancor più autentica la realtà descritta dall'autore.

  • Sono bambini. Hanno l'età dei nostri figli, nipoti, cuginetti. Anziché andare a scuola, desiderare imparare, loro non hanno tempo da perdere. Vogliono vivere subito, in fretta, in modo feroce e aggressivo. Vogliono vivere e vogliono morire subito. "La paranza dei bambini" è un libro-specchio: leggendo le sue pagine è come se ci trovassimo davanti una realtà troppo spesso trascurata, dove oltre alla mafia canonica che noi conosciamo osserviamo un mondo fatto di fanciulli che già hanno le idee troppo chiare; ed è un libro specchio anche perché noi stessi possiamo specchiarci tra le sue righe, con le nostre indifferenze e i nostri egoismi. Un libro imprescindibile, che ci costringe ad aprire gli occhi su ciò che non vorremmo mai vedere né sentire.

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Foto di Roberto Saviano

Roberto Saviano

1979, Napoli

Scrittore e giornalista italiano. Nei suoi scritti, articoli e nel suo libro usa la letteratura e il reportage per raccontare la realtà economica, di territorio e d'impresa della camorra e della criminalità organizzata in genere. Si è laureato in Filosofia all'Università degli Studi di Napoli Federico II, dove è stato allievo dello storico meridionalista Francesco Barbagallo. Collabora con «L'espresso» e «La Repubblica». Nel 2006 in seguito al successo del romanzo Gomorra, fortemente accusatorio nei confronti delle attività camorristiche, ha subito pesanti minacce (confemate da dichiarazioni di collaboratori di giustizia) dopo le indagini dei Carabinieri di Napoli il ministro dell'interno in carica Giuliano Amato gli ha conferito...

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