Da insegnante devo dire che leggendo questo libro si comprende sin dall'inizio che chi l'ha scritto non è di certo una persona che ha lavorato nelle scuole, giorno per giorno, "sporcandosi" le mani direttamente con una realtà difficile ed impegnativa. Trovo fuori luogo, ad esempio, asserire che se dei ragazzi fanno irruzione in una scuola durante la notte mettendo dell'urina al posto dell'acqua delle macchinette, è solo perché hanno bisogno di attenzione e non si sentono stimati abbastanza. Sono semplicemente dei maleducati! Questa insieme ad altre osservazioni mi sembrano quasi dei discorsi pronunciati da psicologi o operatori esterni che non vivono appieno la realtà scolastica. Ho sempre amato leggere i libri di Dacia Maraini ma questo non sono riuscita a finirlo. Quando non si vivono certi contesti ma si visitano solo per qualche ora in qualche incontro con delle classi, è meglio ritornare a scrivere romanzi.
La scuola ci salverà
«Una riflessione dell’autrice sul sistema scolastico, sulle scuole di eccellenza che abbiamo nel nostro paese, più numerose di quello che pensiamo, nonostante le difficoltà e gli impedimenti, sul ruolo fondamentale degli insegnanti, sul rapporto tra questi e gli studenti, che stupiscono e spiazzano per quanto sono capaci di dire, di battersi e di contare per lo sviluppo del Paese. E accanto alla parola scuola, legate ad essa in maniera imprescindibile, Dacia Maraini, scrive altre parole: futuro e identità, ma anche solidarietà ed immaginazione, segni di vitalità e ricchezza di pensiero.» - Passaggi Festival
Cosa è successo alla scuola? Come possiamo risollevare le sorti dell'istituzione più importante per il futuro del Paese dopo una fase difficile come quella che sta affrontando? Dovremmo partire dagli insegnanti motivati e capaci che la sorreggono nonostante i molti ostacoli e dal serbatoio di vitalità degli studenti. E poi naturalmente occorre ridare all'istruzione le risorse e la centralità che merita. La scuola può fare la differenza, soprattutto in momenti di crisi. Dacia Maraini ne è convinta e lo testimonia con il suo impegno in difesa dell'insegnamento come negli interventi scritti nel tempo e in alcuni intensi racconti raccolti in questo libro: "L'esame", "Il bambino vestito di scuro" e "Berah di Kibawa". Da sempre l'autrice si dedica al dialogo con gli studenti e con i loro docenti approfondendo modelli di apprendimento e impugnando questioni di diritti e di riforma, e in queste pagine racconta una scuola come dovrebbe e potrebbe essere, filtrata dagli occhi di scrittrice, di intellettuale civilmente impegnata e anche di docente. Storie, idee, battaglie e ricordi di una vita intera, dalle lezioni al Liceo di Palermo all'insegnamento nel carcere di Rebibbia. Un viaggio tra i banchi, anche attraverso la forza dell'immaginazione, da cui emerge l'urgenza di garantire ai nostri ragazzi un'istruzione migliore per ridare all'Italia una concreta speranza nell'avvenire.-
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Anno edizione:2021
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Francy 13 agosto 2022Libro deludente....
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