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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2017
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Questo breve racconto ci porta un Camilleri in grande spolvero: l'atmosfera del periodo fascista, che lui visse da ragazzo ma che deve essergli rimasta impressa nei sui aspetti farseschi, è godibilissima e richiama quella di un'altra sua opera, "Senza Titolo" in cui è rievocata l'intitolazione di una strada di Caltanissetta al martire fascista Gigino Gattuso che, si scoprì poi, tanto martire non era (però la via esiste ancora!). Qui si tratta dell'intitolazione della via dei Vespri Siciliani di Vigata al martire fascista Manueli Persico, morto di un colpo apoplettico ma dichiarato in un primo tempo dai concittadini "martire fascista". Apprezzabilissimo il siculo-italiano di Camilleri che, unito alla retorica del periodo, raggiunge vette di umorismo difficilmente eguagliabili. Leggo adesso, nelle recensioni inviate dai lettori, che il racconto era già stato pubblicato anni fa sul "Corriere della Sera": ciò non toglie nulla al suo essere godibile anche oggi.
Questo breve racconto ci porta un Camilleri in grande spolvero: l'atmosfera del periodo fascista, che lui visse da ragazzo ma che deve essergli rimasta impressa nei sui aspetti farseschi, è godibilissima e richiama quella di un'altra sua opera, "Senza Titolo" in cui è rievocata l'intitolazione di una strada di Caltanissetta al martire fascista Gigino Gattuso che, si scoprì poi, tanto martire non era (però la via esiste ancora!). Qui si tratta dell'intitolazione della via dei Vespri Siciliani di Vigata al martire fascista Manueli Persico, morto di un colpo apoplettico ma dichiarato in un primo tempo dai concittadini "martire fascista". Apprezzabilissimo il siculo-italiano di Camilleri che, unito alla retorica del periodo, raggiunge vette di umorismo difficilmente eguagliabili. Leggo adesso, nelle recensioni inviate dai lettori, che il racconto era già stato pubblicato anni fa sul "Corriere della Sera": ciò non toglie nulla al suo essere godibile anche oggi.
Di nuovo un impeccabile Camilleri ci regala, con questo piccolo romanzo, l'ennesima avventura Vigatese. Camilleri riesce, in questo libro, in maniera umoristica, a raccontare l'opportunismo tipico di noi tutti. Ovviamente, anche qui, Camilleri si diletta moltissimo nella scrittura in dialetto, scrittura comunque molto scorrevole. Inoltre abbastanza simpatico ed emozionante lo scritto finale di Giuseppina Torregrossa. Lo consiglio vivamente a chi, non avendo mai letto un libro di Camilleri e non conoscendone la sua scrittura, desidera avere un primo piccolo approccio.
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