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È un libro che compie un interessante e sentito excursus storico e antropologico su importanti tradizioni e vicende napoletane. Il tono è vivace e si legge con piacere. Ci si aspetterebbe però dal titolo almeno qualche riferimento alle tematiche trattate nel "Totem e Tabù" di Sigmund Freud. Non vi è invece ? tranne un breve accenno nel discorso sul significato della cottura dei maccheroni ? nessun riferimento in tal senso. Un probabile motivo è che da parte degli antropologi si tende ad attribuire al Totem e Tabù (e in generale alla psicoanalisi freudiana) una scarsa considerazione del relativismo culturale, ma ciò è vero solo in piccola parte. In realtà, la psicoanalisi sottolinea proprio come le principali fasi dello sviluppo psicologico trovino espressione in molteplici forme culturali. In questo contesto, le tematiche del Totem e Tabù ? ad esempio, (i) il complesso di Edipo, e quindi delle rivalità familiari e sociali; (ii) il ruolo del super-io, che assume spesso connotati particolarmente sadici nei fenomeni malavitosi (legge del taglione); (iii) i fenomeni collegati dell'ambivalenza e dell'aggressività nevrotica (ad esempio nei confronti dei potenti e dei defunti) ? potrebbero essere estremamente utili per interpretare le radici nevrotiche dei fenomeni camorristici e di altre patologie predatorie tipiche del trend culturale prevalente (a Napoli e pure altrove, ovviamente). In effetti, l’autore fornisce, nel capitolo “padri e figli”, un esempio emblematico di un intreccio esplosivo di rivalità e conflitti edipici. Qui ricorda il caso di un ragazzo di 15 anni che uccide un temuto camorrista che aveva fatto un complimento pesante alla sua ragazza. E come poi il padre del ragazzo, dopo qualche mese, abbia fatto la stessa cosa con un rivale della sua donna. Abbiamo qui il camorrista che, nel fare l’apprezzamento alla ragazza, vuole inconsciamente castrare il padre e prendersi la mamma. Il ragazzo che, nell’uccidere il camorrista, in realtà esprime il suo conflitto psichico profondo nei confronti del padre. Ed il padre del ragazzo, che nell’uccidere il rivale, esprime il suo conflitto edipico anche mettendosi in rivalità con il figlio. Vi sono altri spunti interessanti nel testo, che sollecitano un’interpretazione psicoanalitica, ovviamente collegata alle condizioni economiche e sociali. Ad esempio, sarebbe anche utile collegare le tradizioni alimentari tipiche del napoletano (e anche di altri luoghi, ovviamente) ai conflitti della fase orale dello sviluppo ? ad esempio la scissione seno e mamma buoni/cattivi ed il parallelo sviluppo di tendenze avide e predatorie della fase edipica e pre-edipica dello sviluppo ? affrontati anche dagli sviluppi successivi della psicoanalisi.
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