il libro mi è piaciuto moltissimo, in particolare il capitolo in cui Hugo fa un parallelo tra architettura e scrittura, lo so, non è un capitolo funzionale alla storia, ma è una bella riflessione e un autore che si prende qualche pausa divagatoria in barba al ritmo ed alle cose cui siamo abituati, è entrato subito nelle mie simpatie. In realtà la vera protagonista è Parigi, sfondo vivo della vicenda, i personaggi sono secondo me il punto veramente debole del romanzo: Frollo e Quasimodo hanno la statura dei grandi personaggi, riescono a essere temibili e a farsi compatire, sono grandiosi ed è impossibile che gli altri reggano il confronto; infatti Phoebus l'ho trovato davvero insulso, esempio di come ad una giovane sedicenne basti vedere un vago riferimento all'idea di principe azzurro per innamorarsi di un buzzurro, la stessa Esmeralda, per quanto fanciulla giovane ed ingenua, mi è sembrata un pò vuota. Comunque onore ad Hugo per una storia che riesce a passare dalla commedia, alla farsa, alla tragedia, senza perdere il filo.
Notre-Dame de Paris
Lettore entusiasta di Walter Scott, il giovane Hugo decide di superare il maestro: "Dopo il romanzo pittoresco ma prosaico di Scott, resta da creare un altro romanzo, secondo noi più bello e più completo. È il romanzo, allo stesso tempo dramma ed epopea, pittoresco ma poetico, reale ma ideale, vero ma grandioso, che incornicerà Walter Scott in Omero". Il romanzo storico esce nel 1831; al di là del dramma della bella Esmeralda, contesa tra il deforme campanaro Quasimodo, l'arcidiacono Frollo e il poeta Gringoire, vuole far rivivere nella fantasia dei lettori i miti sepolti nei monumenti di Parigi, e in primo luogo nella presenza viva della sua cattedrale. Ma questo acceso melodramma d'ambiente medievale è anche una lunga confessione involontaria.
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Anno edizione:2007
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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VALERIA POMPA 15 aprile 2010
Non vi fate spaventare dalle 500 e passa pagine. Sono molte, lo so, e a volte in effetti la lettura scorre lenta, soprattutto quando Hugo si dilunga sul paesaggio che offre la Parigi del 1482. Ma ne vale la pena. Vale la pena seguirlo nella sua riflessione sull' architettura, perchè, personalmente, l'ho trovato un pensiero interessante al quale non avevo mai prestato molta attenzione, e vale la pena -soprattutto- perdersi in questa storia, conoscerne da vicino i personaggi, e le loro vicende. Hugo è stato fantastico con la trama e le descrizioni. Sembra davvero di averli lì davanti i suoi personaggi, con tutti i loro difetti, le loro emozioni, le loro angosce, e il lettore non può che accompagnarli in questo viaggio, provando le loro stesse sensazioni. Il libro prende sempre più, mano a mano comincia ad esser tutto chiaro, il lettore si ritrova a collegare i fili, prima dei suoi beniamini, e non riesce a lasciarli proprio perchè è curioso di sapere se anche loro arriveranno alla verità.
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