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«L'uomo produce il male come le api producono il miele.»
«Come Hobbes, Golding non offre speranza. Con questo romanzo mostra la facilità con cui una democrazia può degenerare in una dittatura, e come, in assenza di leggi, alla fine prevalga sempre una situazione di "bellum omnium contra omnes".» – Maria Luisa Da Rold per Maremosso
Nel corso di un conflitto planetario, un aereo precipita su un'isola deserta. Sopravvivono solo alcuni ragazzi, che provano a riorganizzarsi senza l'aiuto e il controllo degli adulti. I primi tentativi di dare vita a una società ordinata hanno successo, ma presto esplodono tensioni letenti ed emergono paure irrazionali e comportamenti asociali: lo scenario paradisiaco dell'isola tropicale si trasforma in un inferno. «Il Signore delle Mosche» (il titolo, scelto da T.S. Eliot, allude a Satana) è un romanzo a tesi in cui Golding si serve delle forme dell'utopia negativa ("distopia") per mettere a nudo gli aspetti più selvaggi e repressi della natura umana ed esporre la sua concezione del mondo e dell'uomo.
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Ho letto questo libro per scuola, e ne ho apprezzato sopratutto la morale. L’inizio e molti punti dello sviluppo non scorrevano fluentemente, mentre mi è piaciuta moltissimo la fine, nella quale mi è anche scesa qualche lacrima. Nonostante non abbia amato follemente questo libro devo riconoscere che fa riflettere molto su fino a dove l’uomo resta civile in un ambiente non civilizzato.
Fino a che punto l’umanità riesce a rimanere civilizzata quando spinta al limite in un ambiente non civilizzato? Quand’e che l’istinto animale concentrato solo sul qui e ora, prevale al buon senso e al pensiero lungimirante? Quand’e che si inizia a dimenticare? Quest’ultimo quesito richiama molto la favola di peter pan e dei bambini sperduti che dimenticano, ma Golding rivede la spensieratezza fanciullesca tipica dell’isola che non c’è, attribuendole un brutale realismo.
finalmente, dopo questa lettura, posso dire di capire cosa si intende dire con “là fuori sembra il signore delle mosche” da leggere assolutamente!
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