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La Farfalla d'ombra racconta la storia di una giovane donna, Yalihta, che si trova sola e lontana da casa dopo essere scappata da un matrimonio combinato. Un romanzo che mischia il dark fantasy con il romanzo gotico, narrato in prima persona dalla protagonista stessa. I personaggi sono estremamente realistici e ben sviluppati, qui non c'è nulla di scontato, banale o appiattito per farli risultare buoni o cattivi, simpatici o antipatici: sarà il lettore stesso a scegliere, ricordandosi sempre che il tutto è filtrato dagli occhi di Yalihta. Leggere “la farfalla d’ombra” è stato fare un viaggio in un luogo senza spazio e in un epoca senza tempo. È stato immergersi così tanto in una storia da dimenticare che la si sta leggendo, per poi risvegliarsi di colpo, un po’ come quando, alla guida, ci si chiede “come sono arrivato qui?” Mi sono commossa in un capitolo in particolare, ho inveito contro Yalihta esattamente come avrei fatto con un’amica che non vede ciò che è palese ad un occhio esterno. Ho visto il mondo attraverso i suoi occhi, sentito freddo e caldo con lei, regolato il mio battito cardiaco con il suo saltando i suoi stessi respiri. Ho percepito il buio, la luce, il vuoto, la difficoltà nelle scelte, il dolore emotivo e fisico. Ho vissuto mille vite in queste 490 pagine, in un tempo che non ha tempo e che sa di “mai” e “per sempre” contemporaneamente. Ho conosciuto Yalihta, un personaggio talmente tridimensionale da smettere di essere su carta e prendere vita. Siamo state tutte Yalihta almeno una volta nella vita, quando abbiamo avuto paura di scegliere ma lo abbiamo fatto comunque, sbagliando a volte ma scegliendo; quando abbiamo deciso di vedere solo quello che volevamo vedere, quando ci siamo viste allo specchio per la prima volta per davvero. E sì, ci sono vampiri che sono davvero come secondo me dovrebbero essere, e non nella versione edulcorata da tv show.
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