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Anno edizione: 2008
Anno edizione: 2010
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In questo "ritratto dell'artista da giovane" Franzen si presta ad indagare la sua zona disagio, ovvero quel groviglio di emozioni che si dipana dall'infanzia alla maturità passando attraverso un'adolescenza che non può non essere tormentata. Sei capitoli per sei momenti esemplari, che Franzen analizza con notevole acutezza inserendoli anche in un contesto più ampio riuscendo comunque a non spersonalizzare il testo. Franzen si mette completamente a nudo con una scrittura che non è catartica ma analitica, minuziosa, intellettuale e precisa. Non si risparmia nulla e nelle sue descrizioni del disagio del bambino, dell'adolescente e dell'adulto ci ritroviamo a tratti con un impressionante senso di immedesimazione. La zona disagio di Franzen non si limita ad essere però un'occasione di lamento e di chiusura, ma diventa un'occasione per cercare di spostare il termostato emotivo verso quella zona benessere a cui tutti aspiriamo. Quello che mi ha colpito particolarmente (a parte l'universalità di certe emozioni e di certi comportamenti, universalità che si può cogliere proprio quando le emozioni ed i comportamenti vengono descritti in modo così magistrale) è la capacità di Franzen di non prendere mai le distanze da se stesso, nemmeno da un alter ego più giovane e goffo, e terribilmente imbarazzante (lui stesso ammette che da adolescente rileggere le pagine del giorno prima del proprio diario era l'equivalente di esporsi al pubblico ludibrio, figuriamoci l'analisi dell'adolescenza effettuata da un uomo ormai maturo). Nonostante la tentazione debba essere stata forte, Franzen non si risparmia nulla, e nemmeno il confronto fra certi episodi personali e le relative tematiche generazionali, le aperture ad una visuale più ampia di quella soggettiva, gli inserti di critica letteraria diventano un'occasione per prendere il fiato da se stesso, anzi vengono sfruttati appieno ai fini di un'acuta analisi della sua vita.
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