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Anno edizione: 2019
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Il martire fascista è Francesco Sottostanti, un siciliano maestro di scuola elementare che, finita la Grande Guerra, va a insegnare a Gorizia, città da pochissimo annessa all’Italia e che pertanto, secondo Mussolini, ha necessità di essere italianizzata, anche usando le maniere forti, fra le quali il divieto dell’uso dello sloveno e l’imposizione della nostra lingua. Però nel 1930, nelle vicinanze di Gorizia, Francesco sottostanti viene ucciso a fucilate davanti alla porta della sua abitazione da alcuni antifascisti sloveni che tuttavia sbagliano il reale obiettivo, in quanto quello che doveva essere eliminato era suo fratello Ugo, un personaggio violento, che compiva soprusi sui bambini della sua classe e che puniva anche l’involontario ricorso allo sloveno per una sola parola aprendo la loro la bocca e sputandovi dentro, comportamento tanto più esecrabile ove si consideri che l’uomo era affetto da tubercolosi. Ad ogni buon conto l’occasione è favorevole per dare così vita a un martire fascista, con tutta la vuota retorica che ne consegue. Presto si accorgono dell’errore sia i sicari che la polizia; però l’interesse, comune, è di far finta di niente, perché per gli antifascisti sloveni sarebbe l’ammissione di un imperdonabile errore e per i fascisti invece vorrebbe dire fare marcia indietro nell’elogio del martire, dimostrando che il vero obiettivo, Ugo Sottostanti, molto più fascista del fratello ucciso, era un individuo ripugnante. Molto apprezzabile è la capacità di Sofri di descrivere la politica razzista di Mussolini, consentendosi ogni tanto delle riflessioni sui confini, sugli incontri e gli scontri fra le genti, in ciò aiutato anche dal fatto di essere stato lui stesso un uomo di confine, nato per l’appunto a Trieste.
una storia che connette temi e vicende del nostro Novecento. Una scrittura limpida e rigorosa, come capita sempre con i libri di Adriano Sofri
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