Sono rimasta colpita dalla profondità emotiva e dallo stile narrativo criptico di questa lettura, caratterizzata da un flusso di pensiero continuo che mi ha permesso di immergermi nella mente della protagonista. Devo ammettere che questo stile non mi è stato facile da seguire: alcune parti sono scorrevoli e avvincenti, altre invece le ho trovate più lente e impegnative. Credo che questo ritmo altalenante, tuttavia, rifletta bene le incertezze, le paure e i desideri della protagonista. L’impatto che l’assenza di figure di riferimento genitoriali ha avuto sulla vita di Muna mi ha fatto molto riflettere. Cresciuta senza una guida stabile, si perde completamente nella sua inesperienza, impreparata persino ad affrontare le situazioni più comuni. Questa fragilità emerge con forza nelle sue relazioni amorose, in particolare con Magnus. Muna è una donna che confonde l’infatuazione erotica con l’amore, arrivando ad accettare qualunque cosa e annullando se stessa pur di mantenere una relazione che diventa la sua ossessione. La sua mancanza di un esempio di amore sano e di sostegno reciproco la spinge a cercare disperatamente riconoscimento esterno, ma ad un prezzo altissimo. Nonostante tutto, ho trovato in lei un personaggio complesso e affascinante. Dietro la sua ingenuità e sottomissione, ho intravisto una resilienza e una determinazione che, anche se spesso mal direzionate, la rendono più autentica. Da ammirare la sua lotta per trovare un senso e un equilibrio nella vita, partendo da una condizione di estrema fragilità. È evidente che la vaghezza narrativa sia un elemento intenzionale per rappresentare lo stato emotivo e mentale della protagonista, che racconta in prima persona trasmettendo un senso di incertezza che riflette la sua difficoltà nel distinguere realtà e confusione interiore. Questo romanzo porta inevitabilmente a riflettere sul significato dell’amore, l’identità e il senso di sé. Le riflessioni di Muna dimostrano quanto l’assenza di un sostegno stabile possa lasciare un vuoto difficile da colmare e condizionare profondamente le scelte di vita. Una lettura intensa e complessa, capace di stimolare riflessioni profonde sulle dinamiche relazionali e sull’importanza di trovare la propria strada. Ne consiglio la lettura a chi cerca un’esperienza forte, capace di mettere in discussione le proprie certezze e di far riflettere profondamente sulle dinamiche della fragilità umana.
La metà della vita
Libro finalista del Premio Strega Europeo 2025
Accolto con grande favore dalla critica e dal pubblico in Germania, La metà della vita non racconta semplicemente la storia di un amore tossico. Muna è, nelle sue pagine, un’icona delle donne nelle quali vive “una combinazione di illusioni tranquillamente alimentate dall’egoismo e di dedizione sacrificale all’oggetto d’amore” (“Süddeutsche Zeitung”). La maestria con la quale Terézia Mora descrive l’isolamento brutale, la negazione della realtà e il coraggio con cui Muna mantiene la speranza di un amore diverso da tutti consegna alla narrativa contemporanea uno dei personaggi femminili più profondi e inquietanti degli ultimi anni.
«Vi sembrerà familiare questa donna.» - Süddeutsche Zeitung
«Una tragedia femminile che diventa grande letteratura.» - Ulrich Rüdenauer
«Quando l’amore (presunto) rende la vita un inferno. Il grande romanzo di Terézia Mora… Un libro tanto straziante quanto necessario.» - Dagmar Kaindl, Buchkultur
«Una prosa che penetra in profondità, sottile e concisa, senza false simpatie o levate di scudi. Ed è qui che risiede la gigantesca forza d’attrazione di questa storia, che emoziona, che turba. Non si riesce a staccarsene.» - Silke Arning, SWR2
«Trovare l'equilibrio tra dedizione e autodifesa non è facile. Desideriamo allo stesso tempo dissolverci e preservarci. Per questo è così importante l'educazione, sessuale e sentimentale: poiché il nostro istinto ci dice di accoppiarci e poi morire, solo il nostro intelletto e la nostra coscienza possono "salvarci".» - Corriere della Sera
Muna ha diciotto anni e vive a Jüris, una piccola città della Ddr. Abita con sua madre, attrice del teatro comunale che, dopo la morte del marito, annega nell’alcol il dispiacere di vivere. Mentre sogna di raggiungere Berlino, Muna frequenta come tirocinante la redazione della “Voce del popolo”, la rivista ospitata nell’appartamento di Noah Klein. Tra i vecchi scaffali della rivista si beve vino rosso e cola, ci si rimpinza di patatine, si raccontano barzellette. Un giorno compare in redazione l’addetto alla fotografia. Magnus ha occhi azzurri e una ruga di rabbia tra le sopracciglia. È l’uomo più bello che Muna abbia mai visto. Una sera, Magnus l’accompagna in bicicletta e sale nel suo appartamento. L’indomani le dice che starà via tre settimane e scompare. Scompare per anni così come scompare la Ddr, sprofondata di colpo nel nulla, insieme con il Muro. Tra Berlino e Vienna, tra relazioni fugaci e attenzioni indesiderate, Muna conduce la sua esistenza di giovane universitaria. Finché Magnus non ricompare per diventare la sua ragione di vita e… il suo inferno. Muna naufraga nella devozione a un uomo anaffettivo, in un rapporto fatto di continui ricatti, di sottili denigrazioni, di aggressività e manipolazione psicologica. Un rapporto in cui precipita senza alcuna possibilità di liberazione.
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Anno edizione:2024
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In commercio dal:5 novembre 2024
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Dafne 26 gennaio 2025la metà della vita
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