Il libro si apre con un inizio idilliaco, in una sorta di eden, fino a precipitare in un ambiente infernale fatto di strane apparizioni, passaggi segreti, minacce più o meno reali, fatti inquietanti che mettono a dura prova anche l'intelletto più razionale. La giovane Emily, il nome non è scelto a caso ma è un riferimento all' Emilie di Rousseau, vive con il padre, St Aubert, in un castello sugli Appennini, circondata da una natura idilliaca che nelle sue continue e numerose descrizioni è volta a sottolineare lo stato d'animo dei personaggi. Anche l' educazione che il padre, pedagogo e botanico, impartisce alla figlia si rifà all' emilie di Rousseau. St Aubert insegna alla figlia a temperare la sua alta sensibilità con la razionalità, infatti la narrazione mantiene sempre un illuminismo di fondo, anche nelle sue parti più torbide. Presto il padre viene a mancare e Emily viene affidata a una zia frivola ed egoista che la porta con sé a Tolosa allontanandola dal suo interesse amoroso, Valancourt. La zia sposa il conte Montoni, il villain di questa storia, che condurrà zia e nipote in un castello nel Nord Italia, il castello di Udolpho appunto, dove tra strane apparizioni, porte che cigolano, passaggi segreti, quadri coperti da tende, e venti che ululano, la razionalità di Emily sarà messa a dura prova. Il racconto è pieno di misteri che verranno rivelati solo alla fine. L'ultima parte del libro si ricollega alla prima, e ogni avvenimento del libro trova il suo senso, la sua sua spiegazione nonché il suo compimento in una macchina narrativa complessa ma in cui gli avvenimenti si incastrano perfettamente. Per me questo libro era una lettura obbligatoria, non solo perchè ha definito i canoni del genere gotico, ma anche perché se non ci fosse questo libro non ci sarebbe neanche Northanger Abbey di Jane Austen
I misteri di Udolpho
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Un segreto antico sussurra nel fragore del tuono, un lampo squarcia il cielo e Udolpho si rivela a Emily come un gigante pietrificato. È il 1584 quando, orfana, Emily St. Aubert raggiunge la zia Madame Cheron: un rifugio che presto si rivela prigione. Il matrimonio di lei con il conte Montoni la trascina in un dedalo di torri aguzze, stanze invase dall’ombra e corridoi in cui ogni eco vibra come un presagio. Quando cala la notte, note lontane e sussurri intrappolati nelle mura guidano Emily fino a lettere ingiallite, dietro a tende consumate dal tempo. Passaggi nascosti emergono al suo tocco, impronte sfocate la invitano a seguire indizi che l’occhio distratto non coglierebbe. Il conte Montoni la fissa con gelida determinazione, desideroso di soffocare ogni barlume di speranza. Eppure la paura stessa accende in Emily un coraggio insolito: tra un enigma e l’altro, ricompone i frammenti di un complotto così fitto da sfidare ogni autorità. Pubblicato nel 1794, "I misteri di Udolpho" è il capolavoro che ha definito il romanzo gotico. Ann Radcliffe plasma paesaggi ostili e tensioni sottili, trasforma l’angoscia in un’esperienza viva, psicologica. Solo penetrando nel cuore del castello — prigione del corpo e della mente — Emily potrà liberarsi, dimostrando che non esiste catena più stretta di quella forgiata dal terrore.
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Anno edizione:2010
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Elisa 2025 02 gennaio 2025Il romanzo che ha ridefinito il gotico
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Deb_91 02 maggio 2022Grandioso
Un libro gigantesco, in forma (più di 1000 pagine) e in contenuto. Attraverso le peripezie di Emily, la scrittrice ci catapulta in bellissimi paesaggi, oscuri castelli e suggestioni pregne di superstizione. Durante la lettura del libro tanti interrogativi si aprono e nessuno di loro rimarrà irrisolto. Il linguaggio è scorrevole, la storia intrigante; un vero proprio gioiellino in cui Ann Radcliffe riesce non solo a tenere alta l'attenzione del lettore, ma con maestria tiene le fila di tutte le piccole storie collaterali che, in piena unità, si concludono in modo essenziale per la risoluzione della trama principale. Consigliatissimo!
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Dalla creatrice settecentesca del romanzo gotico moderno (antesignana di maestri come Mary Shelley, Poe, Lovecraft e Patricia Highsmith - però quante donne...che bello...), l'ottima versione in italiano del suo capolavoro assoluto:"I misteri di Udolpho".
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