Il mito del senso nell'opera di C.G. Jung
«In un numero infinito di occasioni la nostra vita avrebbe potuto prendere un corso completamente diverso. Chi crede di esser padrone del proprio destino di solito è schiavo della fatalità. Forse Hitler o Mussolini potevano crederlo. Respice finem! [Considera la fine!] Io so cosa vorrei, ma ho dei dubbi sul fatto che quel Qualcosa sia del mio stesso parere.»
Aniela Jafé è stata l’ultima collaboratrice di Jung. Tedesca, emigrata in Svizzera con l’avvento del nazismo, divenne la principale collaboratrice del maestro negli ultimi anni della sua vita. È lei che coordina lo scritto "Ricordi, sogni, riflessioni di Jung", ed è lei che raccoglie in volume i suoi dialoghi con lui, in un libro giustamente celebrato. Ma Jafé è considerata anche a buon diritto una teorica originale e complessa. Il suo ruolo di autrice indipendente traspare chiaramente ne "Il mito del senso", pubblicato in numerose lingue e ora finalmente disponibile anche in italiano. Si tratta, forse, del suo contributo più completo allo studio dell’analisi junghiana.
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Anno edizione:2025
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