L'autore era stato corrispondente a Kyïv e nel Donbass tra 2013 e 2014. Analizza il quadro degli anni passati e recentissimo con equilibrio e competenza. E' difficile fare previsioni in una fase complessa e incerta. Gli USA avevano ridotto l'impegno in Europa per dedicare più risorse alla competizione con la Cina, ma hanno dovuto impegnarsi nuovamente in conseguenza dell'aggressività militare della Federazione Russa. Diversi stati dell'Europa occidentale per anni si erano concentrati su questioni economiche ed avevano trascurato gli armamenti e le forze armate, mentre la Federazione Russa potenziava gli armamenti come strumento per imporre la volontà della propria élite ad altri stati.
Il mondo sospeso. La guerra e l'egemonia americana in Europa
«Alle 3 del mattino lo staff della Casa Bianca svegliò il presidente. Joe Biden era a Bali, in Indonesia, per il G20. Telefonata in codice rosso in arrivo da Washington. Un missile non identificato aveva colpito il territorio polacco. Fosse stato russo, la Nato sarebbe dovuta intervenire: scontro diretto tra l'Occidente e Vladimir Putin.»
L’invasione russa dell’Ucraina ha cambiato gli equilibri nel mondo, ora pericolosamente in bilico tra un conflitto di lunga durata e una pace difficile. Prima del conflitto, gli Stati Uniti stavano pianificando un graduale sganciamento dall’Europa, in modo da concentrarsi sulla «sfida del secolo» con la Cina. Ma la minaccia putiniana ha spinto Joe Biden a ritornare in modo massiccio nel Vecchio Continente, riprendendo il pieno controllo della Nato, inviando migliaia di soldati e costituendo basi permanenti nell’Est Europa. Subito dopo l’attacco a Kiev, in diverse capitali europee, molti avevano pensato che fosse arrivato il momento di rilanciare i piani per la difesa comune. Ma è uno scenario credibile? Oppure stiamo entrando nell’era di una nuova egemonia americana? Giuseppe Sarcina racconta la crisi ucraina vista dallo Studio Ovale, anche attingendo dal suo lavoro da inviato a Kiev e nel Donbass tra il 2013 e il 2014: le radici dell’odio russo; l’evoluzione della posizione di Biden, «il temporeggiatore», nella sfida con Putin (tra proclami e gaffe); la distinzione, inventata dal Pentagono, tra «armi difensive» e «offensive»; la pressione del Congresso. E poi il rapporto, spesso complicato, con Zelensky e con quegli Stati dell’Unione Europea che ormai si fidano solo degli Usa: dalla Polonia alla Grecia; dai Baltici a Svezia e Finlandia. Infine, i timori e le contraddizioni tedesche; le ambizioni di Macron; e naturalmente il ruolo italiano con il nuovo governo Meloni. Chi avrà la meglio in questa nuova contesa mondiale e come ne uscirà l’Europa?
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Anno edizione:2023
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In commercio dal:10 febbraio 2023
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Epicuro8 01 marzo 2023Utile per comprendere il presente
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