Una delle tematiche principali di questo romanzo - l'alzheimer - quasi non si intuisce dalla scheda del libro (anche se suggerita dal titolo e devo dire che ho preferito l'aggiunta di quel "più" nell'edizione italiana), ma personalmente in questo caso non mi è dispiaciuto. In un momento in cui la narrativa sulla malattia è "di tendenza", infatti, è stata una sorpresa amarissima e terribile procedendo nella lettura. È un romanzo davvero bello, fatto di personaggi spigolosi e complessi, ma veri nei loro difetti e nei loro limiti, molto delicato e attento nel descrivere sia le difficoltà da cui la coppia proviene e in cui incappa dopo il matrimonio, sia le diverse situazioni che si trovano ad affrontare nel momento della malattia. Su tutti, spicca Eileen: una donna terribile, eppure è così maledettamente umana che non si può non volerle bene, anche nel suo (neanche troppo) sottile razzismo mascherato da moralismo - come si può arrivare rapidamente lontano da dove si viene, considerando che lei stessa è figlia di immigrati - anche nelle tante recriminazioni al marito (alcune giuste, alcune meno), nelle sue debolezze quando di fatto si ritrova da sola nel suo matrimonio a fare da tutore e da badante al marito.
Non siamo più noi stessi
Non siamo più noi stessi racconta la storia struggente di Eileen Tumulty, figlia di immigrati irlandesi del Queens, che da sempre sogna un futuro migliore, lontano dalla madre alcolista e dal padre operaio. Eileen sposa Ed Leary, uno scienziato dai modi gentili che indaga gli effetti degli psicofarmaci sul cervello. Non le ci vuole molto per capire che Ed rinuncia volentieri a lavori meglio remunerati, a una casa più grande, ad amicizie più stimolanti, per dedicarsi anima e corpo alla ricerca e all’insegnamento. Così, dopo la nascita del figlio Connell, Eileen decide che tocca a lei lottare per il benessere della famiglia. Risparmiando parte del suo salario da infermiera, riesce ad aprire un mutuo per una casa a Bronxville, un quartiere ricco di condomini signorili e di antiche dimore Tudor, ma proprio quando finalmente il suo sogno sembra avverarsi, la famiglia viene messa a dura prova da un feroce colpo del destino. È qui che si aprono le pagine più toccanti del romanzo di Matthew Thomas, che ritrae uno dei personaggi femminili meglio riusciti della narrativa contemporanea. La vita vera, coi suoi sogni e le sue disillusioni, i suoi trionfi e le sue cadute, i suoi «misteri della mente e del cuore» (Joshua Ferris), irrompe nella letteratura attraverso la figura di Eileen Tumulty. Balzato subito ai primi posti della classifica dei bestseller del New York Times, l’opera è stata accolta dalla critica come uno dei libri più belli dell’anno, una storia magnificamente scritta che, attraverso la vita di una coppia alle prese con una sorte crudele che minaccia di cancellare i suoi anni felici, narra delle speranze e dei disincanti, delle promesse mantenute e di quelle accantonate del grande sogno americano. «Il devastante romanzo d’esordio di Matthew Thomas è una storia familiare cruda, onesta e così intima che vi colpirà nel profondo». The New York Times «Un esordio magistrale». Vanity Fair «Evocando mirabilmente la vita di una donna all’interno del contesto irlandese operaio, Thomas ci regala il ritratto definitivo delle dinamiche sociali del XX secolo americano. Un libro indimenticabile». Publishers Weekly «Matthew Thomas ha impiegato dieci anni per scrivere Non siamo più noi stessi. Il risultato, però, vale l’attesa». Guardian
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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ALICE MICCHINI 28 novembre 2016
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Simona Mollia 24 novembre 2016
Una storia che inizia banalmente in America nel secondo dopoguerra in cui non si capisce bene dove l’autore voglia portarci; la protagonista è una ragazza, e poi una donna, figlia di immigrati Irlandesi che, come tutti, sogna un futuro migliore. A circa metà libro la narrazione esplode con una rapidità ed una violenza che schiaccia talmente tanto il lettore che non si riesce a smettere di leggere. Un libro forte, che spesso fa venire le lacrime agli occhi per l’impotenza dei protagonisti di fronte a ciò che non è risolvibile; ma lascia un bel ricordo e, cosa ormai rara, lancia un messaggio: rimanere noi stessi non è semplice e talvolta nemmeno auspicabile, spesso vorremmo essere diversi, migliori, ma non sappiamo bene che direzione prendere , e allora ci facciamo travolgere dagli eventi inermi. Struggente.
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ELEONORA IZZI 14 maggio 2016
La storia dell'americana Eileen Tumultycolpisce fin dalle prime pagine. Figlia di immigrati irlandesi trasferitesi nel Queens, Eileen vive la sua vita cercando un riscatto sociale. Si innamora del promettente Ed, scienziato e professore. La loro vita insieme viene meravigliosamente raccontata dalla protagonista, giorno dopo giorno. Una vita normale fatta di amore, disincanto, figli e poi un lento inesorabile declino fino alla diagnosi impietosa. Ho amato questo romanzo per la forza che trasuda dalle pagine, per la dedizione di moglie, per l'amore di padre. Commovente e disarmante, le 600 pagine volano via.
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