A dir poco strabiliante! Consiglio a tutti, amanti del Beat e non. E' dietro queste righe che si può vedere quello che è stato il vero Kerouac: il Kerouac di "primo pensiero, miglior pensiero", il Kerouac che butta su carta qualsiasi cosa gli passi per la testa. Senza rivisitazioni, paragrafi o capoversi, il testo viene riportato proprio come, nel lontano 1951, balenò via dalla mente dello scrittore, per poi giungere a noi in un grosso rotolo di carta lungo 120 piedi. Emozionante, trasmette adrenalina, come seguire Kerouac, conoscerlo, viverlo in ogni sua avventura attraverso gli Stati Uniti.
On the road. Il «rotolo» del 1951
Tra il 2 e il 22 aprile 1951, racconta Jack Kerouac a Neal Cassady, «ho scritto un romanzo su una striscia di carta lunga 120 piedi ... infilata nella macchina da scrivere e senza paragrafi ... fatta srotolare sul pavimento e sembra proprio una strada». Con questo "rotolo" ha inizio la vicenda di On the road. Composto, secondo la leggenda, sotto l'effetto della benzedrina e con il sottofondo del bebop, il romanzo - che narra i viaggi compiuti da Kerouac negli Stati Uniti e in Messico tra il 1947 e il 1950 - vedrà la luce, in una versione ampiamente rimaneggiata, solo nel 1957. Secondo alcuni critici quello del 1951, finora inedito in italiano, è il vero testo di On the road: ben più lungo di quello pubblicato nel 1957, contiene numerose scene che Kerouac deciderà poi di tagliare e risulta più cupo, spigoloso e disinibito. La scrittura vi appare intima, colloquiale, sfrenata e "vera", fatta di periodi che si sovrappongono e si accavallano come onde, trascinando il lettore alla bruciante scoperta di una strada che è la vita stessa.
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Testo in italiano
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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ROSY CALIRI 05 dicembre 2017
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SABRINA SCOTTO ROSATO 06 marzo 2017
Questo è uno di quei libri che, anche una volta finito di leggere e messo sullo scaffale, di tanto in tanto ti piace riprendere in mano, sfogliarlo, leggere qualche riga e tornare con la mente a quel viaggio che ti sembra aver fatto insieme ai protagonisti. Almeno per me è stato così. E' un libro da cui non ti stacchi facilmente, ti resta dentro con prepotenza, come se quelle terre, quelle strade, le avessi percorse anche tu. E alla fine fa male distaccarsene. Ti mancano, quei protagonisti. Proprio come quando, dopo un viaggio in cui hai conosciuto delle persone, devi salutarle per tornare a casa.
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ANGELA STALLONE 06 maggio 2016
Jack Kerouac è senza dubbio il simbolo di quella Beat Generation di cui sappiamo tanto grazie a Fernanda Pivano. On the road è il titolo simbolo di questa generazione ed è dunque un must per chi vuole avvicinarsi a questo mondo. Il tema del viaggio, della libertà, della scoperta e dell'amicizia vengono affrontati con spontaneità in questo romanzo scritto da Kerouac tutto d'un fiato su un lunghissimo rotolo di carta. Per chi è ancorato alle proprie radici ed alle proprie certezze, questo viaggio surreale può risultare incomprensibile, se non fine a se stesso. In realtà è l'urlo di chi non riesce a trovare il proprio posto nel mondo, di chi vive la vita come viene, di chi non ha bisogno di redini. Un libro cult, fortemente suggerito.
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