Un libro che è diventato un best seller non ha certo bisogno di raccomandazioni! Le storie di tutti i giorni e le scelte che dovranno fare i personaggi tengono incollati fino all’ultima pagina. L’Egitto è un paese complesso ma dopo aver finito di leggere questo libro vi sembrerà di conoscerlo almeno un pochino. Ho amato il modo di raccontare di ‘Ala Al-Aswani e presto inizierò Cairo automobile Club, sperando regali pagine altrettanto brillanti.
Palazzo Yacoubian
Costruito negli anni trenta da un miliardario armeno, Palazzo Yacoubian contiene in sé tutto ciò che l'Egitto era ed è diventato da quando l'edificio è sorto in uno dei viali del centro. Dal devoto e ortodosso figlio del portiere, che vuole entrare in polizia ma che finirà invece a ingrossare le già folte milizie islamiste, alla sua fidanzata, vittima delle angherie dei padroni; dai poveri che vivono sul tetto dell'edificio e sognano una vita più agiata al gaudente signore aristocratico poco timorato di Dio e nostalgico dei tempi di re Faruk che indulge in piaceri assolutamente terreni; dall'intellettuale gay con la passione per gli uomini nubiani, che vive i suoi amori proibiti neanche troppo clandestinamente, all'uomo d'affari senza scrupoli del pianterreno che vuole entrare in politica. Ciascuno di questi personaggi si ritroverà a compiere delle scelte: quale ne sia l'esito, sarà il lettore a deciderlo. Ognuno interpreta una sfaccettatura del moderno Egitto dove la corruzione politica, una certa ricchezza di dubbia origine e l'ipocrisia religiosa sono alleati naturali dell'arroganza dei potenti, dove l'idealismo giovanile si trasforma rapidamente in estremismo e dove ancora prevale un'immagine antiquata della società. Campeggia in questo romanzo la denuncia dei costumi inquinati, della politica egiziana e dei movimenti islamisti, una denuncia tanto cara ad al-Aswani che è uno degli esponenti del movimento di opposizione Kifaya.
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Autore:
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Collana:
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Edizione:4
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Anno edizione:2012
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daria_p 27 aprile 2022una finestra sull’Egitto
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Enrico Caramuscio 14 novembre 2013
Il Cairo, capitale d’Egitto e importantissimo centro politico e culturale del mondo arabo, come ogni metropoli che si rispetti di storie da raccontare ne ha davvero tante con quella smisurata varietà di gente di ogni risma che ne caratterizza la popolazione e che si potrebbe definire un vero e proprio miscuglio antropologico. Al-Aswani ce la presenta attraverso gli inquilini di uno degli edifici più prestigiosi della città, palazzo Yacoubian. I suoi dieci piani dominano un’arteria vitale come via Suleyman pasha, al suo interno troviamo rappresentanti di ogni ceto sociale, di ogni condizione economica, conosciamo le più disparate esperienze e i più svariati modi di affrontare la vita. Lussuosi appartamenti, studi prestigiosi, sedi di importanti società mentre sul terrazzo la gente povera vive in miseri stanzini trasformati in abitazioni di fortuna. Spiando dietro ogni porta si entra in una storia diversa, guardando fuori da ogni finestra sia ha la stessa visione panoramica su un Egitto diviso tra la voglia di occidentalizzazione e il naturale attaccamento alla mentalità tradizionale. Una lotta tra due diverse culture che non trova però un vero vincitore e nella quale a prevalere sono per lo più i lati negativi di entrambe: corruzione, sete di denaro, prevaricazioni e ingiusti privilegi, servilismo e abusi, sessismo, sciovinismo, assenza di valori morali da una parte e fanatismo religioso dall’altra. Un ritratto a tinte forti con un palese scopo di denuncia nei confronti del trentennale governo Mubarak, da cui si evincono chiaramente le ragioni che hanno portato alla rivoluzione del 2011. Storie amare che si intrecciano e si incrociano con un ritmo incalzante, raccontate con stile e capaci di emozionare e coinvolgere. Dal giornalista libertino invaghito di un giovane soldato al sarto con mire espansionistiche sul terrazzo, dal dongiovanni senza età in lite con la sorella all’umile portiere che ripone le sue speranze sul figlio, dal pecoresco domestico che arrotonda le entrate con le creste all’imprenditore senza scrupoli che tenta la carriera politica. Ma le storie più emblematiche sono forse quelle di Taha e Buthayna, due giovani fidanzati costretti a subire in maniera diversa e per ragioni differenti la violenza fisica e morale di una società corrotta e malata. La loro rabbia si incanalerà in maniera diversa, le loro vite si separeranno, ma almeno per uno di loro ci sarà una sorta di lieto fine. “Taha la fissò a lungo poi riabbassò la testa e lei proseguì dicendo: Dai, Taha, smettila. È vero che sono di un anno più giovane, ma ho lavorato e il lavoro mi ha insegnato a vivere. Taha, questo paese non fa per noi. L'Egitto è per quelli che hanno i soldi. Se tu avessi avuto le ventimila lire per la bustarella, ti avrebbero chiesto cosa faceva tuo padre? Se fai i soldi ti spetta tutto, se invece resti povero ti calpestano".
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