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Anno edizione: 2023
Anno edizione: 2023
Anno edizione: 2024
Nel cuore di una fredda notte del 1980, Bobby Western indossa la sua muta da sommozzatore e si tuffa nelle nere profondità della baia del Mississippi. Laggiù scorge il profilo di un aereo con nove corpi in cabina, gli occhi vuoti e le braccia protese verso un gelido abbraccio. Che fine ha fatto il fantomatico decimo passeggero? Quali oscure macchinazioni cela la sua scomparsa? Dolente viandante del mondo da sempre braccato dalla perdita e dalla colpa, ora Bobby deve tornare a fuggire, inseguendo la libertà e il ricordo di una donna per sempre irraggiungibile. Cormac McCarthy ritorna con il suo romanzo più atteso e ci stupisce e conquista con un’opera di disperata bellezza e apicale bravura.
«Un’impresa più grande di Meridiano di sangue, il suo capolavoro più antico, o di La strada, il suo capolavoro più recente» - Graeme Wood, «The Atlantic»
«Altri scrittori saccheggeranno queste pagine per farne epigrafi, quasi fosse l’Ecclesiaste, per i prossimi 150 anni» - Dwight Garner, «The New York Times»
Durante una missione di recupero al largo della costa del Mississippi, Bobby Western vede quel che non avrebbe dovuto vedere: un JetStar apparentemente intatto adagiato sul fondale e, in cabina, chiome fluttuanti, bocche aperte e occhi vuoti, nove corpi senza vita. Da dove viene quell’aereo, che fine ha fatto la scatola nera, e che ne è stato della decima persona sulla lista passeggeri? Queste le domande a cui Bobby, perseguitato da due emissari governativi «con un’aria da missionari mormoni», non sa dare risposta. Capisce allora di dover scomparire. Del resto a fuggire ci è abituato, da tanto tempo è inseguito dai sensi di colpa nei confronti del mondo e di lei, Alicia, l’amore del suo cuore, la rovina della sua anima. Alicia Western, sua sorella. Mente matematica sopraffina ed esperta mondiale di violini cremonesi, donna bellissima e perciò più difficile da perdere, «perché la bellezza ha il potere di suscitare un dolore inaccessibile ad altre tragedie», anche Alicia, come Bobby, ha guardato dove non doveva guardare, nel cuore delle tenebre. Visitata sin da bambina dalle «coorti», un’accozzaglia di allucinazioni da vaudeville capeggiate da un piccolo focomelico scurrile chiamato il Kid, e afflitta da un amore che offende, Alicia ha provato a opporre l’ordine del numero al caos della vita ma non ce l’ha fatta perché «certe cose un numero non ce l’hanno». Ora cosa resta a Bobby, se non la fuga? Via da New Orleans, Knoxville e la baia petrolifera della Florida, da bettole, bagnarole e topaie. Un mondo popolato di reietti, ubriaconi e reduci – dall’amorevole trans Debussy al killer di blatte Borman al dandy dissacrante Sheddan – ma brulicante di vita e inventiva. Via da tutto quel rumore, via dalle oscure macchinazioni del potere e dai peccati ereditati come da quelli bramati, verso una nuda bicocca dall’altra parte dell’oceano, verso un posto senza compagnia né legge né letteratura, dove non c’è altra realtà del ricordo e la fisica si fonde nella metafisica. Perché questo siamo noi: «dieci percento biologia e novanta percento mormorio notturno».
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Il passeggero è un libro misterioso, affascinante, trascinante pur nell’essere strutturato in dialoghi serrati e difficili da seguire, dialoghi alcune volte misteriosi. È un libro da rileggere perché solo nel dopo si scoprono i collegamenti, la sua struttura a cerchio con temi che si ripetono. Il dolore, il cordoglio, la storia, la fine dei tempi, l’amicizia, l’amore sono i grandi temi che percorrono le sue pagine. La bomba che distrugge, il grande fungo che si eleva costruita dal padre del protagonista e la fine dei tempi “L’ultimo degli uomini è solo nell’universo che si oscura intorno a lui. Piange ogni cosa con un unico pianto. Nei resti pietosi ed esausti di quella che un tempo fu la sua anima non troverà niente da cui plasmare la benché minima cosa divina che lo guidi negli ultimi di questi giorni”. Intanto l’errare inutile del fratello si srotola parallelamente alla storia della sorella; gli amici farabutti e ironici di lui si sovrappongono alle figure che si avvicendano alla corte di Alice. Il sogno e la realtà si sovrappongono. La vita è cordoglio, la felicità è una scelta. La storia è carta, si perde, svanisce. Il libro è pervaso da una corrente di pessimismo che può condurre solo al suicidio “credo che molta gente sceglierebbe di essere morta se non dovesse morire”. Messa così perché leggerlo! Questo libro si legge perché è un mistero irrisolto, un enigma avvincente. Bobby Wester, Alice, i personaggi che si susseguono sono irresistibili nella loro unicità.
Tra i capolavori statunitensi degli ultimi anni. Insieme a Stella Maris costituisce un mondo a parte rispetto all'altra produzione dello scrittore. Due romanzi memorabili che si fondono.
“Il passeggero” non è un romanzo facile, ma nemmeno insormontabile: attraverso la fisica McCarthy ci pone di fronte ad un quesito: il linguaggio umano è in grado di descrivere la realtà in cui siamo immersi, e gli elementi che la compongono? All’interno troviamo rimandi alla filosofia: i disturbi mentali e le allucinazioni di Alicia si manifestano quando “guarda attraverso un buco alto da cui si vedevano cani infernali", e malgrado tenti di dare un senso al mondo attraverso la matematica, di cui è un genio, non riesce a sopportare l’insensatezza della realtà. Sembrerebbe un chiaro rimando al “Velo di Maya” di Schopenhauer: una volta spostato quel velo, fatto di significati esclusivamente umani, resta la realtà nuda e cruda; secondo il filosofo tedesco questa, e la sua insensatezza, può essere guardata solo da intelletti pronti. Da qualche parte ho letto che “Il Passeggero” non sia un romanzo di trama; è vero, ma potrebbe essere vero anche il contrario. E’ un romanzo che racconta la lotta per la sopravvivenza, dopo aver conosciuto un dolore troppo grande. E’ il racconto di un uomo che tenta di restare aggrappato alla vita. McCarthy non poteva chiudere la sua carriera e vita nel modo migliore; Il passeggero è IL capolavoro definitivo.
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