Il libro è impostato come un dialogo tra Gnoli e De Gregori sotto forma di discorso diretto. Lettura interessante per conoscere qualche cosa in più sull'artista.
Passo d'uomo
Francesco De Gregori si racconta per la prima volta attraverso una serie di conversazioni condotte da Antonio Gnoli. La sua vita e il suo mondo emergono in una successione di pensieri, ricordi ed emozioni. L'intima intelligenza delle sue canzoni fa da sfondo alle nostre esistenze intrecciate con la storia italiana. Chiunque si sia posto domande su che cos'è l'arte e la bellezza, il tempo che passa e ci trasforma, Dio e le religioni, l'oggi che comprendiamo sempre meno, troverà in questi dialoghi risposte di sorprendente sincerità e acutezza. Scoprirà inoltre le numerose esperienze che De Gregori ha vissuto con coerenza e desiderio: i libri letti e amati; l'America con i suoi miti e la politica con i suoi equivoci e il senso di cosa abbia voluto dire per lui essere di sinistra senza lasciarsene condizionare. Il mondo poetico di De Gregori ne esce in sintonia con il battito del suo cuore e della sua mente. Tra la musica che ha scritto e quella che ha amato. In un finale sorprendente Francesco De Gregori riflette, ragiona e affronta con umiltà lo spirito del nostro tempo, così segnato dalle passioni tristi. Non ci sono ricette, né messaggi edificanti. Solo la sommessa convinzione che la vita migliore è quella che si interpreta con passo d'uomo.
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Autore:
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Anno edizione:2017
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Lorenzo 02 dicembre 2024
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Ciro Andreotti 29 agosto 2016
Francesco De Gregori racconta se stesso nel corso di una lunga intervista scomposta in una manciata di capitoli, o per meglio dire in una serie di interviste unite in un libro inchiesta scritto con la collaborazione del saggista e giornalista Antonio Gnoli. Un saggio che è la prima vera testimonianza dell’uomo De Gregori, una testimonianza che arriva ben prima del cantautore che per la prima volta scoperchia il proprio vaso di pandora fatto di ricordi iniziando dalla quasi natia Pescara, ove s’era trasferito a seguito del padre bibliotecario, sino al rapporto con il fratello Luigi, con i figli, con la letteratura e le proprie fonti d’ispirazione; Ciò che alla fine s’apprezza maggiormente leggendo il romanzo intervista di Gnoli è la figura di un uomo che ha fatto della riservatezza il proprio rifugio e della chitarra, e quindi della musica, e della sua in particolare, la propria arma. Uno che odia farsi chiamare intellettuale, perché come dice egli stesso: “… potrò aver fatto buone letture e buone scuole, ma l’intellettuale puro e semplice è colui che spesso non fatica fisicamente e riesce a vivere del suo semplice intelletto. Io invece mi sporco le mani sulla chitarra, sugli spartiti, con i ragazzi della band e con il pubblico che m’ascolta …” . Un libro che non si legge tutto d’un fiato, che perde buona parte della sua verve in discorsi ai margini del filosofico, che trascura volontariamente parti di vita quotidiana per restituire il De Gregori pensiero e che alla fine del ‘principe’ restituisce proprio l’uomo comune unito alle proprie passioni prima giovanili e poi adulte affiancandolo solo allora al mito musicale. Da leggere quindi anche se non vi piace necessariamente l’autore di ‘Alice ’il tutto unito a una sana dose di umana pazienza.
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