Il protagonista di questo breve romanzo è uno scalcinato piastrellista con problemi allo stomaco che per arrotondare esegue piccoli lavori in nero, per evitare tassazioni. Egli è ormai solo, senza più affetti su questa terra e la cui casa con giardino avrebbe bisogno di moltissima manutenzione, dentro e fuori. La vicenda si svolge nel novembre del 1982 ed egli ha sessantacinque anni. Una mattina lo sveglia lo squillo insistente del telefono e all'altro capo c'è un suo conoscente che gli propone un lavoretto senza problemi. Si appunta l'indirizzo e vi si reca. Qui non trova nessuno che gli dia eventuali indicazioni. Al piano superiore troverà soltanto una enigmatica targhetta e si abbandona a congetture di ogni tipo, fino ad arrivare inaspettatamente a un ricordo di gioventù. Quindi, con un po' di iniziativa ed intraprendenza, ed gli si mette all'opera sulla parete del bagno in malo modo piastrellata. Casualmente si imbatte in un parente che danni non vedeva e cominciano a discutere di ricordi del tempo andato. Il piastrellista comincia effettivamente il proprio lavoro, tra un sorso e l'altro di acquavite. L'arrivo di altri personaggi in scena sarà il pretesto per una disquisizione di stampo platonico sull'arte. Quando la parete è quasi terminata, il piastrellista si accorge che l'indirizzo non è quello che ha annotato e mentre stanno per andare via bussa con violenza alla porta qualcuno. Anche qui l'autore tratta il tema del "Male" come creazione meramente umana e critica senza troppi giri di parole la borghesia svedese, che tradisce gli ideali del popolo da cui è stata generata. Una lettura molto gradevole, con la giusta tensione, ma anche con i toni più delicati del ricordo di giovinezza, della fantasia, della tristezza e dell'abbandono. Chi non ha più nulla a questo mondo torna con la mente al tempo in cui era stato felice e cerca di mantenervi un illusorio rapporto che regala una effimera felicità in grado di diradare anche se per poco le nebbie contingenti.
Il pomeriggio di un piastrellista
Un uomo che compie un viaggio a ritroso alla ricerca di come è giunto a se stesso, nel tentativo di trovare dove quel che dava senso e realtà alla vita è andato smarrito.
«Ogni cosa era mondo, e nulla in quel mondo gli apparteneva sul serio.»
Torsten Bergman, piastrellista a Uppsala, si è ritirato ai margini dell’esistenza: è in pensione, la moglie e il figlio sono morti, anche il cane se n’è andato, e la sua casa non è ormai che il museo dei resti di ciò che è stato. Ogni tanto gli capita ancora di accettare qualche incarico occasionale, purché in nero, perché il suo rapporto con la società è lo stesso che ha instaurato con la vita: di dichiarata non appartenenza. Chiamato un giorno da un amico a finire un lavoro lasciato a metà da altri, capita in una misteriosa casa in via di ristrutturazione ma dall’aria abbandonata. Senza sapere quale sia il suo compito, né come o per chi lo deve svolgere, si mette accuratamente all’opera. Ecco allora che strani personaggi compaiono nella casa, veri o sognati, con le loro vicende reali o possibili, mescolandosi a meditazioni e ricordi che riaffiorano a poco a poco dal passato, tappe di quella «storia di un fallimento» che, come dice Sartre nell’epigrafe del libro, è pur sempre la storia di una vita. Ma con un sottile avvio da saga, Gustafsson ci ha messi sull’avviso: si tratta di un romanzo epico. E muovendosi fra i temi esistenziali con l’insolente agio dei nordici racconta l’avventura di un «uomo della possibilità» costretto a vivere in un mondo di congiuntivi, in cui ogni affermazione è preceduta da un forse e seguita da un punto interrogativo. Un uomo che compie un viaggio a ritroso alla ricerca di come è giunto a se stesso, nel tentativo di trovare dove quel che dava senso e realtà alla vita è andato smarrito.
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Autore:
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Traduttore:
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Anno edizione:2017
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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LuigiAmendola 18 gennaio 2023Fuga della mente verso ricordi di un tempo più lieto
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Nello stile di Gustafsson ci sono dei topoi: la donna misteriosa e irraggiungibile, l'uomo di mezza età che ha visto tutto o quasi della vita, l'attesa, la solitudine, il senso della vita che sembra annidarsi in una serie di eventi assurdi e apparentemente scorrelati. In questo libro ci sono tutti questi elementi, eppure, avendolo letto dopo La bicicletta blu, non sono riuscita ad apprezzarlo del tutto, quasi ne fosse solo il preludio.
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