Tra i più amari e forse profondi romanzi di Simenon, questo conferma ancora una volta come il grande scrittore belga si ponga nella scia di Shakespeare o di Dostoievski quanto a scavo nelle profondità dell'animo umano, fino ad entrare in contatto con pulsioni e sentimenti che cerchiamo sempre di nascondere a noi stessi. Quella parte torbida che a volte emerge solo in sedute psicoanalitiche, tanto è il terrore di venirne a contatto, o il senso di colpa quando ce la troviamo dinanzi alla coscienza. Il finale assolutamente imprevedibile (e terribile) rende questo romanzo tra i suoi migliori e più originali, un po' lontano dai suoi consueti e pur notevoli ambiti noir.
La porta
«Era possibile che per tutti quegli anni lei fosse stata felice con lui, e che lo fosse ancora?». Stenta a crederlo, Bernard Foy, e non solo perché ha perso entrambe le mani saltando su una mina e non si sente più un vero uomo, ma perché di uomini sua moglie Nelly, che del proprio passato non gli ha nascosto nulla, ha sempre avuto bisogno. Da vent’anni loro due si amano con lo stesso trasporto e la stessa urgenza di quando si sono conosciuti. Eppure Bernard, che passa le sue giornate a spiare le vite degli altri dalla finestra, ad ascoltare i rumori del palazzo e del quartiere, e soprattutto ad aspettare che lei torni dal lavoro, è tormentato dalla gelosia per la vita, di sicuro «più animata, più appassionante», che la moglie conduce fuori casa, e dal bisogno di sapere in ogni momento dove lei sia e che cosa stia facendo: tanto che la sua assenza gli provoca un acuto malessere fisico. Un malessere che è sensibilmente peggiorato da quando Nelly sbriga piccole commissioni per un giovane illustratore che la poliomielite ha inchiodato su una sedia a rotelle e che si è trasferito al primo piano del loro stesso palazzo. E poi, nonostante l’età, lei sembra ogni giorno «più bella, più desiderabile», il che colma Bernard di un’insostenibile angoscia: come non sospettare che si tratti di quella «luce particolare» che emana dal volto di una donna innamorata? A poco a poco, Bernard non farà altro che pensare alla porta dell’appartamento del primo piano, dove lui non è mai entrato, che non è mai riuscito neanche a intravedere... Nessuno come Simenon è capace di compiere, trascinando con sé il lettore, una simile, implacabile discesa nella mente di un uomo dominato dalle sue ossessioni – ossessioni che non potranno che portare a un epilogo fatale.
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Claudio B. 02 gennaio 2025Solita conferma
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Alice 30 dicembre 2024gelosie e ossessioni
un libro breve ma intenso, ricco di emozioni che ti trascina in un vortice fatto di segreti, parole non dette, amore e ossessione. Simenon è sempre una garanzia
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Giuklia 27 dicembre 2024Toc Toc
Basta bussare.. e Simenon non si attarderà, aprendovi la porta di un mondo che vi lascerà appesi fino all'ultima pagina. La porta è un libro intimo, sussurrato all'orecchio, ma anche dolorante. Uno dei migliori Simenon, anche se di peggiori non ne conosco
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