Un autentico capolavoro che è un classico della letteratura italiana. Ritrae con ironia e verità uno spicchio di provincia del nord Italia, con le sue ipocrisie, la povertà, le ingiustizie a cui il “prete bello” funge da catalizzatore occasionale.
Il prete bello
"Nel 1953 Goffredo Parise si trasferisce a Milano, dove ha trovato lavoro presso un grande editore. Ha pubblicato due romanzi che pochi conoscono - "Il ragazzo morto e le comete" e "La grande vacanza" - e ha il vago desiderio di scriverne un terzo che diverta e commuova "tanto da cacciare il freddo e la solitudine": un romanzo "con molti personaggi allegri", ma soprattutto "estivo". Uscito nel maggio del 1954, "Il prete bello" riscuoterà un clamoroso successo. E rileggendolo oggi ci accorgiamo che il suo segreto sta tutto in quella genesi: nella festosa eccentricità dei personaggi che popolano un labirintico e fiabesco caseggiato nella Vicenza del 1940, e di colui che saprà stregarli tutti: don Gastone, il "prete bello". Personaggi quali la ricca signorina Immacolata; le Walenska, madre e figlia, che si scaldano ingrandendo con una enorme lente l'unico raggio di sole che penetra nella loro stanza; il cav. Esposito, che tiene sotto chiave le cinque figlie concupiscenti; Fedora, la cui rigogliosa natura si spande dagli occhi e da tutto il corpo; e la cenciosa banda di ragazzi truffaldini e sentimentali che nei vicoli e sotto i portici cercano ogni giorno di sopravvivere. In tutti loro, nelle vene e nel sangue, l'atletico, elegante, vanesio don Gastone si infiltra come una passione oscura, violenta ma capace di dare improvvisamente vita - e come nel "Ragazzo morto e le comete" ci troviamo di fronte a "una sostanza poetica che ribolle e rifiuta di assestarsi entro schemi definiti"." (Eugenio Montale)
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Anno edizione:2010
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PAOLO G. 03 gennaio 2025Capolavoro
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UGOPDT 30 dicembre 2024La provincia veneta in pillole
In questo libro Parise presenta una storia coinvolgente e, al tempo stesso, piacevole. Una storia che aiuta a riflettere sui temi di sicuro rilievo, quali il senso della vita; la distanza fra mondo degli adulti e quello dei ragazzi; la difficoltà di sopravvivere in determinati momenti della vita. Un romanzo di formazione di sicuro interesse, anche per l'immagine - magistrale - che Parise restituisce della provincia veneta. Le vicende di Sergio, Cena, don Gastone e tutti i personaggii che affollano la scena del "Prete bello" sono da leggere e da immaginare, operazione - quest'ultima - che riesce particolarmente bene grazie alla scrittura di Parise.
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Un libro su un'epoca, quella del fascismo e su una condizione sociale, la miseria. Ambientato in un palazzo di una indefinita città veneta, è narrato in prima persona da un ragazzino povero, di padre ignoto, che vive con la mamma e i nonni. Fame, furtarelli, richiesta della carità. I personaggi sono appena accennati e prendono spessore solo alla fine, solo in parte. Tutta la vita del palazzo gira attorno al prete bello, circondato da beghine innamorate, un uomo vanitoso e un po' stupido che fa del bene al protagonista quasi per caso.
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