Privo di titolo - Andrea Camilleri - copertina
Privo di titolo - Andrea Camilleri - 2
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Letteratura: Italia
Privo di titolo
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Descrizione


"Privo di titolo" intreccia la storia dell'unico martire fascista siciliano del biennio rosso con la colossale beffa di Mussolinia, la città nei pressi di Caltagirone che avrebbe dovuto celebrare per sempre la gloria del Duce. In un'intervista, concessa a "La Nazione" il 17 gennaio 2002, Andrea Camilleri dichiarò: "Voglio assolutamente scrivere la storia di un eroe immaginario in un paese immaginario. Mi riferisco alla storia dell'unico martire fascista che poi ho scoperto essere stato ammazzato dai suoi per un errore. L'ambientazione ovviamente sarà quella che sarebbe dovuta divenire Mussolinia, la città che non fu mai costruita e della quale al duce, nel 1928, fu mostrato un fotomontaggio".

Dettagli

17 marzo 2005
296 p., Brossura
9788838920301

Valutazioni e recensioni

  • Alex
    Appassionante

    La bellezza di questo romanzo storico può essere ricondotta alle pagine di giornale riprodotte durante la storia. Molto interessante, perchè in un epoca senza tante tecnologie riesce a dare l'idea di come si svolgono delle indagini che sono influenzate anche da altri aspetti che esulano la sola cronaca nera, ovvero il sentimento e la politica

  • Privo di titolo é un romanzo in cui la drammaticità di un'esistenza schiacciata dall'alto lascia poco spazio a venature ironiche o addirittura comiche. Ma Camilleri è Camilleri e dunque in presenza di un regime vanaglorioso non può fare a meno di ricorrere a note satiriche, rafforzando così l'idea che dietro a un palcoscenico di divise, di retorica e di proclami ci fosse il niente, o meglio si nascondesse l'esistenza di uomini di pochi scrupoli che tenevano solo ed esclusivamente al potere. La narrazione inizia nel 1941, a un'adunata in cui si commemora la scomparsa violenta di un martire fascista, ucciso mentre con altri camerati aggrediva un esponente comunista. Da poco sedicenne Camilleri assiste alla cerimonia e nota un uomo che in disparte piange disperatamente; allora chiede a suo padre chi sia e lui gli risponde che si tratta dell'assassino. Poi si torna indietro nel tempo, a quel 1921 allorché il delitto in questione venne commesso; seguono le indagini, complesse perché non si vuol pervenire all'evidenza di cosa è accaduto, ma alla fine il processo a carico dell'imputato lo vedrà prosciolto, anche se la sua vita sarà costellata da una serie continua di vessazioni. La sentenza è del 1924, anno in cui Mussolini si reca in Sicilia, per la precisione a Caltagirone, per porre la prima pietra di una nuova città, Mussolinia, città fantasma, perché non verrà mai edificato nulla, vista l'intenzione di limitarsi a una cerimonia di promesse che diano lustro al regime senza impegnarlo. La visita non è senza intoppi, poiché scoppiano dei disordini, e nella loro descrizione spicca la vena satirica di Camilleri. L'approccio di Camilleri con l'ideologia fascista é tuttavia incompleto, cogliendone solo la continua mistificazione. Però, è comunque un libro che può aiutare a comprendere che cosa fosse effettivamente il fascismo e quindi è meritevole di lettura..

  • Renzo Montagnoli

    Che le dittature, in quanto tali e per reggersi, abbiano la necessità di un controllo stretto della stampa, anzi loro stesse diventino l’organo di comunicazione ufficiale, e che abbiano necessità di creare falsi miti per ornarsi di un alone leggendario è cosa risaputa. Se poi una di queste dittature è quella fascista, pur nella drammaticità dei suoi effetti, raggiunge vette altisonanti, ma anche ridicole, nella mistificazione dei fatti. Deve aver pensato a questo Camilleri quando ha scritto Privo di titolo, un romanzo in cui la drammaticità di un’esistenza schiacciata dall’alto lascia poco spazio a venature ironiche o addirittura comiche. Ma Camilleri è Camilleri e dunque in presenza di un regime vanaglorioso non può fare a meno di ricorrere a note satiriche, rafforzando così l’idea che dietro a un palcoscenico di divise, di retorica e di proclami ci fosse il niente, o meglio si nascondesse l’esistenza di uomini di pochi scrupoli che tenevano solo ed esclusivamente al potere. La narrazione inizia nel 1941, a un’adunata in cui si commemora la scomparsa violenta di un martire fascista, ucciso mentre con altri camerati aggrediva un esponente comunista. Da poco sedicenne Camilleri assiste alla cerimonia e nota un uomo che in disparte piange disperatamente; allora chiede a suo padre chi sia e lui gli risponde che si tratta dell’assassino. Poi si torna indietro nel tempo, a quel 1921 allorché il delitto in questione venne commesso; seguono le indagini, complesse perché non si vuol pervenire all’evidenza di cosa è accaduto, ma alla fine il processo a carico dell’imputato lo vedrà prosciolto, anche se la sua vita sarà costellata da una serie continua di vessazioni. La sentenza è del 1924, anno in cui Mussolini si reca in Sicilia, per la precisione a Caltagirone, per porre la prima pietra di una nuova città, Mussolinia, città fantasma, perché non verrà mai edificato nulla, vista l’intenzione di limitarsi a una cerimonia di promesse che diano lustro al regime senza impegnarlo. La visita non è senza intoppi, poiché scoppiano dei disordini, e nella loro descrizione spicca la vena satirica di Camilleri. I due fatti, l’assassinio e la prima pietra di Mussolinia, non sembrano collegati e invece lo sono, perché rappresentano l’abituale mistificazione di un regime; del resto, realizzata, nelle circostanze, con la creazione di un martire, che martire non è, e con la festa trionfale per l’avvio dei lavori di una città che non verrà mai costruita, perché non c’è la volontà di realizzarla effettivamente. L’approccio di Camilleri con l’ideologia fascista é tuttavia incompleto, cogliendone solo questa caratteristica, evitando tuttavia di scivolare nella parodia, come invece gli era capitato con Il nipote del Negus e con La pensione Eva. Comunque, pur con questo limite, si deve tributare il merito all’autore, che conta lettori a profusione, di contribuire a mostrare cos’era veramente il fascismo, perché oggi quelli che l’hanno vissuto dimostrano una scarsa memoria, mentre gli altri lo ignorano del tutto, o al più si limitano a considerarlo un regime dittatoriale, senza tuttavia sapere come sia un regime di questo tipo. Da leggere, quindi.

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Foto di Andrea Camilleri

Andrea Camilleri

1925, Porto Empedocle (Agrigento)

Nato a Porto Empedocle (Agrigento), Andrea Camilleri ha vissuto per anni a Roma.  Dal 1939 al 1943, dopo un periodo in un collegio da cui viene espulso, studia ad Agrigento al Liceo Classico Empedocle dove ottiene la maturità classica senza dover sostenere l’esame a causa dell’imminente sbarco degli alleati in Sicilia. A giugno inizia, come ricorda lo scrittore, "una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere di sangue, di paura".  S’iscrive all’Università (Facoltà di lettere) ma non si laureerà mai. Si iscrive anche al Partito Comunista.Inizia a pubblicare racconti e poesie e vince il Premio...

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