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Come a una voce lontana presto ascolto, Ma intorno non c'è nulla, nessuno. In questa nera buona terra Voi deporrete il suo corpo. Né il granito né il salice piangente Faranno ombra al cenere leggero, Solo i venti marini dal golfo Per piangerlo accorreranno...
Anna Achmàtova, cha ha condiviso con Borís Pasternàk la sorte d’essere il solo grande poeta russo prerivoluzionario che abbia continuato a scrivere in epoca sovietica fino ai nostri giorni, non può essere circoscritta (come se venisse relegata nel passato!) alla temporanea fioritura di un movimento poetico quale l’acmeismo… La lirica achmatoviana di questi ultimi decenni, anche se voce solitaria e discorde, anche se sembra andar dietro ai fantasmi del proprio passato o alle angosce della sua personale esistenza, cosí permeata com’è del senso della storia, dell’urto con la storia, è parte integrante della poesia della Russia sovietica e fuori di quel contesto vitale sarebbe impensabile. Dall’introduzione di Carlo Riccio
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