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Prefazione di Raimon Panikkar
L’autobiografia sincera e spietata di un uomo che diventerà santo, di un individuo che si espone senza sconti al giudizio della storia, di un’anima che testimonia la necessità della relazione con Dio.
Dopo un viaggio in Italia, alla ricerca di successi mondani, Agostino torna nella sua Africa profondamente turbato: le Confessioni sono la rievocazione lancinante del suo dramma privato e una riflessione profonda sulla via che conduce al divino.
Vi si narrano i dubbi teologici insieme alla morte dell’amico più caro, le letture colte insieme all’amore per una donna, le riflessioni sulla giustizia insieme all’episodio banale di un furto di pere. Il fascino di questo capolavoro proviene proprio dal suo contenuto di grande umanità, dalla forza della sua passione.
Raimon Panikkar rimarca la funzione insostituibile delle passioni nella via segnata da Agostino: “Senza passione infatti non si raggiunge la pienezza dell’amore, sia a livello umano, sia nella comunione con il mistero della Presenza divina; e senza appassionato amore non si combattono le cosiddette passioni che tanto hanno assorbito l’attenzione agostiniana, fino quasi a soffocare la sua umanità per rafforzare in lui unicamente lo slancio verso Dio”.
Nella tensione fra l’umano e il divino sta la grandezza di questi primi quattro libri delle Confessioni, in cui emerge il rapporto sofferto fra la creatura e il Creatore, fra la debolezza dell’uno e la grandezza dell’altro. Agostino non si è sottratto alle comuni speranze e disperazioni, ha voluto sperimentare ogni cosa umana. Per questo, nel suo dialogo intimo e tormentato con Dio, riconosciamo i nostri stessi dubbi, le nostre stesse fragilità, la nostra stessa speranza.
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