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Anno edizione: 2020
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Chav e’ uno sputo solido che ci arriva in faccia. E’ un libro a metà tra la riflessione politica e l’autobiografia. D. Hunter racconta la propria adolescenza nel sottoproletariato di Nottingham, tra combattimenti clandestini a mani nude organizzati dai parenti, furti, alcool, droghe, prostituzione, aggressioni, carceri e istituti mentali, il tutto permeato da un flusso costante di abusi sessuali e fisici, un mondo dove si è stuprati dagli amici del nonno con le stecche da biliardo. Un mondo in cui si impara a leggere sfogliando i Quaderni dal carcere di Gramsci mentre si è a propria volta in prigione, fino a diventare un quarantenne che la societa’ capitalistica puo’ definire “normale”. Sono pagine che mostrano il disprezzo e lo sfruttamento su cui si basa la società capitalistica e consumistica, ma dimostrano anche come questi colmino anche le buone intenzioni di tanti “movimenti sociali, pieni di persone che si comportano come gli assistenti sociali, i giudici e le persone a cui rubavo in casa”, dei “papponi della miseria”, gli intellettuali sempre pronti a evangelizzare o di “chi a vent’anni sceglie esplicitamente di vivere senza denaro e poi pretende di contare quanto chi non ha alcuna possibilità di scelta”. Chav diventa così una riflessione, assai critica, sulla sinistra inglese: il protagonista avanza critiche al partito, ma anche ai sindacati e alle organizzazioni militanti che popolano il panorama politico di questi anni. Una critica nella quale rientriamo tutti noi occidentali, “Nelle persone dimenticate dalla società ufficiale ho visto, ho trovato un bisogno di solidarietà profondo, di accettazione degli altri, mentre la società rispettabile mi spinge a giudicare e respingere gli altri”. Chav rimane un testo che si deve leggere, per rimettersi in discussione, per far vacillare alcune certezze e anche per osservare una realtà talmente dura da essere difficilmente immaginabile. Da leggere e da seguire questo autore. Bravo.
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