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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2023
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Libro vincitore del Premio letterario Asti d'Appello 2022, finalista del Premio letterario Mario La Cava 2023 e incluso tra i sette finalisti del Premio Strega 2022
La storia di un uomo che non crede alla fine di un amore. Un romanzo di ossessioni, tenacia e tenerezza.
«La prosa limpida, rallentata di Piersanti – un romanziere autentico – dimostra che per raccontare il nostro tempo non dobbiamo per forza essere adrenalinici, né parlare di WhatsApp» – Filippo La Porta, Robinson
"Perdonami, sono tanto stanca. Non mi cercare." Solo questo lascia scritto Giulia, prima di scomparire nel nulla. E suo marito Giovanni, nella casa improvvisamente vuota, si sente un naufrago. Il loro è un amore fatto di cose minime: la colazione al mattino, con le fette imburrate e la marmellata; un bacio volante prima di andare al lavoro e un altro più lungo la sera, quando lui torna dalla tipografia con le dita sporche d'inchiostro; abbracciarsi in giardino, tra le rose che lei ha potato con cura. Dopo una vita insieme, non hanno ancora perso la voglia di farsi felici l'un l'altra. O almeno, così credeva lui. Adesso Giovanni, in cerca di risposte, guarda tra i libri di Giulia e dagli scaffali pesca il più voluminoso: Anna Karenina. Comincia a leggere. E si convince che sua moglie abbia trovato un altro uomo, un amante focoso, un maledetto Vronskij. Geloso e amareggiato, si chiude in tipografia, deciso a creare una copia unica del capolavoro di Tolstoj: carta pregiata, copertina in pelle, nella speranza, un giorno, di farne il suo ultimo pegno d'amore per Giulia. Ma la vita non è un romanzo, procede per strappi lievi e imprevedibili. Quando il mistero della scomparsa si svela, Giovanni capisce che c'è sempre qualcosa che ci sfugge, e tutto ciò che possiamo fare è smettere di averne paura.
Proposto da Renata Colorni al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:
«Non desta stupore che la pubblicazione presso Rizzoli dell'ultimo romanzo di Claudio Piersanti sia stata salutata con unanime consenso da parte della critica e del pubblico più avvertito, che hanno subito sottolineato con calore le indubitabili e già ben note qualità letterarie di uno degli autori più importanti della nostra narrativa, voce tanto schiva e inapparente – che rammenta la nobile ricerca letteraria di Romano Bilenchi – quanto autorevole e originale fin da quando, nel 1997, il suo libro Luisa e il silenzio, ottenne l'ambito Premio Viareggio. Ebbene, anche qui, anche in questo libro che ha un titolo enigmatico e lievemente sfottente; anche in questa storia di un amore coniugale che né i decenni trascorsi dalla coppia in unità indissolubile né il modesto tran tran di una esistenza piccolo borghese non immune da frustrazioni hanno minimamente scalfito perché quell'amore che definisce e lega i coniugi – lui è un bravissimo tipografo che per l'avvento delle nuove tecnologie ha perso il lavoro, lei una bella segretaria appassionata di giardinaggio – reca in sé la freschezza e il profumo delle cose indistruttibili ed eterne; anche nel racconto pacato di quotidiane abitudini e tenerezze di coppia che tutt'a un tratto vengono interrotte e lacerate dall'improvvisa sparizione di Giulia che provoca in Giovanni angoscioso spaesamento e paura, senso di perdita e di morte imminente; anche in questo libro, insomma, così breve e strano, a tratti improbabile per chi non ha dimestichezza con i puri di cuore, una specie di favola dolce e sinistra attraversata da cima a fondo da un brivido allarmante, Claudio Piersanti dà senso e spazio al mistero del silenzio e della solitudine, dimensioni fondative dei rapporti umani. Tutto questo grazie alla raffinatezza del suo intuito psicologico e alle risorse stilistiche innate della sua scrittura, che derivano da una lingua che ha la limpidezza del cristallo e da una straordinaria naturalezza e versatilità espressiva.»
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Il titolo della mia recensione è il mio regalo (garbato) all'autore. Con ciò, intendo dire che sono stato di manica larga, come quegli insegnanti che non se la sentono di bocciare un alunno, più per una questione di cortesia. Questo romanz(etto) narra di una coppia di cinquantenni piccolo borghesi, di media cultura, mediamente benestanti, mediamente intelligenti, mediamente felici (volendo, potreste associare l'aggettivo che desiderate all'avverbio 'mediamente' e ci avreste preso). Sulla trama non c'è molto da dire: lei (malata) abbandona lui senza apparenti motivi; lui si tormenta (mediamente, senza farne un dramma...) e pensa all'esistenza di un amante (un Vronskij qualsiasi) che - però - non esiste; la moglie, dopo una 'pausa di riflessione, torna. Ho letto in rete che la scrittura di Piersanti sarebbe 'elegante e garbata'... Elegante magari è eccessivo; garbata... sì, come quella vecchia zia che... Insomma, se la cifra della narrativa contemporanea (salvo eccezioni da cercare con il lanternino) è di non riuscire indispensabile, allora ci siamo.
Questo romanzo racconta la storia d'amore di una coppia non più giovane. Giovanni e Giulia vengono messi a dura prova dalle difficoltà della vita: Vronskij (l'amante di Anna Karenina) è tutto ciò che si frappone tra un marito e una moglie, tutto ciò che è "maledetto" come la gelosia, la malattia, l'incomprensione... Romanzo pacato, scritto con eleganza, stile scorrevole, a tratti lento, proprio come è la vita: un giorno hai tutto e il giorno dopo arriva un "maledetto Vronskij" (un intruso) e non ti resta che il ricordo di ciò che è stato. "Era troppo bella per lui, lo era sempre stata .Mettersi con un tipografo senza lavoro, salvato da un miracolo. Voleva dirle "Io sono qui, ti aspetto". Ma nello stesso tempo si sentiva un motivo insufficiente. Era un uomo mancante, irrealizzato che le chiedeva disperatamente in silenzio di restare. "Fermati ancora un po'", le disse con il pensiero, "resta qui uccellino impazzito". Lei obbedì e cominciò a pagaiare lentamente verso il molo"
Libro scritto bene ma non è riuscito a coinvolgermi, a tratti l'ho trovato irritante
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