Quando ho acquistato questo libro di Floris, sapevo che era un romanzo ma mai avrei creduto che fosse così bello. E' un romanzo di grandissima attualità e porta chi lo legge a riflettere, almeno con me è stato così, sul proprio passato e sul presente e futuro dei propri figli. È scritto in modo scorrevole e tiene in sospeso il lettore fino all'ultimo con finale a sorpresa... tutti i fatti e i sentimenti dei protagonisti ci sono familiari e lo sgomento che ne nasce lascia spunti di intima riflessione. Lo consiglio sinceramente a tutti. Bravo Giovanni!
Quella notte sono io
“Le persone normali si difendono. Quando vedono qualcosa che non vogliono vedere, fanno finta di niente. Ma la cosa resta là, e ti guarda, aspettando che tu ti renda conto che dalla verità non c’è scampo.”
La memoria è un animale strano. Passi una vita a cercare di domarla, a convincerti che ci sei riuscito, e poi basta un attimo per renderti conto che sei solo un illuso. Per Stefano quell’attimo arriva insieme a un telegramma che lo porta indietro di ventisette anni, alla notte che lo ha reso l’uomo che è: una convocazione, di questo si tratta, un appuntamento con il passato che non può più rimandare. Insieme a lui al casale, in quel tranquillo weekend estivo, ci sono loro, gli amici del liceo, ed è dalla maturità che non si vedono: Margherita, che come lui – lo capisce dalla luce nel suo sguardo – non si è perdonata, Silvia e Lucio, che invece si sono perdonati tutto, e poi Germano, che di quel gesto assurdo, forse, non ha ancora capito nulla. A riunirli è stata la madre di Mirko, il ragazzo troppo diverso da loro che in quella maledetta gita hanno trasformato prima in vittima e poi in nodo irrisolto di giganteschi sensi di colpa. Ma è subito chiaro che il pomeriggio sarà più lungo del previsto, perché, come su un palcoscenico, sfilano davanti ai loro occhi spaesati i protagonisti di quei giorni, in un processo finalmente in grado di mettere a nudo una verità che nessuno degli imputati ha mai immaginato. Giovanni Floris raccoglie le domande che ci pongono i troppi casi di violenza tra i giovanissimi e ne fa un romanzo sulla responsabilità che abbiamo nei confronti del nostro futuro. Perché non esistono vittime e carnefici se sappiamo riconoscere il diritto di essere tutti diversi.
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Anno edizione:2016
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In commercio dal:10 novembre 2016
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Questo libro mi ha colpito già dal titolo e per tema, affrontando l'importante diritto di essere diversi. Tutto parte da un telegramma, che riporta Stefano indietro di 27 anni: la madre di un ex compagno di scuola scrive "per la lettura di un documento che la riguarda". La diversità viene anche affrontata come percezione diversa di situazioni: Stefano capirà ad esempio verità diverse da quelle percepite in passato. Un libro che fa pensare, cosa mai sbagliata.
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La nostra diversità iuta o ostacola il percorso della nostra vita? Si pone come ostacolo o è un ausilio relazionale? Risulta facile perdere il controllo delle nostre azioni? In questo racconto, cinque amici conosciuti a scuola si ritrovano in un casolare toscano dopo trent’anni. Da giovani combinarono qualcosa di tremendo. Una voce narrante accompagna il lettore nelle angosce e ricordi di questi amici, strutturando il racconto come un thriller agghiacciante, la cui tensione cresce mano a mano che si procede nella lettura. Il testo è molto attuale e ho deciso di farlo leggere anche a mio figlio: ogni po’ decidiamo di parlare delle tematiche che ne scaturiscono. Lo consiglio vivamente.
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