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Anno edizione: 2022
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Marcucci narra la sua esperienza di internazionalista in sostegno della causa curda e della rivoluzione confederale. Un viaggio in cui non ha conosciuto solo l’orrore della guerra, ma il coraggio e l’umanità del progetto politico nato in quelle terre martoriate.
Chi la conosce la chiama Eddi, sua nonna la chiamava Mem, le persone con cui ha combattuto la chiamavano Heval Shilan. Maria Edgarda Marcucci ha tanti nomi, ma una convinzione: vale sempre la pena lottare per migliorare il mondo in cui viviamo. Quando è partita per il Kurdistan scegliendo di unirsi alle Ypj, le Unità di protezione delle donne, non l’ha certo fatto per un tornaconto personale. Non l’ha fatto con il desiderio di essere accolta, al suo ritorno a casa, come un’eroina. Ma non si aspettava nemmeno che, arrivati in Italia, lei e altri suoi quattro compagni sarebbero stati considerati individui «socialmente pericolosi»: un’accusa che a lei, unica donna dei cinque e unica condannata, è costata oltre un anno di udienze e altri due vissuti in regime di sorveglianza speciale.
In Rabbia proteggimi Marcucci racconta le radici del suo impegno politico, dal movimento studentesco alla difesa dei diritti di chi lavora, dai No Tav al transfemminismo, e ripercorre gli incontri e le ferite che l’hanno resa quella che è: la combattente internazionalista Helin, l’amica Giulia, la nonna Gabriella, voci alla base della sua coscienza.
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Libro intimo che racconta una storia personale ma che apre una riflessione su qualcosa di davvero collettivo.
Dai collettivi universitari alle lotte per i diritti all’abitare e per i diritti dei lavoratori, dall’attivismo transfemminista alle lotte No Tav in Val di Susa, fino alla partenza per il Kurdistan e le conseguenze una volta tornata in Italia. In questo libro, Eddi ci racconta la sua esperienza iniziata nel 2017 come volontaria tra le fila delle Ypj (Unità di protezione delle donne), un esercito popolare auto-organizzato nato dai movimenti di liberazione del Kurdistan e volto alla difesa del validissimo progetto della rivoluzione confederale. Le Ypj e le Ypg (Unità di protezione del popolo) si distinsero, tra le tante cose, per aver bloccato l’avanzata di Daesh liberando la città di Kobane nel 2014. Tornata in Italia nel 2018 insieme ad altri quattro compagni, Eddi viene considerata “socialmente pericolosa” dalla procura di Torino, che le dispone la sorveglianza speciale per due anni, andando così a minare le sue libertà individuali mediante un vergognoso procedimento penale di stampo fascista. Ho trovato “Rabbia proteggimi” un libro prezioso che offre momenti di forte sensibilità nel ricordo dei compagni caduti martiri in Siria, ma anche vari spunti per poter svelare le numerose macchinazioni ridicole e ricche di contraddizioni messe in moto per limitare chi porta avanti progetti di dissidenza. Libro consigliatissimo e fortemente apprezzate anche le illustrazioni a cura di Sara Pavan.
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