Comprai il libro perché incuriosita dai miti del nord europa e devo dire che ho apprezzato molto il modo in cui la scrittrice affronta l'argomento, come una favola/metafora che la bambina protagonista utilizza per affrontare la realtà, in questo caso l'Inghilterra della seconda guerra mondiale. La storia raccontata è quella dei miti del nordeuropa, in particolare del RagnarÖk ossia la fine del mondo. Il racconto è filtrato attraverso una bambina, il cui padre è arruolato nell’aviazione inglese durante la seconda guerra mondiale mentre lei con la madre si trasferisce in campagna. Alla bambina viene regalato un libro che racconta dei miti norreni e leggendo ne interiorizza le vicende, in particolare quella della fine del mondo e degli Dèi, paragonandola a quella del padre che è partito per la guerra e pensa di non rivedere mai più. Gli Dèi di cui legge sono molto diversi da quello cristiano predicato durante la messa e le lezioni, sono Dèi con cui, nonostante non creda, riesce a simpatizzare. La bambina, come è scritto nel racconto, teme più la noia eterna di quanto tema la morte o la fine delle cose. Interessante anche come l'autrice stessa, alla fine del libro, spiega come si è approcciata ai miti e in che modo ha voluto raccontarli.
Ragnarök. La fine degli dèi
Lei "era una bambina magra, delicata, tutt'ossa, come un tritone, con capelli che sembravano fili di fumo illuminati dal sole". E c'era la guerra. L'aviazione tedesca bombardava Londra e i centri industriali. Gli abitanti delle città si rifugiavano in campagna. Come la bambina e sua madre, che per un paradosso del destino in campagna, pur essendo sposata, "può avere una vita della mente". Il padre è via, nei cieli dell'Africa, forse. Sua madre, a cui piacciono le parole, le regala un libro, "Asgard e gli dèi", la storia del Ragnarök, la fine senza resurrezione degli dèi norreni. Il libro diventa una compagnia essenziale, la bambina lo legge ogni sera in un tenue spiraglio di luce, ammira il coraggio di Odino, si compiace degli inganni di Loki, si gode le sue avventure subacquee in compagnia della portentosa serpentessa sua figlia. Di giorno riflette su quelle storie, a cui non crede, ma che tuttavia "le si attorcigliavano nel cervello come fumo, ronzando come api scure dentro un alveare". L'aiutano a tenere a bada un'inconscia disperazione. Ha paura, paura che il padre non torni, paura di veder sparire il mondo che conosce. Legge anche i miti greci e le fiabe dei Grimm e di Andersen, ma perfezione e fantasia non le offrono appigli per fronteggiare un senso di disastro imminente.
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Anno edizione:2013
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VALENTINA PESENTI 28 novembre 2017
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