Come molti libri di Tabucchi, questo è un racconto dedicato al Portogallo, una celebrazione quasi della città di Lisbona e di un uomo in cerca di sé, del suo passato e della sua vita. Sembra quasi di essere in trance leggendolo, si fa fatica a distinguere ciò che è realtà (o che perlomeno lo sembra) da una dimensione inconscia, quasi onirica. In ogni riga traspare un amore particolare per il Portogallo, che l'autore riesce a trasmettere al lettore con un affetto veramente singolare, senza mai scadere nel tono paternalistico stile guida turistica che tanti romanzi "dedicati" a una città spesso adottano.
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Una lettura spiazzante, a tratti inquietante e a tratti dolcissima, dove Tabucchi fa mostra di una finezza ineguagliata nell’omaggiare il paese e la lingua che erano per lui luogo di affetto e di riflessione.
Questo è un libro a suo modo assurdo. Perché qui Antonio Tabucchi – da sempre innamorato del Portogallo – fa una capriola letteraria e scrive la sua Lisbona con l’unica lingua che poteva restituirle il giusto sapore. Compie un trasloco linguistico, e ci conduce al paradosso di leggere la traduzione italiana dell’opera in portoghese di un autore italiano. Certo, è un trasloco che si porta dietro delle conseguenze, degli inciampi. E infatti il protagonista di questa storia si trova catapultato in una Lisbona torrida e deserta, senza sapere come né perché. Solo una cosa sa: che a mezzanotte dovrà incontrare un fantasma. Nelle dodici ore che lo separano dall’appuntamento, inizia a muoversi in uno stato sospeso tra sogno e realtà, attraverso associazioni dell’inconscio che lo portano da una parte all’altra della città. Ma il suo andare dilata il tempo, lo spazio delle ore si espande e accoglie i ricordi del passato, tutto mescola, tutto allucina. E la soglia tra morte e vita sfuma, si posa leggera sull’orizzonte lontano del mare.
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Anno edizione:2025
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ROBERTA FIORI 07 novembre 2011
E' un libro ambientato in Portogallo e parla di un viaggio, soprattutto di un viaggio interiore...l'autore ci guida fino ai punti di rottura della nostra vita e cerca di immaginare le parole che mancano in questi momenti tristi e disarmanti. Tabucchi scrive in modo divino: linguaggio semplice, lineare e ricco di espressioni tipiche. E' uno dei pochi scrittori che con la semplicità riesce a smuovere l'animo umano.
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LUCA MAZZOCCHI PALMIERI 06 dicembre 2010
Tabbucchi nei suoi racconti, t’illustra quello che esattamente vuole narrare, in questo caso è molto preciso a descrivere per filo e per segno il Portogallo che ti fa venire voglia di andarci.
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