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Anno edizione: 2014
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«Non crede che sia proprio questo che la letteratura deve fare, inquietare?»
In uno stato a metà tra la coscienza e l'incoscienza, tra l'esperienza del reale e la percezione del sogno, un uomo si trova a mezzogiorno, senza sapersi spiegare come, in una Lisbona deserta e torrida di un'ultima domenica di luglio. Sa di avere azioni da compiere – l'ultima soprattutto: l'incontro con un personaggio illustre e scomparso che forse, come tutti i fantasmi, si presenterà solo a mezzanotte, ma non ha idea di come compierle. Si affida così al flusso del caso, secondo una logica che segue le libere associazioni dell'inconscio. E si trova a compiere un percorso che lo porta a vivere il ricordo dell'attualità di quella giornata, a riandare ad alcune tappe fondamentali della sua vita, a cercare di sciogliere i nodi irrisolti all'origine del suo stato allucinatorio. L'allucinazione, il viaggio, il sogno durano dodici ore, durante le quali si comprimono e si dilatano i tempi di una vita: passato e presente si mescolano per spiegarsi a vicenda, morti e vivi si incontrano negli stessi luoghi, i luoghi si fissano in un'immobilità che non ha niente a che fare col tempo. Con Requiem Antonio Tabucchi, nella forma inedita di diario di un'esperienza misteriosa e sapienziale, ha scritto un libro che è un omaggio al Portogallo. Al punto di averlo scritto in portoghese.
Dopo avere letto Sostiene Pereira - per me tra i libri più belli esistenti - mi aspettavo molto di più. l'ho trovato vacuo, ma forse perchè mi aspettavo la stessa densità di Sostiene Pereira che non ho trovato
Adoro la scrittura e la creatività di Tabucchi, che trovano conferma anche in questo libro. In un onirico Portogallo d'estate, al limite tra l'immaginazione e il sogno, l'incontro ed i dialoghi con presenze tanto affascinanti quanto diverse tra loro accompagnano il protagonista in una passeggiata tra i ricordi e la nostalgia, fino all'incontro finale. Devo dire che ho apprezzato anche l'aspetto più "culinario" del libro, che evidenzia ancora di più l'amore che Tabucchi nutriva per il Portogallo,
A mio parere sicuramente tra i migliori libri dell'autore, un viaggio tra il reale e l'irreale in una Lisbona che richiama le atmosfere di Pessoa. Sembra di vagare per le strade della città in compagnia di un vecchio amico che, nell'avvicendarsi degli episodi, svelerà sogni compiuti e mancati della vita quotidiana. Un viaggio della coscienza per comprendere l'utilità (o l'inutilità) dell'esistenza. Splendido.
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