Mario, il protagonista, é un personaggio controverso, indolente e sfuggente, che racconta storie. Ama Viola, donna appassionata e accondiscendente ma rimpiange Bianca, intensa e razionale, donna che forse le ha dato anche una figlia, Agnese. Le storie hanno un punto che le accomuna. Un 17 giugno attorno al quale ruotano. Sono evidenti alcuni spunti autobiografici: il 17 giugno é la data di nascita dell’autore e Padova é la sua città. Come afferma l’autore nel romanzo “il tempo é una somma di infinite ripetizioni con minime variazioni”. La vita scorre e Mario un po’ la subisce e un po’ la sfida. Romanzo che appassiona e turba. Che parla di amore, un amore a volte intenso e reale e a volte ossessivo e perverso, che mette quasi a disagio.
Le ripetizioni
Mario è un uomo che inventa storie, modifica la realtà, non è interessato alla verità, né sulle cose né sulle persone. Mario sfugge, per indolenza, all'obbligo di capire che tutti ci lega e tutti ci frustra. Vuole sposare Viola ignorandone la doppia, forse tripla vita. Anni prima è stato lasciato da Bianca, subito prima che nascesse Agnese, che forse è sua figlia o forse no. Tuttavia, se Bianca, spuntando dal nulla dopo anni, chiede aiuto, Mario subito accorre, disponibile ad accollarsi la paternità. È succube di Santiago, un ragazzo dedito a pratiche sessuali estreme, e affida alle fotografie la coerenza e consistenza della propria vita. Se dei giorni della vita di Mario possiamo dire - quasi sempre è il 17 giugno -, degli spazi in cui Mario si muove non siamo certi. La ripetizione è l'unica realtà di Mario. Con una scrittura avvolgente, sensuale e che procede per variazioni capitolo dopo capitolo, pur conservando un incalzare ipnotico, Giulio Mozzi in questo suo romanzo guida il protagonista, e chi legge, attraverso avventure in parte reali e in parte - ma la cosa è sempre indecidibile - del tutto immaginarie, portandoli a sfiorare le vite strane e misteriose di personaggi senza nome - il Grande Artista Sconosciuto, il Terrorista Internazionale, il Martellatore di Monaci, il Capufficio - che Mario contempla come enigmi incomprensibili e rivelatori. Arrivando, nell'ultima pagina, alla più orribile delle conclusioni.
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Eka000 28 aprile 2022forte
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giorgia 02 febbraio 2022
Da un lato ho apprezzato molto l’originalità e la maestria con cui l’autore riesce a scrivere senza poi raccontare in maniera lineare una storia. Tant’è che mi risulta del tutto impossibile raccontarvi la trama di questo libro. D’altra parte, però, l’ho trovato in alcuni punti fin troppo crudo, con una sensualità e sessualità fin troppo spinte, un linguaggio fin troppo oltre i limiti.
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Un capolavoro, per chi non ha paura di mettersi in contatto con le emozioni più profonde. O anche per chi ha piacere nel provare questa paura. Mozzi è un esperto narratore alla stregua di uno scultore che prende la materia della vita e da una forma in cui è facile perdersi. Viene voglia, terminato il libro, di prendere una matita e disegnare i personaggi. Sulla carta di Mozzi palpitano.
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