“Per introdurvi a quel che avete tra le mani, è più facile usare la litote, figura retorica negativa e pessimista che mette sul chivalà, un disclaimer su quel che non s’intende fare. Questo non è un libro di scienza o d’arte, né un libro di estetica. Non è nemmeno sulle grandi scoperte dell’archeo¬logia, né su quelle di nicchia, anche se molte delle storie che racconterò sono sconosciute ai più. Non è un libro di storia, né di semiotica, né di antropologia. Dentro, intendiamoci, c’è anche tutto questo, ma non ci sono dettagli tecnici, né pignolerie terminologiche, né grandi teorie. Abhorride per gli esperti, qui c’è leggerezza, escursione e contemplazione, osservazione, spesso ammirata e sorpresa, su quanto l’essere umano sia stato in grado di manipolare la realtà con la sua gioia creativa. Questo è un cammino per scoprire i simboli del mondo, per rivelare il grande salto che ha portato al pensiero astratto, alla proiezione di qualcosa di diverso da tutto ciò che è, o che sembra essere.” Silvia Ferrara ci guida lontanissimo nel tempo e nello spazio per esplorare in tutte le sue manifestazioni l’idea dell’idea, la scintilla ogni volta unica e geniale che ha permesso alla nostra specie di fare il più grande dei salti: dal mondo limitato della vita aderente alle cose al mondo altissimo e infinito dell’astrazione. Così scopriamo il formidabile viaggio della mente che sta dietro l’invenzione dei numeri e delle lettere, dei disegni e della musica, degli utensili e dell’arte. Forse, lungo questo cammino alcune domande devono rimanere sospese, per lasciare spazio allo stupore che ci riserva la nostra innata capacità di plasmare e impastare la realtà per come la percepiamo, per dar vita a qualcosa di diverso da quello che è. Andiamo indietro di cinquantamila anni. Dobbiamo tornare lì, in una pangea segnata dai monti e dai fiumi, per vedere il salto. Non un salto di specie, ma un salto tutto umano: il guizzo, l’idea, il gesto creativo attraverso il quale ciò che prima era solo immaginato è diventato tangibile e concreto, portandoci dal mondo limitato delle cose al mondo altissimo e infinito dell’astrazione. Dalle impronte nella grotta di Pech Merle a quelle di Yenikapi in Turchia, dalle giraffe incise nel deserto del Sahara ai petroglifi giganti delle Hawaii, dai templi di Göbekli Tepe ai segni enigmatici nelle grotte del Salento, Silvia Ferrara ci guida lungo uno straordinario cammino di salti verso l’invisibile. Così scopriamo la nostra antichissima storia di manipolatori della natura, impastatori della sua materia grezza, orditori di trame inaspettate, esploratori dei meandri oscuri del possibile, tessitori di un mondo di fiction. Incontriamo disegni di uomini e donne e di animali estinti, figure astratte senza interpretazione, il senso di spazio condiviso. Come e perché sono nati? Come nasce un simbolo, un’icona, un segno? Chi lo crea? E chi lo capisce? Come passa il messaggio? Che cosa si voleva dire? In mezzo a queste migliaia di anni, tra le pieghe di generazioni che scivolano come grani di sabbia, ci sono i tentativi di dare risposte e il senso del viaggio di questo libro. Forse, però, lungo il cammino alcune domande devono rimanere sospese, per lasciare spazio allo stupore che ci riserva la nostra innata capacità di plasmare la realtà per come la percepiamo, per dar vita a qualcosa di diverso da quello che è. Innanzitutto per sopravvivere, e poi per sopravvivere per sempre. Per lasciare una traccia viva di noi. Un viaggio in un passato infinitamente lontano, alla scoperta dei luoghi remoti e misteriosi dove gli esseri umani hanno iniziato a immaginare. E hanno inventato figure, simboli, parole: qualcosa di completamente nuovo, di potente e di eterno.
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