La base di questo romanzo è la misura aristotelica dell’unità di luogo, tempo e azione, anche se non si è in scena. Il palcoscenico, infatti, non è fatto di assi e quinte bensì di monitor e tastiere: è l’avanguardistica idea del professor Landròn: creare un gruppo segreto, anzi segretissimo, sul più famoso social network della nostra epoca per scambiarsi opinioni sui colleghi, vecchi e nuovi, sull’assegnazione degli incarichi amministrativi e soprattutto sull’ineffabile dirigente scolastico, Aristide Diluvio. In effetti un tornado più che un diluvio. Un ciclone, un uragano che imperversa sull’intera organizzazione dell’istituto, facendo sempre e solo il cattivo tempo, tuonando favori e pretendendo fulmini e saette dalla civiltà degli insegnanti. Che tanto civile non è, a onor del vero. Certi toni e certe maniere a tutto fanno pensare tranne che a una civiltà; a una barbarie, piuttosto, a un regresso dell’umanità al suo stato di incoscienza. Ecco allora che Facebook diventa una inaspettata arca della salvezza per quei pochi che ancora vedono il proprio lavoro come un impegno: l’istruzione come formazione ed educazione dell’uomo e della donna che saranno, e non solo mero passaggio di istruzioni per l’uso di una conoscenza nozionista e spesso fine a se stessa. Uno specchio affatto distorcente e invece straordinariamente realista nel tratteggiare le dinamiche psicologiche dei personaggi
Se non resta che il diluvio
Una tragicommedia si replica ormai ogni inizio settembre nell'aula magna dell'I.T.C. Borgia: il Collegio dei docenti che inaugura il nuovo anno scolastico. Sul proscenio gli imprevisti e le sventure di docenti, ausiliari e personale amministrativo sui quali incombe, ostinato e incorreggibile, il Dirigente. Tra un punto e l'altro all'ordine del giorno, tra desiderio di rinnovamento e smanie private, le esigenze scolastiche soccombono alle vanità di chi, invece, dovrebbe formare l'intelligenza e la coscienza delle future generazioni, varcando una soglia oltre la quale resta solo il nulla. Alla fine di questo teatro dell'impossibile, consumati, prostrati ma non rassegnati, un gruppo di docenti cambia palcoscenico e si ritrova tra le quinte virtuali di un altro teatro, Facebook, dove ognuno racconta la propria versione della storia, scoprendo volubilità, debolezze, vizi e talenti insospettabili finché, imprevedibile e folgorante, arriva il coup de théâtre.
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Maria Rosaria Minervini 23 novembre 2016
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