Se avete letto i romanzi di Margaret Doody conoscerete già le doti di investigatore di Aristotele. Sì, perché il celebre filosofo, nelle mani della scrittrice, sa ricostruire i fatti anche più misteriosi, svolgendo vere e proprie indagini accurate. Autrice di numerosi saggi sulla letteratura classica e studiosa della filosofia antica, la Doody ha rispettato rigorosamente la realtà dell'epoca descritta, pur scrivendo dei veri e propri libri gialli che rispecchiano i canoni e la struttura tradizionali del genere. Il primo romanzo si ispirava alla Metafisica, il secondo alla Fisica, nel terzo il trattato che delinea il tracciato su cui dipanare gli avvenimenti è la Poetica.
Dopo il breve intermezzo di Aristotele e il giavellotto fatale, un racconto più che un vero e proprio romanzo, la Doody riprende con maggior "spessore" i suoi personaggi, a partire dal giovane Stefanos, ex allievo del filosofo poco più che ventenne, che si affianca al maestro. Entrambi dimostrano grandi doti investigative e intelligenza intuitiva; spetta sempre a loro il ruolo di "buoni" della storia. La narrazione procede tra momenti di forte intensità, in cui i fatti si svolgono velocemente, coinvolgendo intensamente il lettore, e successivi cali di tensione, spazi in cui l'autrice inserisce riflessioni e considerazioni dei protagonisti.
Rimane in tutti i titoli l'originalità dell'ambientazione e la straordinarietà dei protagonisti che hanno fatto il successo di questa amatissima serie.