Sfruttamento e caporalato in Italia. Il ruolo degli enti locali nella prevenzione e nel contrasto
Sono circa 230.000 i lavoratori e le lavoratrici particolarmente vulnerabili e, quindi, soggetti a fenomeni di sfruttamento e caporalato, compreso il lavoro forzato, in Italia. È un dato che riguarda il solo settore agricolo, ratificato dal V Rapporto Agromafie e caporalato dell'Osservatorio Placido Rizzotto/FLAI-CGIL. Oltre allo sfruttamento lavorativo, al padronato e al caporalato nel settore agroalimentare, emergono profonde criticità dei rapporti di lavoro dovuti a contratti ingannevoli, a volte strumentalmente redatti per raggirare lavoratori, italiani e stranieri, impiegati in numerosi ambiti produttivi: Gig economy, logistica, edilizia, commercio al minuto e al dettaglio, pesca, facchinaggio. È un sistema criminale organizzato che mina i diritti fondamentali delle persone fissati dalla Costituzione italiana, propedeutico anche al radicamento delle mafie. I numeri rappresentano storie di donne, uomini, minori che devono richiamare l'attenzione della collettività e l'impegno radicale delle istituzioni. Il secondo libro della Collana AP-profondimenti, promosso da Avviso Pubblico e curato dal sociologo Marco Omizzolo, si pone questo duplice obiettivo. Far conoscere organizzazione, dimensione e articolazione dello sfruttamento, padronato e caporalato dei lavoratori nel mercato del lavoro italiano consente di sviluppare una qualificata riflessione sulle possibilità di prevenzione e contrasto previste dalla legge 199/2016. La particolare prospettiva di Avviso Pubblico è al centro di ognuno dei sette saggi che compongono il testo: quanto hanno fatto, fanno e possono fare gli enti locali. Tre esperienze pratiche sono raccontate dai diretti protagonisti come buone prassi a cui far riferimento. Chiude una parentesi narrativa che richiama gli scritti di Alessandro Leogrande e la storia da non dimenticare di Jerry Masslo. Prefazione di Gian Carlo Caselli.
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Anno edizione:2023
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