E' una piacevole lettura che rimane sul filo sottile che divide il naturale dal soprannaturale. La bellezza di questo romanzo senza tempo sta anche nel fatto che Dumas lo racconta come se fosse un fatto reale, una sorta di leggenda che i vecchi raccontano accanto al fuoco in inverno. La consiglio a chi vuole leggere un buon libro con quella punta di suspance che non guasta mai.
Il signore dei lupi
"Il Signore dei lupi" è un romanzo di Alexandre Dumas. È da tempo assente dagli scaffali e rappresenta una delle prime apparizioni della figura del lupo mannaro nella letteratura moderna, oltre a riuscire ad alternare l'orrore improvviso con momenti di gustosa commedia. L'ambizioso zoccolaio Thibault si trova a stringere un patto con il diavolo, che gli si presenta sotto forma di un immenso lupo nero: da quel momento in poi avrà la facoltà di far del male a chiunque, soltanto desiderandolo. Ben presto però il diavolo gli presenterà il conto da pagare: Thibault verrà così lentamente trasformato in un licantropo, capace di comunicare con i lupi della foresta e di servirsi di loro per le proprie malefatte. La guerra tra la gente del villaggio e Thibault, il terribile lupo mannaro, non potrà più essere rimandata.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2013
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Marco Bronsino 21 novembre 2016
Un horror à l'ancienne, questo breve romanzo di Dumas, che ha il sapore dei racconti popolari e delle fiabe d'altri tempi. Il tutto ovviamente arricchito dall'ironia tipica che contraddistingue tutti i più celebri scritti dell'autore. La storia comincia con il racconto in prima persona della fanciullezza di Dumas, al quale vengono narrate da un vecchio servo le vicende di un semplice zoccolaio e del suo patto con il Diavolo, che lo trasformerà nel Signore dei Lupi. Un piccolo gioiello consigliato a tutti gli estimatori dell'autore de I Tre Moschettieri.
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FEDERICO CAMPIONI 27 settembre 2014
Il nome di Dumas padre di per sè è una garanzia, ed anche in questa breve opera l'autore francese non si smentisce con la sua narrazione frizzante, ricca di suspance, a volte forse un poco prolissa ma non da far saltare pagine. Il tema è quello del desiderio di avere quel qualcosa in più di beni materiali che facciano stare sereno, quel qualcosa che ai malvagi o cattivi potenti è consentito, ma a lui povero e cattivo per invidia non è lecito e la cui vauità verrà riconosciuta solo sul finire di vita. Molto piacevole il capitolo introduttivo, autobiografico che spiega l'origine del racconto come pervenuto al Dumas bambino provetto cacciatore.
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