Il silenzio e l'abisso - Pietro Citati - copertina
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Letteratura: Italia
Il silenzio e l'abisso
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Descrizione


Assumendo spesso un punto di osservazione apparentemente marginale, Citati sa cogliere l'essenza di ogni creazione letteraria e artistica, che è, come scrive Scott Fitzgerald, un «nuotare sott'acqua e trattenere il fiato».

«La letteratura ha questo di bello: si può stare seduti con la penna in mano per giornate intere; non accorgersi del tempo che passa e sentire, insieme, qualcosa di simile alla vita.» - Anton Čechov

Se, come dicono i mistici ebraici, il silenzio è la voce con la quale Dio parla all'uomo, la grande letteratura è la voce con la quale l'uomo parla a se stesso, in un linguaggio che esprime con infallibile evidenza l'infinita, contraddittoria e oscura trama di pensieri e sentimenti, sogni e passioni, che da sempre agitano l'animo umano. Nella sua penetrante rivisitazione di pagine e figure memorabili della letteratura universale, Pietro Citati ne offre esempi eloquenti. L'urgenza della fede in un «Principio Supremo», radice comune delle tre religioni monoteiste, e l'amore per il Gesù dei Vangeli, raccontato e vissuto da Francesco, Angela da Foligno, sant'Ignazio e, quattro secoli dopo, da don Milani. Il «lavoro di commentatore dell'universo» di Montaigne e la cupa malinconia dietro le quinte delle commedie di Molière. La «furia di infinito» di Chateaubriand, attratto dalle magiche voci e dal sacro orrore delle foreste americane, e l'«esorbitante» pulsione visionaria di Balzac, incarnata nel personaggio del forzato Vautrin che da genio del male e dell'inganno si trasforma imprevedibilmente nel fautore del bene comune e di un'utopistica harmonia mundi . I tormenti di Charlotte Brontë, che solo nell'ombra della propria infelicità trova la giusta luce per narrare nel suo ultimo libro la storia di due persone felici, e la nevrastenia di Dostoevskij, schiavo della penna e inesorabilmente attratto dalla vertigine della roulette , forse perché sola metafora possibile di quel grande gioco d'azzardo che è per lui la letteratura. Ancora, il fascino per il mistero del dolore che portò Cechov nell'isola di Sachalin, il luogo delle «più intollerabili sofferenze», e la depressione che come un incubo irruppe nella vita di Tolstoj, confluendo nelle Memorie di un pazzo . L'ossessione di Stevenson per il Male Assoluto, impersonato dal diabolico signore di Ballantrae, e la fatale prossimità di Conrad «al limite estremo» – come il capitano Whalley del racconto omonimo –, in cui si è già con «un passo dentro la morte». O l'incontenibile euforia di Virginia Woolf a passeggio per le vie di Londra, l'amata città-teatro di cui era estasiata spettatrice e in cui perdeva se stessa, abolendo «il suo io immenso e vertiginoso». E, fra gli italiani, la «divertita, insaziabile, disperata» curiosità che Calvino provava per se stesso, e il male invisibile sepolto nell'anima di Gadda, quella «fascia di tenebra» che ricopre tutte le cose visibili e invisibili, velando persino le apparizioni più dolci della natura. Assumendo spesso un punto di osservazione apparentemente marginale, Citati sa cogliere l'essenza di ogni creazione letteraria e artistica, che è, come scrive Scott Fitzgerald, un «nuotare sott'acqua e trattenere il fiato», e che da sempre convive con l'abisso, lo intuisce o ne viene perdutamente folgorata, in un ambiguo intreccio con la biografia del proprio artefice. Un'esperienza dell'assoluto e del silenzio che si capovolge nel miracolo stupefacente della parola.

Dettagli

22 maggio 2018
318 p., Rilegato
9788804701545

Valutazioni e recensioni

  • Clacar
    L'avventura umana

    Un volo radente sulla spiritualità e l'essenza letteraria di autori e personaggi che, dall'antichità, hanno elevato l'umanità al rango di anima e conoscenza. Un viaggio fantastico nel sapere che solo una erudizione profonda come quella di Citati è in grado di realizzare. La scelta di autori, fatti ed epoche è concepita dall'autore secondo i suoi canoni e le sue valutazioni personali. E non potevamo aspettarci guida migliore in questa avventura umana.

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Foto di Pietro Citati

Pietro Citati

1930, Firenze

Pietro Citati è stato un critico e scrittore italiano. Collaboratore di riviste («Paragone», «Nuovi Argomenti») e quotidiani («Il Giorno», «Corriere della Sera», «la Repubblica»), è stato condirettore della Fondazione Lorenzo Valla. Lettore acuto e raffinato, estraneo a scuole e correnti, coltiva un modello di accostamento mimetico al testo – sulle orme di Sainte-Beuve – capace di ricreare i valori poetici dell’autore analizzato. «Se vogliamo conoscere il senso dell'esistenza, dobbiamo aprire un libro: là in fondo, nell'angolo più oscuro del capitolo, c'è una frase scritta apposta per noi.»In monografie e raccolte di saggi di largo successo Citati ha rievocato grandi...

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